Mangiare da soli, evitare l’ora di punta. In Cina si torna cautamente al lavoro

SHENZHEN, Cina/Pechino—I cinesi stanno facendo, con difficoltà, progressi nel loro ritorno al lavoro dopo più di un mese d’interruzione per via del coronavirus. Molte fabbriche funzionano però a meno della metà della capacità produttiva e gli impiegati evitano i loro colleghi.

Yang Lu, che lavora nelle vendite per una società di sicurezza a Shenzhen, racconta che il suo ufficio di circa 300 persone è tornato operativo. Lei però cerca di stare lontana dai colleghi: «Arrivo in ufficio prima degli altri e vado via dopo».

Nelle principali città come Pechino e Guangzhou, circa l’80 per cento dei ristoranti e dei centri commerciali hanno riaperto i battenti, anche se i clienti sono pochi. Inoltre la stampa statale ha riferito che oltre il 90 per cento delle imprese nella grande provincia meridionale del Guangdong ha ripreso le operazioni da martedì.

Il quadro è però variopinto, e la situazione è diversa a seconda della posizione delle aziende e del settore economico in cui operano.

Venerdì il governo ha comunicato che il 60 per cento delle aziende di logistica in tutta la Cina sono tornate al lavoro, ma l’analisi dell’intermediario Nomura rivela che solo il 44 per cento delle aziende nei settori direttamente colpiti dall’epidemia erano di fatto operative il 1° marzo, rispetto al 37,7 per cento di una settimana prima.

Un funzionario del governo del Wenzhou, che ha chiesto di mantenere l’anonimato vista la delicatezza della questione, ha spiegato che «riaprire una fabbrica è facile. Tutto quello che si deve fare è prendere una guardia e assumere qualche donna delle pulizie e sei a posto, ma riprendere la produzione è tutta un’altra cosa, poiché la domanda del mercato, la disponibilità di lavoratori e la ricerca di un’adeguata fornitura di attrezzature di sicurezza come le mascherine sono tutte sfide. Anche i datori di lavoro temono le infezioni in azienda, perché se qualcuno risulta positivo al virus, tutti i dipendenti devono essere messi in quarantena e bisogna pagarli comunque. Non è uno scambio equo».

Niente chiacchiera alla macchinetta del caffè

Quando i colletti bianchi tornano in ufficio, molti sono riluttanti a socializzare.

I luoghi di lavoro limitano le interazioni all’ora di pranzo, mentre negli edifici degli uffici viene limitato il numero di persone ammesse negli ascensori. In gran parte di Pechino, gli uffici funzionano solo al 50% della capacità, e al 30% nel distretto di Dongcheng.

Un impiegato amministrativo di una scuola di Shanghai ha raccontato che gli è stato ordinato di pranzare da solo alla sua scrivania e di riferire alle risorse umane tutte le persone con cui è stato giornalmente «a stretto contatto». Le scuole della città rimangono chiuse.

Molti evitano del tutto l’ufficio

Un dipendente WeWork che non era autorizzato a parlare con i media ha stimato che solo il 10-20% dei lavoratori è tornato negli otto uffici di Shenzhen da quando è scoppiato il virus. Un portavoce dell’azienda ha detto che la sicurezza era la priorità dell’azienda.

Richard Craggs, presidente della società di catering Nom Nom di Shenzhen, ha calcolato che circa il 30-40 per cento degli operai delle fabbriche che fornisce nella provincia del Guangdong sono tornati al lavoro e che gli affari sono diminuiti dell’80 per cento rispetto all’anno precedente: prima dell’epidemia l’azienda aveva distribuito fino a un milione di pasti al mese a fabbriche, scuole e uffici in tutta la provincia.

I governi locali stanno fornendo sostegno finanziario alle imprese, per aiutarle a rimanere a galla; ad esempio la città di Zhuhai offre alle aziende 500 yuan (circa 63 euro) per ogni nuova assunzione, mentre paga alle aziende 80 yuan al giorno per compensare ogni dipendente ancora in isolamento nell’Hubei.

Fu Rongyao ha raccontato che i dipendenti della sua fabbrica nello Zhejiang, che produce le illuminazioni natalizie, hanno sentito che il governo fornisce ai lavoratori stipendi di 2.000 yuan. Tuttavia lui afferma di non aver ricevuto alcun beneficio di questo tipo e di non sapere come richiederlo. Finora solo il 10% del suo personale è tornato. «Dicono: “Ci darete questi soldi?” […] Il loro pensiero è: “Prima ce li date, poi veniamo”».

 

Articolo in inglese: Eating Solo, Avoiding Rush Hour: China Cautiously Returns to Work

 
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