Lockdown e meditazione, gli italiani si riscoprono spirituali

Di Alessandro Starnoni

Lo stress causato dalla pandemia da Covid e relativo lockdown ha avuto l’effetto di avvicinare sempre più italiani a metodi di rilassamento come Yoga e meditazione. Chi inizia a praticare la meditazione scopre che non solo allevia l’ansia dovuta alla pressione delle notizie sulla pandemia o al lockdown, ma aiuta anche, in caso di contagio, ad assorbire meglio le cure o a rimettersi prima in forze.

A dicembre l’agenzia Ansa citando i sondaggi di Petit BamBou e YouGov (rispettivamente un’app per la meditazione e una società di ricerca) ha persino parlato di «boom» di nuovi ‘iniziati’ alla meditazione in Italia, considerata da molti un valido supporto per alleggerire la mente e di beneficio alla salute psico-fisica (1 italiano su 5 la praticherebbe regolarmente).

Alcuni si avvicinano alla pratica di meditazione per ragioni prettamente salutari, quindi per trovare un po’ di sollievo dallo stress e per rimanere in forma fisicamente. In tal caso se l’obiettivo è quello le pratiche consigliate possono essere lo Yoga, il Tai Chi, e un’altra pratica molto in crescita proprio secondo il resoconto Ansa è la meditazione mindfulness.

Altri si avvicinano alla meditazione per ragioni più spirituali. In questi casi le persone si avvicinano a meditazioni di scuola buddista, taoista e simili, che possono essere comunque praticate nella vita di tutti i giorni e portano lo stesso a benefici per la salute.
In effetti lo yoga è una pratica molto antica che proviene dall’Oriente e che in passato portava con sé una componente fortemente spirituale. Nel corso del tempo, sebbene questo aspetto si sia in parte conservato, è poi stata maggiormente enfatizzata la componente degli esercizi fisici, quindi la pratica dello yoga si è in un certo senso ‘occidentalizzata’. Lo stesso discorso vale per il Tai Chi.

Tuttavia, rispetto alla mindfulness, lo yoga e il Tai Chi conservano un aspetto spirituale più accentuato e più vicino quindi alle pratiche di meditazione buddiste e taoiste.

La meditazione come percorso di crescita interiore

Un’altra antica disciplina non religiosa di scuola buddista, che ha tuttavia conservato nei millenni del tutto quest’ultima componente più ‘spirituale’ e che si sta diffondendo da trent’anni nel mondo, Italia compresa, è la Falun Dafa, che è composta sia da esercizi fisici di qigong (simili allo yoga e al Tai Chi), sia da principi per la vita di tutti i giorni che vengono riassunti in ‘verità-compassione-tolleranza’.

Chi la pratica ha trovato in essa quindi sia i benefici della meditazione classica, come il sollievo dallo stress e il miglioramento della salute, ma c’è chi ha anche trovato una ragione più profonda per vivere. Non manca infatti chi ha iniziato a praticarla per ragioni di salute, come si farebbe per metodi come Yoga e simili, e che poi ha continuato proprio perché ha scoperto e apprezzato il suo aspetto più interiorizzato del miglioramento personale (quindi di  crescita ‘spirituale’).

Secondo quanto dichiarato da Massimiliano (un praticante italiano della Falun Dafa) ai microfoni di Epoch Times, la pratica lo ha beneficiato aiutandolo a migliorare se stesso, e quindi a «cercare di essere più buono – racconta – dato che io ho un po’ la tendenza a disputare con le persone, al cercare di voler avere sempre ragione e di volermi imporre. Invece con la Falun Dafa trovi uno stile di vita molto più pacifico, molto più buono, che ti consente di avere anche buoni rapporti».

Ecco un video introduttivo alla pratica:

 



 
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