L’Homunculus e la creazione alchemica della vita artificiale

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

Vi sono ancora diverse questioni etiche che la comunità scientifica si trova ad affrontare, nonostante la scienza abbia fatto molti progressi dal secolo scorso. Una di queste è la creazione della vita artificiale: per alcuni, questa è una logica parte del progresso del sapere scientifico, mentre per altri è un campo in cui gli esseri umani non dovrebbero avventurarsi.

Concetti relativi alla creazione di vita artificiale, come l’ingegneria genetica e la clonazione umana, sono idee scientifiche relativamente moderne. In passato, invece, gli scienziati del medioevo (ovvero gli alchimisti) cercavano di creare vita in maniera artificiale attraverso l’alchimia. E uno degli esseri che si diceva gli alchimisti avessero creato con successo era l’homunculus, o «piccolo uomo» in latino.

L’homunculus viene menzionato per la prima volta in alcuni scritti alchemici del sedicesimo secolo, ma è possibile che questo essere sia più ancora antico. L’idea che persone in miniatura completamente formate possano essere create risale infatti all’Alto Medioevo (dal 400 al 1000 d.C.), e in parte si basa sulla credenza aristotelica che lo sperma dia un contributo maggiore dell’ovulo nella procreazione. Si dice, inoltre, che il primo resoconto conosciuto della creazione dell’homunculus si trovi in un’opera araba non datata e intitolata «Libro della Vacca».

I materiali necessari alla creazione dell’homunculus includevano seme umano, una vacca o una pecora e del sangue animale. Si può comprendere quindi come il processo di creazione dell’homunculus prevedesse delle pratiche a dir poco particolari, come l’inseminazione artificiale della vacca/pecora, lo spalmare i genitali inseminati dell’animale del sangue di un altro animale e il nutrire quest’ultimo esclusivamente con il sangue di un terzo animale.

L’animale così ingravidato partoriva infine una sostanza informe, che veniva poi messa in una polvere fatta di pietra del sole polverizzata (un elisir mistico fosforescente), zolfo, magnete, tutia verde (un solfato ferroso) e linfa di salice bianco. Quando sulla massa informe cominciava a crescere una pelle umana, l’alchimista riponeva questo ‘semilavorato’ organico in un grande bicchiere o in un contenitore di piombo per tre giorni. Dopo di che, l’essere doveva essere nutrito per sette giorni esclusivamente con il sangue della madre decapitata, così da renderlo un homunculus pienamente sviluppato.

Nel «Libro della Vacca» vi sono diverse altre procedure simili per la creazione dell’homunculus: in una di queste viene utilizzata una femmina di scimmia al posto della vacca/pecora, e un altro animale femmina non meglio identificato in un’altra ancora. Vengono  poi usati diversi ingredienti per produrre la polvere, mentre il periodo di incubazione della massa informe nel contenitore viene esteso fino a 40 giorni.

Tutti e tre questi tipi di homunculus avevano le loro specifiche funzioni: un tipo di homunculus poteva essere utilizzato per far apparire la luna piena nell’ultimo giorno del mese, per permettere a una persona di assumere le sembianze di una vacca, una pecora o una scimmia, o per permettere a qualcuno di camminare sull’acqua oppure per aiutare altre persone a distanza.
Un secondo tipo di homunculus poteva essere utilizzato per permettere a qualcuno di vedere demoni e spiriti e conversare con essi. Mentre un terzo tipo era usato per invocare la pioggia nella stagione secca e per creare serpenti estremamente velenosi.

L’alchimista del sedicesimo secolo Philip von Hohenheim, conosciuto anche come Paracelso, nella sua opera «De Natura Rerum» fornisce una sua ricetta per la creazione dell’homunculus: Paracelso utilizza infatti un cavallo come madre surrogata per l’homunculus, e lascia il seme dell’uomo a putrefarsi nell’utero dell’animale per 40 giorni prima della nascita del piccolo uomo.

Inoltre, piuttosto che usare l’homunculus per imprese magiche, Paracelso spiega che l’homunculus deve essere «Educato con la miglior cura e zelo, fino a quando non cresca e inizi a mostrare segni di intelligenza». Paracelso sostiene anche che la procedura per creare l’homunculus sia uno dei più grandi segreti rivelati da Dio ai mortali, suggerendo forse che la creazione di vita artificiale sia una saggezza divina utilizzabile anche dagli esseri umani.

Oggi gli scienziati considerano il «Libro della Vacca» e il «De Natura Rerum» come pura fantasia. Altri suggeriscono che questi scritti siano da intendere in senso simbolico piuttosto che letterale, e che contengano messaggi riferiti a un processo di ascensione spirituale. Sia come sia, l’obiettivo della creazione dell’homunculus, cioè la creazione della vita artificiale, rimane ancora oggi una strada che in molti percorrono.

Articolo ripubblicato con autorizzazione. Leggi qui l’originale in inglese.

 
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