Musicista riceve suggerimenti da compositori morti per creare musica (+Audio)

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Negli anni 70, una casalinga inglese è diventata una compositrice e pianista famosa grazie alla sua musica, che diceva le venisse trasmessa dagli spiriti di famosi compositori defunti.

Alcuni esperti di musica del tempo credevano fermamente a questa storia, in quanto le composizioni di Rosemary Brown sembravano avere davvero il calibro e lo stile che ci si aspetterebbe da quei compositori. Il compositore ungherese Franz Liszt (1811-1886) era il suo principale insegnante, ma a quanto pare riceveva musica da Ludwig van Beethoven, Fryderyk Chopin, Claude Debussy, J.S. Bach (che le sembrava minaccioso), Franz Schubert e altri ancora.

Persino coloro che sbeffeggiano l’idea di compositori fantasmi ammettono che le composizioni della Brown sono straordinarie e ci sia qualcosa di insolito sotto. H.A. Edwards scrisse della Brown in A Skeptic’s Guide to the New Age [La guida di uno scettico alla New Age, ndt]: «Mentre sono pronto ad ammettere che la signora Brown possa… aver ricavato il suo materiale dal subconscio, sicuramente non credo che sia avvenuto attraverso una qualsiasi azione sovrannaturale».

Entrare nel proprio subconscio per produrre dei capolavori che non sarebbero possibili con la sola mente cosciente, non è meno affascinante del comporre musica sotto la guida di compositori defunti. Si dice che la Brown abbia preso lezioni di piano solo per pochi anni, anche se Edwards ha raccontato che la compositrice ha più tardi ammesso di appartenere a una famiglia di musicisti e di essere stata educata in modo da diventare anche lei una musicista competente.

Elene Gusch, laureata in musica, ha scritto un articolo sul prolifico e talentuoso lavoro della Brown, intitolato The Music of Rosemary Brown from a Pianist’s Perspective [La musica di Rosemary Brown dal punto di vista di un pianista, ndt]: «Sarebbe stato difficile anche per un compositore ben allenato riuscire a produrre tutti quei lavori e a quella velocità».

COSA PENSANO I MUSICISTI DELLE COMPOSIZIONI E DELLA LORO AUTENTICITÀ 

Il pianista Peter Katin, esperto interprete di Chopin, è rimasto colpito dai lavori che la Brown afferma di aver ricevuto da Chopin. Il compositore inglese Humphrey Searle ha pubblicato un saggio in cui mette in evidenza la somiglianza tra le ultime composizioni di Litszt e quelle che la Brown dice di aver ricevuto da lui.

Uno dei lavori più apprezzati di Rosemary Brown è Grübelei (Meditazione), trasmessole a suo dire da Liszt. La Brown si è spesso lamentata quando le veniva chiesto di dimostrare in vari modi le sue abilità di medium, dicendo di non poter controllare la capacità di contattare i compositori e di essere solamente un canale passivo. Non c’è un qualche tipo di pulsante per chiamarli.

Grübelei di Rosemary Brown , è stato trasmesso, a suo dire, da Liszt.

Aveva avvertito la Bbc di questo, quando i produttori vollero filmare il processo del ricevimento della musica. Nonostante tutto, la Brown ci provò e disse a Liszt, mentre le telecamere la riprendevano: «Assicurati di darmi qualcosa di spettacolare!». Liszt arrivò in suo aiuto con un pezzo fantastico e troppo complicato per lei, che lo trascrisse e lo fece provare a un altro pianista che era lì. Il pianista disse, secondo quanto riporta Elene Gusch: «Signora Brown, penso che abbiamo qualcosa qui». Si trattava di Grübelei.

Un necrologio del 2001 apparso sul The Guardian per la Brown, ha fatto notare che Searle ha detto della nuova musica di Liszt: «Dobbiamo essere grati alla signora Brown per avercela resa disponibile». Il necrologio ha anche notato che «Molti illustri pianisti hanno eseguito le composizioni ispirate della Brown, tra loro Peter Katin, Philip Gammon, Howard Shelly, Cristina Prtiz e John Lill».

Il compositore Richard Rodney Bennett aveva qualche problema con una sua opera e Debussy gli avrebbe dato dei consigli, attraverso la Brown, che lo avrebbero aiutato molto. Bennett ha dichiarato al Time: «Se sta fingendo, lo fa davvero bene e deve essersi allenata per anni. Alcune delle sue opere sono orribili, ma altre sono meravigliose. Io non riuscirei a falsificare un’opera di Beethoven».

La Gusch ha parlato della sua impressione di autenticità dopo aver paragonato molti pezzi della Brown con quelli dei compositori da cui diceva provenissero. Ad esempio «gli scherzi e le bagatelle di Beethoven si adattano bene alle sue opere più brevi e facilmente conosciute, e l’energia travolgente e l’espansività fanno pensare a lui, secondo me».

Non tutti gli esperti concordano. André Previn, il direttore della London Symphony Orchestra, non è stato colpito dalle composizioni, secondo quanto afferma il New York Times. Alcuni dicono che, sebbene le opere della Brown incarnino le caratteristiche delle opere dei compositori defunti, non offrono niente di nuovo. Forse la Brown stava semplicemente rielaborando le loro opere, imitandone lo stile?

PERCHÉ NESSUN CAPOLAVORO NUOVO ED ECCEZIONALE?

Le composizioni possono non essere state incredibilmente importanti, ma sono tutt’altro che semplici, dice la Gusch. Erano di diversa complessità. La Gusch ha scritto: «Ci si sarebbe potuto aspettare che, poiché il metodo e la trasmissione delle opere erano così difficili, i brani in questa collezione sarebbero stati semplici. Non è questo il caso. Sebbene non siano ‘enormi opere di virtuosismi tecnici’, molte richiedono abilità abbastanza avanzate. Si possono trovare successioni di accordi di quattro o addirittura cinque note per mano, e anche passaggi con mani incrociate».

Litsz avrebbe spiegato, attraverso la Brown, che «la musica trasmessa non è presentata con l’obiettivo di superare i precedenti conseguimenti musicali. Lo scopo è di versare una misura sufficiente in termini di espressioni musicali per dare una chiara dimostrazione del linguaggio personale di ogni compositore interessato. Pertanto, ogni compositore tenta di filtrare l’essenza del suo spirito piuttosto che cercare di creare enormi opere di virtuosismi tecnici».

Nel suo libro Immortals at my Elbow, la Brown dice: «Arrivare a qualcosa di così elaborato come un’opera musicale chiara e senza nessun errore durante la trasmissione, è quasi un’impresa impossibile».

Puoi ascoltare l’album della Brown ‘A Musical Séance’, fornito dalla Gusch, cliccando qui.

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Articololo in inglese ‘Musician Says Dead, Famous Composers Instructed Her to Create This Music (Listen Here)

 
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