Minatore di carbone perseguitato a morte in Cina per la sua fede spirituale

Di Ryan Bao

A febbraio un uomo cinese è stato perseguitato a morte dal Partito Comunista Cinese. Le guardie carcerarie lo stavano torturando nel tentativo di costringerlo a disconoscere la sua fede nella pratica spirituale del Falun Gong.

Yue Caiyun era un minatore di carbone di 54 anni, ed è stato sequestrato dalle autorità mentre era al lavoro, nella città di Hangzhou della provincia dello Zhejiang, il 21 agosto 2020. La polizia lo ha arrestato con l’accusa di aver spedito materiali sul Falun Gong. Questo è quanto riferisce Minghui.org, un sito web con sede negli Stati Uniti dedito a raccogliere informazioni sulla persecuzione del Falun Gong in Cina.

Durante la prigionia, Yue ha fatto per mesi uno sciopero della fame in segno di protesta contro la sua detenzione e persecuzione. In seguito, a dicembre, è stato condannato a 1 anno e 4 mesi di prigione, e da allora gli è stato impedito di vedere la sua famiglia a causa della pandemia.

Alla fine di febbraio, Yue è stato trasferito d’urgenza in un ospedale ed è morto poco dopo, lasciando soli la moglie e il figlio.

Il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa, è una pratica spirituale che ha avuto origine in Cina. Consiste in alcuni semplici esercizi di meditazione e in una serie di insegnamenti basati sui principi di «Verità, Compassione e Tolleranza». Secondo le stime ufficiali dell’epoca, la sua popolarità crebbe molto rapidamente negli anni ’90 e nel 1999 c’erano circa 70 milioni di cinesi che praticavano questa disciplina.

Tuttavia, sentendosi minacciato da una simile popolarità, il Pcc, guidato dall’allora segretario Jiang Zemin, ha lanciato una campagna di persecuzione contro la pratica nel luglio del 1999. Secondo le stime del Centro informazioni della Falun Dafa, da allora milioni di praticanti del Falun Gong sono stati rinchiusi in prigioni, reparti psichiatrici e altre strutture, mentre centinaia di migliaia hanno subito torture.

In precedenza, lo stesso Yue era stato perseguitato dopo essere andato a Pechino nel 2003 per presentare un appello alle autorità del Pcc affinché ponessero fine alla repressione contro il Falun Gong. Per questo, è stato condannato a tre anni di rieducazione attraverso il lavoro, secondo quanto riferito Minghui.org. Durante quel periodo, è stato gravemente torturato nel campo di lavoro di Xuchang, nella provincia dell’Henan.

Le guardie carcerarie hanno usato una varietà di metodi di tortura su Yue, come ad esempio la ‘tecnica’ nota come ‘arrostire l’agnello’, dove la vittima viene picchiata da un gruppo di persone, mentre le sue gambe e mani sono legate a un bastone.

In un altro metodo di tortura chiamato ‘sedia vincolante’, la vittima viene legata a una sedia per diversi giorni, e gli viene impedito di dormire.

Yue è stato anche sottoposto alla ‘punizione della corda’, in cui le mani della vittima vengono legate con una sottile corda di nylon e poi sollevate, provocando un dolore insopportabile. Questa forma di tortura può far sì che la corda penetri in profondità nella carne, provocando lesioni e invalidità. Yue è stato costretto a sopportare questo metodo di tortura 20 volte, e gli è stato impedito di riposarsi per un intera settimana.

Purtroppo, quella di Yue è solo una delle migliaia di storie di persecuzione che avvengono in Cina ai danni dei praticanti del Falun Gong e di altre minoranze, come gli uiguri, i cristiani perseguitati, o i buddisti tibetani.

 

Articolo in inglese: Coal Miner Persecuted to Death in China for His Spiritual Belief



 
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