Mass media di regime e guerre di potere in Cina

Nei regimi oppressivi, i media rappresentano un’arma pericolosa che può essere utilizzata per distorcere la verità e diffondere false notizie: una forma di controllo del pensiero. E in Cina, la propaganda viene spesso diffusa come informazione apparentemente obiettiva.

Per esempio Phoenix Tv, sebbene abbia sede a Hong Kong dove i mezzi di comunicazione hanno (in teoria) il diritto di operare indipendentemente dalla censura cinese, è stata a lungo portavoce del regime di Pechino e in particolare della fazione di Jiang Zemin, leader del Partito Comunista Cinese dal 1989 al 2002. Ma il 13 settembre l’Apple Daily, un quotidiano di Hong Kong, ha riportato che tre dei principali programmi di commenti politici di Phoenix Tv sono stati annullati: «A causa di aggiustamenti nella programmazione, il programma ‘Behind the news’ interromperà temporaneamente la trasmissione», è stato pubblicato sull’account ufficiale di Sina Weibo, il twitter cinese.

In un momento molto vicino al ventunesimo Congresso nazionale, che si terrà nel mese di ottobre, in cui il Partito si riunirà per investire la nuova leadership, gli analisti confidano a Epoch Times che considerano questi cambiamenti come il tentativo di Xi Jinping di chiudere la bocca alla fazione di Jiang Zemin.

INFORMAZIONE DI REGIME E DIRITTI UMANI

Phoenix Tv si presenta come una voce indipendente, ma in realtà camuffa semplicemente il proprio orientamento pro-Pechino, a volte trattando argomenti proibiti in Cina come gli scandali sulla sicurezza alimentare. E in fondo, il suo fondatore, Liu Changle, è un ex ufficiale del Dipartimento di propaganda dell’Esercito cinese e successivamente ha lavorato nella stazione radio ufficiale del Pcc.
Fondata nel 1996, la radio di regime di Pechino ha costantemente eseguito i diktat di Jiang Zemin. Il caso più rilevante è del 1999, quando Jiang, sentendosi minacciato dalla crescente popolarità della pratica meditazione spirituale del Falun Gong, ha ordinato una persecuzione su scala nazionale arrestandone, imprigionandone e torturandone praticanti (che in Cina ammontano, secondo stime del Pcc stesso, a 100 milioni di persone).

Allo stesso modo, anche Phoenix Tv ha fatto la sua parte nella campagna di propaganda e manipolazione di Jiang, diffamando il Falun Gong e rivoltando l’opinione pubblica; Epoch Times ha identificato diversi suoi programmi che nel 1999 calunniavano questa pratica.
Jiang si è poi assicurato che la sua persecuzione perdurasse anche dopo le sue dimissioni da capo del Partito nel 2002: durante il regime fantoccio di Hu Jintao (2002-2012), l’ex leader e il suo clan di fedelissimi hanno continuato comandare, soprattutto i mezzi di comunicazione.
Non solo: Phoenix Tv ha persino cercato di screditare un dossier di due investigatori indipendenti canadesi (l’avvocato per i diritti umani David Matas e l’ex ministro degli Esteri David Kilgour) che hanno documentato la diffusa pratica dell’espianto forzato di organi ai danni dei praticanti del Falun Gong e di altri gruppi dissidenti in Cina; un vero e proprio genocidio voluto nel 2000 da Jiang e ancora in atto.

In riferimenti ai diversi altri comportamenti pro-Pechino di Phoenix Tv, va anche ricordato che Liu Changle è fedele amico di Bo Xilai (ex dirigente del Partito ed esponente di spicco del clan di Jiang) e che nel 2011 ha inviato alcuni suoi giornalisti nella città di Bo per fargli un servizio su misura: «Senza il sostegno della fazione di Jiang, Liu non avrebbe potuto fondare una filiale all’estero di Cctv [l’emittente ufficiale cinese, ndr]», spiega  Zhu Ming, analista politico di New York.

Durante il Movimento degli Ombrelli del 2014, le proteste pro-democratiche a Hong Kong hanno dominato i titoli in tutto il mondo, ma Phoenix Tv ha dipinto i manifestanti come sediziosi che aggredivano la polizia e gettavano nello scompiglio la città. In realtà, secondo gli analisti, la crescente discordia a Hong Kong serviva gli interessi politici della fazione di Jiang.

E infine recentemente, la stazione televisiva ha trasmesso le interviste agli attivisti cinesi dei diritti umani che sono stati incarcerati o sequestrati dalle autorità, durante le quali confessavano le proprie ‘colpe’. Ma in seguito uno degli attivisti, l’avvocato per i diritti umani Zhang Kai, ha dichiarato pubblicamente a Voice of America di essere stato «costretto a dire quelle cose».

IMPLICAZIONI
Il diciannovesimo Congresso Nazionale è un evento importante per il Partito Comunista Cinese, poiché ogni cinque anni viene nominata una nuova leadership. Xi Jinping dovrebbe essere riconfermato Segretario generale per il secondo mandato di cinque anni. E nel frattempo, continua a consolidare il suo potere.
Da quando ha preso il potere nel 2012, Xi ha lanciato la campagna anticorruzione per arrestare i funzionari di alto rango della fazione di Jiang, primo tra tutti Zhou Yongkang, ex capo dell’apparato di Sicurezza nazionale del regime cinese e che nel 2015 è stato condannato al carcere a vita per corruzione.

Le recenti cancellazioni dei programmi di Phoenix Tv, secondo l’analista politico Tang Jingyuan, riguardano tutte le questioni attuali e inviano un chiaro messaggio alla fazione Jiang: «Non cercare di agitare le acque prima del diciannovesimo Congresso nazionale. Non tentare di scatenare questioni politiche per influenzare l’opinione pubblica e provocare un incidente».

Articolo in inglese: ‘Xi Jinping Seeks To Silence Jiang Faction with TV Program Cancellations

Traduzione di Massimiliano Russano

 
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