Le influenze e i limiti dei sondaggi elettorali

Le campagne elettorali vivono e muoiono in base ai sondaggi, ed è impossibile immaginare una copertura mediatica delle elezioni priva del costante commento di sottofondo dei commentatori.

È diventato così intrinseco al processo, che l’idoneità di un candidato a partecipare ai dibattiti presidenziali americani dipende da come se la cava nei sondaggi. La Commissione sui dibattiti presidenziali, infatti, ha stabilito che un candidato, per guadagnarsi un posto sul palco, deve essere supportato in media dal 15 per cento delle persone intervistate in cinque specifici sondaggi nazionali.
Eppure, nonostante siano così influenti, i sondaggi sono imperfetti. E in quanto imperfetto, ogni sondaggio può essere sezionato e contestato.

In questo ambiente, può essere difficile per il pubblico interpretare i sondaggi. Ma per essere un elettorato veramente colto, è importante capire i sondaggi al di là dei numeri. Alcune lezioni dall’inizio del 2016, aiutano a fare chiarezza.

IL RUOLO DEI SONDAGGI

I sondaggi servono le elezioni in molti modi. Consentono al pubblico di farsi un opinione su un candidato o su una situazione. Forniscono punti di discussione per i media e le campagne. Come da moda politica attuale, nel solo mese di agosto, sono stati condotti 258 sondaggi – ossia 8,3 al giorno (compresi sondaggi nazionali e statali) – da 65 agenzie diverse.

I sondaggi sono essenziali anche nella strategia di una campagna elettorale per conoscere i messaggi in risonanza con l’elettorato, e poi regolarsi di conseguenza.
Ad esempio, la campagna di Hillary Clinton ha reagito al basso numero di preferenze ottenute da Donald Trump nei sondaggi, tra i repubblicani moderati, rilasciando un video in cui i repubblicani denunciavano Trump.
Invece Trump ha reagito al basso indice di fiducia della Clinton amplificando gli attacchi relativi al suo curriculum come segretario di Stato, agli scandali e-mail, e alla gestione del denaro della Fondazione Clinton.

Inoltre, il sondaggio è una battaglia di percezione. Lungi dal riflettere passivamente le preferenze degli elettori, può impattare sulla fortuna politica tramite l”effetto carrozzone’: un candidato con sondaggi migliori sarà preso più seriamente e potrà attrarre più elettori, gruppi di interesse, finanziatori e aspiranti sostenitori.

Ben Carson, neurochirurgo in pensione senza esperienza politica e con un budget limitato per la sua campagna, si è unito alle primarie repubblicane mantenendo un basso profilo. Non c’era nulla che indicasse che potesse essere un reale contendente; ma quando ha iniziato a risultare secondo nei sondaggi, e poi è passato in testa lo scorso autunno, improvvisamente è stato preso come un serio candidato. Questo è durato fino ad inizio di dicembre, quando è ridisceso nei sondaggi.

METODOLOGIA FONDAMENTALE

Sono due i tipi di agenzie che conducono i sondaggi: indipendenti e di parte (assunte da un partito o da un candidato). Queste ultime sono considerate meno affidabili, soprattutto se i risultati vengono resi pubblici, dal momento che è fin troppo facile ottenere i risultati desiderati modificando la formulazione di una domanda o alterando il campione.

Doug Schwartz, direttore dei sondaggi presso l’Università di Quinnipiac, riferendosi alla divulgazione della metodologia di un sondaggio, ha affermato: «Più è trasparente un sondaggio, più è affidabile». Questo include le dimensioni del campione e la sua composizione, come e quando gli intervistati sono stati contattati, il margine d’errore, la ponderazione dei risultati, e le domande poste.
Ogni agenzia di sondaggi ha il proprio metodo preferito. Le reti di informazione più importanti conducono alcuni dei sondaggi più rispettati del settore, soprattutto perché hanno i fondi per condurli in maniera accurata.

Tutti e cinque i sondaggi selezionati dalla Commissione sui dibattiti presidenziali per decidere chi avrebbe vinto un posto nei dibattiti del 2016 sono dei maggiori media: ABC News – Washington Post, CBS News – New York Times, CNN – Opinion Research Corporation, Fox News, e NBC News – Wall Street Journal.
Per valutare un sondaggio, è necessario capire che cosa il sondaggista abbia fatto. E Schwartz chiede: «Primo: è stato un campione casuale, ed in grado di rappresentare tutta la popolazione?».
Alcuni tipi di sondaggi non sono in grado di generare campioni casuali. Ad esempio, i sondaggi on-line – dove il campione è spesso limitato ai frequentatori del sito – sono i meno affidabili e i più economici da condurre.

Il robocalling (chiamate automatiche) distorce i risultati, perché i regolamenti federali non permettono ai robot di chiamare telefoni cellulari, ma solo quelli fissi. Secondo il centro di ricerca Pew, se il 47 per cento degli adulti statunitensi che possiede solo il cellulare viene escluso – i più giovani, i meno istruiti, quelli a basso reddito e che vivono in aree urbane – il sondaggio non può includere un campione rappresentativo della popolazione.
Questo metodo di chiamata è utilizzato da molti sondaggisti perchè costa circa la metà o meno della composizione manuale e delle interviste dal vivo.

IL GIOCO CRITICO

I sondaggi non sono mai perfetti: sono ipotesi plausibili su eventi futuri. E ogni scelta metodologica può influenzare il risultato di un sondaggio; per questo è facile, soprattutto nei media sensazionalistici, trovare buchi in qualsiasi sondaggio.

Il sondaggio di CNN/ORC rilasciato il 6 settembre, è stato il sondaggio più importante che ha mostrato Trump davanti alla Clinton (45 contro il 43 per cento), da quando sono iniziate le convention.
Tuttavia Chuck Todd, conduttore liberale di MSNBC, ha affermato che per il sondaggio è stato creato un campione con un numero eccessivo di bianchi senza laurea, una fascia di popolazione che tende a sostenere fortemente Trump.

Con i risultati ‘non falsati’ (regolati in base alla composizione degli elettori nel 2012), Todd è arrivato a nuovi numeri: 46 per cento a favore della Clinton contro 42 per cento a favore di Trump.
Però che quest’anno Trump prenda o meno un numero maggiore di voti dai bianchi non laureati, nessun sondaggio può prevederlo.

Dall’altra parte del corridoio, i conservatori hanno criticato i sondaggi che danno la Clinton in vantaggio: per il principale motivo che li ritengono di parte, perché i campioni sondati sono costituiti maggiormente da democratici che da repubblicani.
Ad esempio, un sondaggio nazionale di ABC/Washington Post, pubblicato il 26 giugno, dava la Clinton al comando con il 51 per cento davanti a Trump, fermo al 39 per cento. Un commentatore filo conservatore di Fox News, Sean Hannity, ha osservato come il 36 per cento degli intervistati fossero democratici e solo il 24 per cento repubblicani.

Nel 2012, i repubblicani hanno presentato un’argomentazione analoga quando Mitt Romney era in corsa contro Barack Obama, ma il centro ricerche Pew e altri sostengono che non bisogna etichettare le categorie elettori sulla base delle affiliazioni al Partito: «Sarebbe senza dubbio la cosa sbagliata da fare», scrive Pew, spiegando che l’identificazione di partito è un atteggiamento, non un segmento della popolazione».
«L’identificazione di partito è uno degli aspetti dell’opinione pubblica che i nostri sondaggi stanno cercando di misurare, non qualcosa che sappiamo in anticipo, come la percentuale di adulti afro-americani, di donne, o di chi vive al Sud».

L’ERRORE DEL MICHIGAN

È sempre facile riguardare, in seguito, un ‘cattivo’ sondaggio per capire dove è andato male.
Nelle primarie democratiche del Michigan, Bernie Sanders ha battuto la Clinton nonostante i sondaggi lo dessero in svantaggio. In media, su 20 venti sondaggi di FiveThirtyEight [sito statunitensi che si occupa di sondaggi di opinione, ndt], era dietro di 21 punti.

L’ultimo sondaggio che ha preceduto le primarie dell’8 marz, di Fox-Mitchell Research and Communications, ad esempio, dava la Clinton in vantaggio di 37 punti; questo solo due giorni prima che Sanders vincesse nello Stato con l’1,5 per cento di scarto.

Nonostante quella del Michigan si sia rivelato un’eccezione, in una stagione di accurati sondaggi sulle primarie, ha sollevato comunque alcuni interrogativi.
Un errore critico del sondaggio Fox-Mitchell è stato attribuito al fatto che si è basato solo su chiamate verso telefoni fissi. Di conseguenza, la previsione contava sul fatto che gli elettori con meno di 50 anni fossero meno di un quarto, mentre in realtà erano oltre la metà.
Un sondaggio simile effettuato dall’Huffington Post, che ha incluso chiamate verso i cellulari e che dava comunque come favorita la Clinton, ma con un margine inferiore – solo 13 per cento – rimanendo però ancora lontano dalla realtà, ha evidenziato ulteriori problemi nel modello dei sondaggi.

Il rinomato sondaggista Ann Selzer, la cui azienda ha condotto sondaggi per il Des Moines Register, ha detto che l’errore nel Michigan è stato causato da un’errata interpretazione del modello storico delle primarie democratiche del 2008: «Mi è capitato di fare un sondaggio nel Michigan per le primarie 2008, ed è stato unico».
«Il partito Democratico dell’Iowa aveva chiesto ai candidati di firmare un impegno a non fare campagne negli Stati che avessero saltato la linea del tenere comizi per le primarie antecedenti la data assegnata dal partito. Il Michigan l’ha saltata per tenere le primarie in anticipo.
«Di conseguenza, i candidati che avevano firmato l’impegno non hanno avuto il loro nome sulla scheda elettorale del Michigan, tra cui Barack Obama e altri principali contendenti».
Mentre la Clinton è stata l’unico concorrente importante poi finito al ballottaggio per cui c’è stata un’affluenza senza precedenti nel giorno delle elezioni: «L’affluenza è stata qualcosa di strano, a differenza del passato. Così i sondaggisti che pensavano a un elettorato per le primarie del 2016 simile a quello del 2008 o vivevano nel mondo dei sogni o semplicemente non conoscevano la Storia».
«È quel tipo di trappola in cui cade chi tenta di usare il passato per predire il futuro» conclude Selzer.

LA DISTORSIONE DELLE DESIDERABILITA’ SOCIALI

C’è chi crede che la rivoluzionaria campagna di Trump, basata sul sostegno da parte di gruppi che non votano regolarmente, produrrà risultati inattesi nelle prossime elezioni.
Una recente indagine telefonica (utilizzando robocalling) della Rasmussen Report ha suggerito che «il 17 per cento dei probabili elettori repubblicani, quest’anno, hanno meno probabilità di far sapere agli altri come intendono votare, rispetto alle precedenti campagne presidenziali».

Sondaggisti ed esperti di marketing chiamano tutto questo una ‘distorsione della desiderabilità sociale’, che si riferisce al fatto che le persone possono dare risposte imprecise su temi sensibili per fare bella figura.
La prospettiva di questa distorsione ha sollevato la questione se Trump abbia o meno una ‘maggioranza silenziosa’ di sostenitori, che non rispondono, oppure non in modo sincero, ai sondaggi, ma poi che lo voteranno a novembre.

Il termine «maggioranza silenziosa» si riferisce a una dichiarazione del presidente Richard Nixon in un discorso del 3 Novembre 1969: «E così, stasera – ha detto parlando agli americani che avevano sostenuto l’intervento militare degli Stati Uniti in Vietnam – a voi, la grande maggioranza silenziosa dei miei concittadini americani, chiede il vostro sostegno».
Invocare questa frase è stato un punto fermo nella campagna di Trump: «La maggioranza silenziosa sta con Trump».

Ma, guardando al passato, Schwartz non pensa che esista questa maggioranza silenziosa: «Non ci saranno elettori di Trump nascosti, perché le primarie, in media, hanno rispettato le previsioni».

Solo il tempo, naturalmente, dirà se i sondaggisti si sono sbagliati.

EFFETTO ANOMALO

I sondaggi ‘anomali’, ossia quando un singolo risultato di un sondaggio contraddice la maggior parte degli altri, vengono sempre controllati accuratamente.

Ad esempio, il primo sondaggio che ha mostrato Trump davanti alla Clinton dopo le convention è stato quello del 21 agosto il del USC Dornsife/Los Angeles Times, e dava Trump in leggero vantaggio: 45 a 43 per cento (lo stesso sondaggio mostra che Trump ha mantenuto un piccolo vantaggio); ma è stato ampiamente criticato su più fronti.
«Il sondaggio del L.A. Times ha un approccio atipico», ha infatti osservato Selzer: «Valutano i loro dati a seconda di come gli intervistati dicono di aver votato nel 2012. Chiedete, a qualsiasi sondaggista, che ha fatto questa domanda se pensa di aver ricevuto una risposta valida, ossia se la risposta fornita dell’intervistato rispecchia quello che ha votato realmente, e il sondaggista dirà ‘no’».

Il sondaggio è chiamato anche la ‘Corsa dei cavalli’, perché contrappone i due candidati alla presidenza in due distinte questioni invece che una. Inoltre, invece di un campionamento casuale, l’analisi del L.A. Times esamina lo stesso gruppo di circa 3 mila probabili elettori, ripetutamente, per tutta la campagna.
«Nella scienza sociale, ci preoccupiamo dell’ ‘Fffetto Strumento’, ossia del pericolo che il semplice atto di misurare qualcosa cambi il risultato», spiega Selzer: «Come misurare la pressione nelle gomme: per misurarla, si rilascia una boccata d’aria, riducendo così la pressione all’interno».

«Qualcuno che chiede ripetutamente cosa si intende votare potrebbe forzare a votare in modo diverso, e a decidere diversamente da come si sceglierebbe se non si fosse parte del gruppo analizzato».

Ma Nate Silver, fondatore e redattore capo di FiveThirtyEight, sostiene invece che il sondaggio non dovrebbe essere scontato. In un articolo intitolato ‘Aggiornamento sulle elezioni: lasciate in pace il sondaggio del Los Angeles Times‘, Silver ha infatti scritto: «La tendenza di sondaggio dall’L.A. Times fornisce ancora informazioni utili, anche se il livello è basso».

I sostenitori di Silver per ponderare il sondaggio si basano su una ‘regolazione dell’Effetto Casa’, che, spiega Silver, «è una persistente tendenza verso un candidato o un altro, rispetto ad altri sondaggi».

Questo non indica necessariamente un pregiudizio di parte; può essere solo un artefatto della particolare metodologia. «Per esempio – secondo Silver – Polling Public Policy, una società di sondaggi democratica, ha un effetto casa pro-Trump molto lieve quest’anno».

MEDIA SONDAGGISTICA

Una approccio statistico usato per mitigare le carenze di ogni singolo sondaggio è quello di mescolarli insieme nel più ampio sondaggio di tutti facendo diventare, il numero completo e unico.

FiveThirtyEight ha un complesso algoritmo: ogni società di sondaggi è classificata e ponderata in base alla affidabilità della sua metodologia; che prenda in considerazione anche fattori quali effetti casa, tendenze, e se i candidati di terzi partiti sono stati inclusi.
RealClearPolitics, una notiziario politico e aggregatore di dati dei sondaggi, ha un modello più semplice dello stesso concetto: invece di ponderare i sondaggi, fa la media di quelli che ritiene più affidabili per dare un’indicazione media sul confronto di ciascun candidato con il loro avversario.
Ma anche la media ha i suoi critici.

Schwartz della Quinnipiac sondaggi (istituto valutato con grado A- da FiveThirtyEight) non pensa che l’aggregazione risolve ogni cosa, perché ci sono i sondaggi di alta qualità e sondaggi di bassa qualità. «Una media dei sondaggi li usa entrambi – sostiene – ed è meglio omettere quelli di bassa qualità perché non sono affidabili”.
Schwartz pensa che RealClearPolitics includa anche troppi sondaggi a bassa spesa. Ha concesso al metodo di ponderazione dei sondaggi FiveThirtyEight di essere stato probabilmente più accurato, ma rimane scettico.
In alternativa alle medie dei sondaggi, suggerisce che «sia più facile seguire un sondaggio considerato affidabile».

TERMOMETRI NON SFERE DI CRISTALLO

Nonostante le numerose critiche, i sondaggi ora giocano un ruolo fondamentale nella vita politica, in particolare durante la stagione elettorale, così non possono essere ignorati.
È importante ricordare che il sondaggio è solo uno strumento per fare una lettura della temperatura di opinioni nel presente, basato sui modelli passati, nella speranza di predire il futuro. I sondaggi non sono sfere di cristallo, non importa come sono presentati.

Articolo in inglese: Polls Can Shape Elections, but They Are Flawed by Design

Traduzione di: Massimo Marcon

 
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