Lo zucchero e i rischi di patologie, assuefazione e dipendenza

Da tempo è noto che assumere troppo zucchero danneggia la salute, ma la maggior parte dei medici e degli scienziati esita a definire la dolce sabbia cristallina come una droga pericolosa che crea dipendenza. Forse è per indulgenza o forse perché è meglio mediare usando il classico e buon autocontrollo; in ogni caso, secondo il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti, dal 1800 a oggi il consumo di zucchero pro-capite è aumentato notevolmente, passando da uno a 68 chili all’anno.

Tuttavia, gli esperti sono titubanti nell’etichettare lo zucchero come una ‘droga’ anche perché ha sempre fatto parte della dieta umana: ma mentre gli alimenti trasformati contengono enormi quantità di zuccheri aggiunti, i cibi integrali, invece, come latte, frutta, verdure e cerali – naturalmente ricchi di zuccheri – contengono anche molte altre sostanze nutritive, tra i quali antiossidanti, magnesio e vitamine del gruppo B, che contribuiscono a ridurre la risposta infiammatoria e gli sconvolgimenti ormonali innescati dallo zucchero.

Inoltre, ingerire più zucchero significa incrementare l’apporto calorico; ma è opinione diffusa che potendo bruciare quelle calorie in eccesso, abbuffarsi di dolci non causerà danni duraturi.
Però, negli ultimi anni viene raccontata una storia diversa: studi su larga scala stanno dimostrando che, consumando troppo zucchero, aumenta sensibilmente il rischio di incorrere in obesità, diabete e malattie cardiache e infiammazioni croniche; e quest’ultima, oltretutto, accelera il processo di invecchiamento e favorisce lo sviluppo di un cancro.

Per evitare tali problemi, i nutrizionisti sollecitano a ridurre a meno del dieci per cento del totale, l’apporto calorico giornaliero dello zucchero. La maggioranza della popolazione, invece, supera di oltre triplo questo quantitativo e, oltretutto, sembra proprio incapace di farne a meno. La comprensione prevalente è che la gente sia semplicemente attratta dal gusto seducente dei cibi iper-palatabili e alcuni punti della ricerca indicano che la dipendenza fisiologica dallo zucchero può competere con quella da cocaina e tabacco.

PICCO GLICEMICO

Un recente articolo pubblicato sul British Journal of Sports Medicine ha esaminato le prove che classificano lo zucchero come un farmaco pericoloso che crea dipendenza, dimostrando le sorprendenti somiglianze tra i suoi effetti e quelle dei vizi incalliti.

Il dottor James DiNicolantonio, uno degli autori dello studio e scienziato sulla ricerca cardiovascolare dell’Istituto Heart America di San Luca di Kansas e autore di ‘The Salt Fix [l’assoluzione del sale, ndt]’, fa notare inoltre che la struttura dello zucchero è simile a quella di altre sostanze stupefacenti.

«Viene estratto e preparato nello stesso modo in cui la cocaina e l’eroina vengono trasformate dalle piante di coca e di papavero», afferma DiNicolantonio. «Prendi la canna da zucchero, la fai bollire, togli tutti i nutrienti e la raffini finché diventa una sostanza bianca pura e cristallina».

Il cibo delizioso, in qualsiasi forma, stimola il piacere e la ricompensa di sostanze chimiche nel cervello, ma l’effetto dello zucchero concentrato è particolarmente intenso: niente dona più gioia a chi è goloso.

DiNicolantonio fa notare che questo è dovuto in parte al rapporto distruttivo tra dipendenza da zuccheri e livello di dopamina cerebrale: «Si finisce costantemente con l’aumentare il consumo dello zucchero – afferma – per innalzare i livelli di dopamina al fine di sentirsi bene.

«Che si manterranno elevati mentre si mangia lo zucchero e si abbasseranno quando si smette.

«È un circolo vizioso».

Nel sangue si innesca un effetto ‘montagne russe’: un elevata dose di zucchero aumenta i livelli di glucosio nel sangue, che poi crolla una volta che il corpo ha metabolizzato il biscotto, il gelato o la bibita zuccherata, ri-stimolando la voglia di zucchero per cercare di ritrovare l’equilibrio.

Lo zucchero in eccesso scatena anche l’insulina. Col passare del tempo, secondo Carolyn Dean, medico naturopata e autore di numerosi libri sulla salute e la nutrizione, questi picchi insulinici possono portare all’insulino-resistenza, a problemi epatici e, infine, al diabete di tipo 2.

«Sì – dichiara Dean via email a Epoch Times – lo zucchero è un farmaco pericoloso e che crea dipendenza».

Il corpo umano ha bisogno di sostanze nutritive essenziali quali grassi, proteine, vitamine e minerali, ma può fare a meno dello zucchero. Quando il cibo scarseggia, tuttavia, i dolciumi possono essere fondamentali per sopravvivere.

Lo zucchero, d’altra parte, stimola il corpo umano ad accumulare i grassi, per creare un ‘magazzino’ energetico dove attingere in mancanza di alimenti più nutrienti; ma il meccanismo biologico che ha sostenuto l’uomo primitivo, diventa controproducente per l’uomo moderno che ha una dieta ricca di zuccheri. L’assunzione dello zucchero, in qualsiasi forma, segnala al pancreas di secernere l’insulina, che permette alle cellule di utilizzare lo zucchero come fonte energetica. Tuttavia, consumare troppo spesso quantità eccessive di zucchero impedisce l’accesso a riserve corporee più nutrienti.

Così si finisce per diventare «fisiologicamente dipendenti dallo zucchero a livello energetico – spiega DiNicolantonio – perché non si può davvero accedere ai propri grassi energetici e alle proteine immagazzinate, a causa degli elevati livelli di insulina».

PURO PIACERE, PERICOLO NASCOSTO

Però, anche se lo zucchero è veramente nocivo, i pericoli emergono solo ora, e uno dei motivi perché l’ambiente scientifico cerca di eludere la questione è che le informazioni critiche sono state sepolte per decenni: il numero di novembre del 2016 di Jama scrive che i ricercatori, negli anni ’50, avevano già notato i segnali che lo zucchero portava alla malattia coronarica; ma per evitare la pubblicità negativa, l’industria dello zucchero ha sponsorizzato un programma di ricerca ad Harvard che è riuscito a metterne in dubbio la pericolosità, incolpando al suo posto, come causa di malattia, il grasso.

Ma non tutti si sono fatti ingannare. Nel 1972, John Yudkin, scienziato britannico e nutrizionista, ha pubblicato ‘Pure, White and Deadly [puro, bianco e letale, ndt]’, un libro che illustra le prove del ruolo nocivo giocato dallo zucchero sulla nostra salute: la sua posizione anti-zucchero fu talmente controversa da costargli la reputazione e stroncare la sua carriera di ricercatore.
L’influenza dell’industria alimentare è evidente e può ancora oscurare la nostra comprensione sugli effetti nocivi dello zucchero: nel 2016, i ricercatori dell’Università della California hanno esaminato tutti gli studi sul consumo di bevande analcoliche in relazione all’obesità e al diabete pubblicati dal 2000 e hanno scoperto che le ricerche condotte da ricercatori indipendenti – a differenza di quelle sponsorizzate dall’industria della soda – ne hanno rivelato il netto legame.

Inoltre, i diversi nomi attribuiti agli zuccheri concentrati – come succo di canna evaporata o cristalli di canna, che trasmettono un’idea più sana – hanno contribuito a creare altra confusione. C’è anche lo zucchero più dolce, il cugino a base di mais, lo sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (Hfcs), prodotto che una volta veniva pubblicizzato come un’alternativa più salutare allo zucchero. Gli scienziati hanno da allora scoperto che l’Hfcs scatena più infiammazioni e promuove più malattie epatiche e insulino-resistenti del classico saccarosio.

Tuttavia, un numero crescente di medici è diventato cosciente del ‘trucco’: il più famoso crociato contemporaneo anti-zucchero è forse il dottor Robert Lustig, endocrinologo pediatrico presso l’Università della California, specializzata nel trattamento dell’obesità infantile. Lustig considera lo zucchero e l’Hfcs non solo come delle droghe pericolose che danno dipendenza, ma addirittura dei veri e propri veleni, definendoli anche ‘l’alcol dei bambini’, in riferimento alla dipendenza e agli effetti rovinosi che colpiscono i giovani consumatori.

Nel suo ultimo libro, ‘The Hacking of the American Mind: The Science Behind the Corporate Takeover of Our Bodies and Brains’ [L’hackeraggio delle menti americane: la scienza dietro l’acquisizione aziendale dei nostri corpi e cervelli, ndt], Lustig sostiene che la nostra fame insaziabile per lo zucchero abbia addirittura modellato il nostro senso delle priorità. Nel suo libro afferma che la forte stimolazione della dopamina derivata dal consumo abituale di zucchero ci ha permesso di cercare intensi piaceri di breve durata – piuttosto che una vera felicità – creando una vita di dipendenza e di depressione cronica.

«Il piacere è il pendio scivoloso verso la tolleranza e la dipendenza, mentre la felicità è la chiave della lunga vita», scrive. «Ma se non capiamo cosa sta accadendo nel nostro cervello, diventiamo preda delle industrie che sfruttano le nostre dipendenze con la scusa di venderci la felicità».

COME DISINTOSSICARSI

DiNicolantonio afferma che non c’è mai stato uno studio definitivo per poter dimostrare che lo zucchero crei dipendenza, ma osserva che ci sono segnali evidenti ai quali prestare attenzione.

«Se la gente dice che non possono rinunciare allo zucchero – sostiene – dobbiamo ascoltarli».

Dan Defigio, esperto di nutrizione e fitness e autore di ‘Beating Sugar Addiction for Dummies’ [Come sconfiggere la dipendenza dello zucchero per principianti, ndt], che aiutato migliaia di persone a cercare di superare la loro dipendenza da zucchero, non aveva mai avuto intenzione di specializzarsi in questo ambito, ma ha capito subito che è il campo dove la gente ha maggior bisogno di aiuto.

«L’esigenza è stata talmente forte – afferma – e probabilmente è aumentata negli ultimi dieci anni».

Se lo zucchero raffinato crea una dipendenza pericolosa, la disintossicazione allora rappresenta una sfida unica, perché, a differenza di altri medicinali di cui si abusa, lo zucchero è economico, socialmente accettabile e difficile da evitare.

Tuttavia, come nelle altre dipendenze, la psicologia svolge un ruolo importante per auto-sospendere la propria assunzione di zucchero, perché, secondo Defigio, le persone spesso mangiano i dolci per riempire un vuoto emotivo: quindi per una persona, anche se è consapevole dei danni alla salute che potrebbe subire, sarebbe ancora molto difficile smettere di assumerlo.

Nell’esperienza di Defigio, solo il dieci per cento delle persone è in grado di rinunciare di colpo allo zucchero; per tutti gli altri il processo è graduale; e il più grande ostacolo è pensare: «Tutto o niente». Quando il tipico tossicodipendente da zucchero non completa il suo percorso di disintossicazione, ritorna rapidamente alle vecchie abitudini, vergognandosi della sconfitta. «Pensate alla logica: “Sono caduto dal carro e ho mangiato un biscotto quindi potrei anche mangiare tutti i biscotti”».

«È questo il motivo per cui lo zucchero ha una tale presa sulle persone».

Alle persone che imparano a mangiare meglio e a prendere le distanze dallo zucchero, Defigio consiglia anche di entrare in contatto con l’esercizio fisico che può aumentare l’energia e innalzare il livello di endorfine, andando a sostituire alcune delle sensazioni già cercate nello zucchero. Inoltre l’attività fisica rende il corpo umano più ricettivo all’insulina, aiutando a eliminare alcuni dei turbamenti ormonali causati dallo zucchero.

Mentre più persone scoprono gli effetti dello zucchero concentrato, i dolcetti sembrano destinati a finire come le sigarette: con un occhio sulla salute pubblica (e sfruttando anche l’occasione per generare un po’ di reddito), molte città applicano una tassa sulla soda per scoraggiare l’eccessivo consumo di zucchero.

Però, anche se la ricerca dimostra che la tassazione delle bevande dolci ne riduce il consumo, Defigio crede che questo tipo di soluzione punitiva sia insostenibile, e dice invece che si dovrebbe concentrare la propria energia per diventare più pro-attivi nel vivere la vita, nel trattare il proprio corpo e nel nutrirsi. «A grandi linee, l’idea è di imparare a prendere regolarmente decisioni salutari più a lungo termine – conclude Defigio – anziché semplicemente punire con un’altra multa da 15 centesimi».

Articolo in inglese: Sugar: A Dangerous and Addictive Drug?

Traduzione di Massimo Marcon

 
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