L’orribile realtà degli asili cinesi

Di Chen Simin

In linea con i preparativi del Partito Comunista Cinese (Pcc) per celebrare il suo 100° anniversario, le scuole e gli asili cinesi stanno svolgendo varie attività di «ringraziamento al Partito», tra le quali una sul tema di «sono grato al Partito per avermi dato un buon ambiente per crescere». Tuttavia, gli abusi sui minori e la violenza negli asili sono ampiamente presenti in tutta la Cina.

Lesioni fisiche

Sul corpo di una bambina di tre anni di un asilo a Xi’an, (nella provincia dello Shaanxi) sono state rilevate 29 punture di aghi: era stata torturata da un insegnante.

Anche un bambino di quattro anni è stato ripetutamente punto con aghi da tre insegnanti, a Shenzhen.

Inoltre, è stato scoperto che un’insegnante d’asilo a Dalian era una persona violenta, e tra i bambini dell’asilo alcuni presentavano cicatrici.

Una maestra d’asilo a Puning, nella provincia del Guangdong, ha colpito un bambino facendogli sanguinare la bocca e causandogli la caduta di un dente.

Un bambino di tre anni ad Harbin nella provincia dell’Heilongjiang ha riportato ferite alla testa e al collo perché un’insegnante gli ha premuto uno sgabello sulla testa.

A Changzhou, nella provincia del Jiangsu, una maestra d’asilo non solo ha schiaffeggiato violentemente i bambini, ma ha anche fatto sì che si schiaffeggiassero da soli.

A Hangzhou, nella provincia dello Zhejiang, un certo numero di maestre d’asilo hanno picchiato i propri bambini. Secondo le descrizioni e i video dei bambini, i bambini sono stati presi a calci, colpiti alla testa, schiaffeggiati in viso e trascinati violentemente.

Un ragazzo piange durante la lezione perché gli manca sua madre, al West Point Training Center di Hangzhou, provincia di Zhejiang, Cina, il 2 agosto 2006. (Cancan Chu/Getty Images)

Distruggere l’autostima

Nella provincia dello Yunnan, una madre ha riferito che sua figlia di tre anni in un asilo nido a Kunming è stata costretta dal suo insegnante a mangiare le feci dal bagno perché «non aveva studiato molto in classe, e si era comportata male durante i pasti». Altri bambini le avrebbero detto di aver visto la bambina costretta a mangiare le feci dall’insegnante per due volte.

Nella provincia del Jiangxi, un insegnante di sesso maschile presso una filiale della Ryb Education, una società quotata in borsa per l’istruzione prescolare, ha pubblicato una foto sul suo account di social media Weibo, delle mani di un bambino che tengono il piede di un adulto e lo annusa. Il post iniziava con il testo «Coltivare ‘m’ in giovane età». Dopo la foto c’erano due commenti, uno che diceva «annusalo, annusalo attentamente», il secondo che affermava che «genitori e insegnanti sono stati bloccati». La «m» nel testo è stata interpretata come un riferimento al sadomasochismo, secondo i commenti.

Ding Shaonan, 9 anni, cena all’orfanotrofio Wang Jiayu del villaggio di Sanshilipu nella contea di Yingshang della provincia di Anhui, Cina, il 9 luglio 2006. (Foto Cina/Getty Images)

Nella contea di Yongshun, provincia dell’Hunan, un insegnante di seconda elementare ha chiesto a una ventina di studenti che non avevano donato soldi, di mettersi in fila per un video, che poi ha inviato a un gruppo di genitori. I genitori sono stati quindi mobilitati per raccogliere fondi e ad ogni studente è stato chiesto di donare sei yuan (circa 78 cent). L’insegnante ha annunciato: «Deve essere fatto oggi». Secondo quanto riferito, l’insegnante lo ha fatto sotto ordine della scuola.

L’annuncio video degli studenti che non hanno donato non è una novità. Nel 2018, in una scuola elementare di Maoming, provincia del Guangdong, l’insegnante ha scattato delle foto a 10 bambini su un palco con le mani dietro la schiena, perché non avevano donato, ha creato un video e lo ha inviato al gruppo dei genitori per esporli alle critiche pubbliche.

Il video era narrato dall’insegnante che declamava i loro nomi e specificava: «Questi 10 studenti non hanno donato». Gli studenti che non avevano donato denaro sono stati penalizzati e messi in fila. I loro volti sono stati inquadrati uno per uno. Allo stesso tempo, nel video si udiva una voce che li interrogava con un tono molto duro. Questa scena è molto familiare per i cinesi, in quanto riguarda le «confessioni» mandate in onda sulle televisioni statali.

In effetti, da quando la Tv statale cinese Cctv ha iniziato a trasmettere confessioni pubbliche nel 2013 fino al 2016, ogni mese in prima serata c’è quasi sempre stata almeno una confessione. La Cctv ha quindi dato l’esempio, incitando indirettamente a questi ‘processi’ di gogna pubblica. Questa volta, il processo pubblico di Hunan contro i giovani studenti che non hanno donato denaro ha avuto luogo nella contea di Yongshun, un’area remota e molto povera nell’Hunan. I bambini del posto non sono benestanti. Sfortunatamente, la dignità non vale nemmeno sei yuan.

Numerose morti anomale

Il 13 aprile, un bambino di quattro anni è morto improvvisamente in un asilo a Taierzhuang, nella provincia del Shandong. Quando la famiglia del bambino si è precipitata all’asilo e ha chiesto di controllare la telecamera di sicurezza, la scuola ha risposto che la telecamera era rotta. Al momento, non ci sono conclusioni ufficiali sulla causa della morte del bambino.

Il 28 aprile, in un asilo nella cittadina locale della città di Yulin, provincia del Guangxi, un uomo con un coltello ha iniziato improvvisamente ad attaccare indiscriminatamente insegnanti e studenti, provocando secondo i funzionari locali, due morti (entrambi bambini) e 16 feriti (compresi due insegnanti). Tuttavia, secondo le notizie di testimoni oculari su internet, i bambini morti sarebbero più di nove.

I documenti pubblici dal 2010 al 2020 mostrano che ogni anno, negli ultimi 11 anni, ci sono stati molti omicidi nelle scuole di tutto il Paese, in particolare in quelle elementari e negli asili nido.

Prendiamo questi pochi casi come esempi:

Nel 2020, ci sono stati due morti e quattro feriti in un caso di omicidio in un asilo a Guangzhou, nella provincia del Guangdong: una guardia di sicurezza licenziata presso la scuola elementare nella città di Wangfu, nel Guangxi, ha ferito 39 studenti e membri della facoltà.

Nel 2019, un custode licenziato presso la scuola elementare affiliata alla Beijing Normal University ha attaccato e ferito più di 20 bambini con un martello.

Nel 2018, un sospetto ha aggredito e ferito 14 bambini in un asilo locale a Chongqing, nella provincia dello Sichuan.

E i dati precedenti non sono molto migliori. Secondo le statistiche nel 2010, ci sono stati cinque casi di omicidio a scuola, tra cui quattro scuole elementari e un asilo a livello nazionale, nel giro di 35 giorni. I funzionari cinesi hanno riportato un totale di almeno 13 morti e quasi 40 feriti. Successivamente, un’immagine virale su internet, ha mostrato che gli asili nido di tutto il Paese avevano appeso striscioni riportanti: «Per ogni rimostranza, girate a sinistra e il governo è lì», il che sta a significare che il regime è responsabile degli attacchi.

A quel tempo, molti analisti hanno affermato che i frequenti attacchi alle scuole in Cina non fossero semplici crimini ma problemi di salute mentale dovuti a problemi sociali. Con la crescita economica della Cina e il governo del regime, la disparità tra ricchi e poveri è aumentata, con conseguenti problemi di depressione e perdita di moralità. Inoltre il sistema legale è difettoso, con conseguente mancanza di equità e giustizia. Tutto ciò peggiora e diffonde ulteriormente i problemi di salute mentale.

Gli studenti posano davanti a una lavagna nella scuola elementare Yang Dezhi «Armata Rossa» a Wenshui, paese di Xishui nella provincia di Guizhou, Cina, il 7 novembre 2016. (Fred Dufour/Afp/Getty Images)

Un fatto molto importante ma trascurato è che la cosa che distingue i bambini delle scuole cinesi dal resto del mondo, è la sciarpa rossa. Ai ragazzi delle scuole è richiesto di indossare la sciarpa rossa, simbolo dell’appartenenza ai Giovani Pionieri, un’affiliazione del Partito Comunista Cinese. E la morte di molti bambini è stata associata direttamente alla sciarpa rossa, che è diventata un’arma letale.

Nel 2020, per esempio, un bambino di quinta elementare a Dazhou, nella provincia dello Sichuan, è morto soffocato da una sciarpa rossa mentre giocava.

Nel 2017, un ragazzo di 12 anni di Pingxiang, nella provincia del Jiangxi, è morto impiccato in casa con una sciarpa rossa.

Nel 2014, un bambino di sette anni a Wenzhou, nella provincia del Zhejiang, è rimasto strangolato da una sciarpa rossa, ma la scuola ha insistito sul fatto che il bambino si fosse suicidato.

Nel 2009, uno studente di 12 anni a Kunming, nella provincia dello Yunnan, è stato trovato morto, appeso a un letto di ferro con una sciarpa rossa. Secondo quanto riferito, uno studente di 11 anni nella provincia dell’Hunan si è impiccato con una sciarpa rossa in una casa in affitto a Dongguan.

In breve, gli scioccanti episodi di abusi e lesioni sui minori in Cina si sono ripetuti e sono uno schiaffo in faccia alla propaganda del Pcc e farsi come «grato al Partito per avermi dato un buon ambiente per crescere».

 

Chen Simin è uno scrittore freelance che analizza spesso l’attualità della Cina. Dal 2011 collabora con Epoch Times.

 Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: Prevalent Child Abuse Across Schools in China Refutes CCP Propaganda



 
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