Il Mes spacca il governo? Le posizioni dei Partiti italiani sul Fondo salva Stati

Di Marco D'Ippolito

La questione del Mes ha generato forti contrasti sia nel governo che tra le opposizioni; il Pd vuole usarlo, l’M5s sembra essere assolutamente contrario, mentre rimane incerta la posizione del premier Conte che, sebbene abbia ribadito la sua contrarietà all’utilizzo del Mes, ha anche confermato l’operato del ministro delle Finanze Roberto Gualtieri, appartenente al Partito Democratico.

Il pomo della discordia (il Mes, appunto) è tornato agli onori delle cronache il 9 aprile, dopo che il ministro delle Finanze ha firmato un accordo nell’Eurogruppo che contempla il Mes – seppur con alcune modifiche – come uno dei principali strumenti messi in campo dall’Unione Europea per aiutare gli Stati membri a superare la straordinaria crisi sanitaria ed economica causata dal virus del Pcc (Partito Comunista Cinese), meglio noto come nuovo coronavirus.

L’accordo prevede la possibilità di usufruire dei prestiti elargiti dal Mes, anche noto come Fondo salva Stati, senza le consuete condizionalità preliminari, per un importo equivalente al 2 percento del Pil nazionale – nel caso dell’Italia si tratta di circa 36 miliardi di euro – che dovranno però essere spesi unicamente per questioni legate all’emergenza sanitaria.

Usarlo o non usarlo, questo è il dilemma

Il premier Conte ha ribadito nella conferenza stampa del 10 aprile che l’Italia «non ha bisogno del Mes perché lo ritiene totalmente inadeguato e inadatto all’emergenza che stiamo vivendo», sottolineando che l’introduzione del Mes ‘light’ nell’accordo è stata richiesta da altri Paesi e non dall’Italia, e che l’obiettivo dell’Italia rimangono gli Eurobond, un obiettivo che però non sembra facilmente realizzabile in tempi brevi.

Il Pd unito sull’utilizzo del Mes

Cristallina la posizione dei capogruppo parlamentari del Pd, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, secondo cui non ci sarebbe alcun motivo per non utilizzare i 36 miliardi ‘offerti’ dal Mes senza condizionalità, facendo sostanzialmente eco alle dichiarazioni del segretario Nicola Zingaretti e di altri importanti esponenti del Partito Democratico.

La posizione del M5s

L’abolizione del Mes è sempre stato uno dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle, perciò il capo politico dell’M5s Vito Crimi ha ribadito, secondo quanto scritto dall’Agi, che «l’Italia non farà mai ricorso al Mes; noi Cinque Stelle non potremo mai accettarlo». Sottolinea inoltre di essere stupito dalle «parole del Pd, perché mettono in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio Conte».

Crimi ha anche argomentato l’avversione del M5s al ‘nuovo Mes’, affermando che «un Mes senza condizionalità non esiste […] perché queste condizialità sarebbero alleggerite solo nella fase di pre-valutazione del Paese che chieda di farvi ricorso. […] Per noi rimane una fregatura. Non lo voteremo mai in Parlamento».

La posizione di Lega e Fdi

Dall’altra parte ci sono invece Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che hanno gridato al tradimento per l’introduzione del Mes all’interno dell’accordo dell’Eurogruppo e per questo sono stati aspramente criticati dal premier Conte nella conferenza stampa del 9 aprile per alcune loro presunte ‘fake news’, con una mossa che non è piaciuta a molti, incluso il direttore del Tg7 Enrico Mentana, che ha dichiarato «Se avessimo saputo che Conte avrebbe fatto un uso personalistico della conferenza stampa attaccando l’opposizione non avremmo mandato in onda quella parte».

Come prevedibile sia Salvini che la Meloni hanno risposto duramente al premier Conte, con il leader della Lega che lo ha accusato di utilizzare mezzi da regime totalitario, degni dell’«Unione Sovietica».
Riguardo alla posizione della Lega, Salvini ha ribadito il 15 aprile la sua completa opposizione: «Il Mes senza condizionalità non esiste, fa fede il trattato che lo istituisce. Per avere un Mes senza condizioni bisognerebbe cambiare un trattato e un regolamento europeo. Chi parla di un Mes senza condizioni mente».

Anche la Meloni dopo aver espresso indignazione per le affermazioni del premier Conte, che la ha indebitamente accusata di essere tra coloro che hanno sostenuto l’istituzione del Mes nel 2012, ha chiarito cosa pensa del Mes ‘light’ offerto dall’Ue: «Spero di essere smentita ma oggi sono convinta che la linea di credito senza condizionalità del Mes per le spese sanitarie rischi di essere un ‘cavallo di Troika’. Se non restituisci i soldi che chiedi in prestito come dicono loro e nei tempi che stabiliscono, e indipendentemente dalla difficoltà che hai, puoi ritrovarti lo stesso la Troika dentro casa. Se non stiamo attenti, è questo quello che può succedere…»

Berlusconi e Renzi

Tuttavia, al fronte dei favorevoli si sono aggiunti anche Matteo Renzi e Silvio Berlusconi; secondo quest’ultimo sarebbe infatti assurdo «rinunciare ai 36-37 miliardi senza condizioni per finanziare il nostro sistema sanitario. Peraltro a un tasso di interesse inferiore a quelli di mercato».

Mes o non Mes?

A fronte delle dichiarazioni rilasciate da Conte, Pd e M5s, è chiaro che l’Italia non si opporrà alla ratifica dell’accordo che introduce il Mes ‘senza condizionalità’ nel pacchetto anti crisi. Crimi ha infatti dichiarato: «Se altri Paesi riterranno di voler utilizzare un Mes light, nessun problema». Il capo politico del M5S ricalca quindi sostanzialmente quanto affermato da Conte in conferenza stampa. Resta da vedere come si comporterà il Parlamento italiano nel caso il Paese non ottenesse i tanti auspicati Eurobond, nella trattativa che dovrebbe concludersi all’interno del Consiglio Europeo il 23 aprile 2020.

 
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