L’Europa incalza la Cina sui diritti umani e sulle aggressioni nel Mar Cinese Meridionale

Di Frank Fang

Durante un recente meeting, l’Unione Europea ha condannato le violazioni dei diritti umani del regime cinese, mentre quest’ultimo cercava di proporre nuovi accordi commerciali e di investimento con i Paesi dell’Europa centrale e orientale.

Al contempo, la Francia ha inviato una nave da guerra e un sottomarino nel Mar Cinese Meridionale per un pattugliamento per la «libertà di navigazione», scatenando l’ira di Pechino.

Secondo alcuni esperti di Cina, queste mosse indicano che i Paesi europei, pur desiderosi di fare affari con la Cina, stanno prendendo una posizione più forte contro le aggressioni di Pechino.

L’incontro tra Wang e Borrell

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi e l’alto rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell hanno tenuto una conferenza video l’8 febbraio.

Secondo un comunicato dell’Ue sulla conferenza, Borrell ha sottolineato le «forti preoccupazioni dell’Ue per l’attuale pressione sulla democrazia e i diritti fondamentali a Hong Kong, per il trattamento dei sostenitori dei diritti umani, così come per il trattamento delle minoranze etniche e religiose, in particolare nello Xinjiang».

Questo perché circa un milione di persone, tra uiguri e altre minoranze etniche che praticano la religione musulmana nella regione dello Xinjiang, sono attualmente detenuti in campi di concentramento, secondo le stime delle Nazioni Unite.

Il comunicato di Pechino sulla conferenza ha invece evidenziato che per Wang le questioni di Hong Kong, dei diritti umani e dello Xinjiang sono tutti «affari interni» della Cina. Specificando che «la Cina si oppone all’interferenza di altri Paesi nei nostri affari interni e alla creazione o diffusione di bugie e informazioni false».

I media statali cinesi hanno infatti bollato i resoconti sulle violazioni dei diritti nello Xinjiang – sia quelli governativi che quelli della stampa occidentale – come notizie false.

Dal canto suo, Borrell ha anche auspicato il rilascio dei politici in Birmania incarcerati dopo il colpo di Stato militare, e ha espresso «profonda preoccupazione per la traiettoria nucleare dell’Iran». Inoltre, sempre citando il comunicato dell’Ue, Borrell ha «sottolineato i forti legami tra Unione Europea e Stati Uniti».

La parte cinese ha dichiarato di aver «condiviso opinioni sulle relazioni con gli Stati Uniti, la Birmania e l’Iran», senza però fornire ulteriori dettagli. Il comunicato di Pechino si è concentrato principalmente sulle opinioni di Wang in merito alle relazioni Ue-Cina, che non sono invece state citate nel comunicato dell’Unione.

Secondo il comunicato cinese, Wang ha dichiarato: «La Cina e l’Ue sono due grandi forze indipendenti nel mondo. Finché la Cina e l’Ue aderiscono ai nostri interessi comuni e prendono decisioni in modo indipendente, possiamo realizzare grandi cose».

Cosa sta succedendo

Per l’opinionista statunitense Tang Jingyuan, le relazioni Ue-Cina stanno andando nella direzione di quelle tra Usa e Cina, con tensioni piuttosto evidenti: «In campo militare, nei diritti umani, nelle dispute territoriali e in tali questioni di hard power, la Cina è il nemico degli Stati Uniti e dell’Ue. Ma nel commercio e nello sviluppo tecnologico, la Cina è più un partner che un rivale».

Nel marzo del 2019, l’Ue ha definito per la prima volta la Cina un «rivale sistemico che promuove modelli alternativi di governance» e «un concorrente economico», sottolineando la sua rincorsa al dominio tecnologico.

Tang ha quindi sottolineato l’insolita mossa della Francia dell’8 febbraio, che ha inviato una nave da guerra e un sottomarino nucleare nel Mar Cinese Meridionale per un pattugliamento per la «libertà di navigazione». Il regime cinese rivendica gran parte del passaggio marittimo come suo territorio, nonostante diversi altri Paesi asiatici abbiano rivendicazioni contrastanti.

Il ministro della Difesa francese Florence Parly ha postato su Twitter le foto dei due mezzi navali, affermando: «È la prova della capacità della nostra marina di navigare lontano e di navigare a lungo, con i nostri partner strategici, che sono gli australiani, gli americani e i giapponesi».

Dal canto suo, Pechino ha condannato la mossa in una conferenza stampa del 9 febbraio.

Il presidente francese Emmanuel Macron partecipa a una riunione in videoconferenza con il presidente del Consiglio europeo, il presidente della Commissione europea, la cancelliera tedesca e il leader cinese per approvare un patto di investimento tra Cina e Unione europea, al Fort de Bregancon, a Bormes-les-Mimosas, nel sud-est della Francia, il 30 dicembre 2020. (SEBASTIEN NOGIER/POOL/AFP via Getty Images)

La promessa di Xi

Sempre il 9 febbraio, il leader cinese Xi Jinping ha ospitato la videoconferenza per il vertice di cooperazione tra Cina e Paesi dell’Europa centrale e orientale (il Cina-Ceec).

Il vertice Cina-Ceec è una conferenza annuale con i leader di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia e Cina. Il vertice è stato organizzato per la prima volta nel 2012.

Nel suo discorso, Xi ha passato in rassegna i nove anni di storia del vertice e ha promesso: «La Cina prevede di importare prodotti dall’Europa centrale e orientale per un valore di 170 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni». Ha anche dichiarato che la Cina cercherà di raddoppiare le importazioni di prodotti agricoli dall’Europa centrale e orientale nei prossimi cinque anni.

Tuttavia, il regime cinese ha rilasciato dati molto limitati sul suo commercio con i Paesi del Ceec. Gli ultimi dati pubblicati risalgono al febbraio del 2017: il volume totale degli scambi nel 2016 è stato valutato in 58,65 miliardi di dollari, con la Cina che ha esportato 45,54 miliardi di dollari e importato 13,11 miliardi di dollari, il che significa che la Cina ha avuto un surplus commerciale di 32,43 miliardi di dollari.

E ora la Cina sta sostenendo che intende ridurre questo divario commerciale.

Il portavoce del ministero del commercio cinese Gao Feng ha dichiarato in una conferenza stampa del 5 febbraio che il commercio tra la Cina e i 17 Paesi del Ceec ha raggiunto 103,45 miliardi di dollari nel 2020, un valore superiore dell’8,4% rispetto a quello del 2019.

Se il commercio tra Cina e Ceec continua ad aumentare dell’8,4 per cento ogni anno, il commercio totale dal 2021 al 2025 ammonterà a 663,15 miliardi di dollari. Se in cinque anni la Cina importasse 170 miliardi di dollari dai Ceec, allora la Cina avrebbe esportato merci per 493,15 miliardi di dollari (663,15 miliardi di dollari meno 170 miliardi di dollari) nei Ceec. Il surplus commerciale della Cina sarebbe quindi di 323,15 miliardi di dollari.

Negli ultimi anni, Pechino ha favorito legami economici più stretti con le nazioni dell’Europa centrale e orientale, soprattutto tramite investimenti nel settore tecnologico e in progetti infrastrutturali.

Dal canto suo, l’ex segretario di Stato americano Mike Pompeo ha tentato di convincere queste nazioni dei rischi per la sicurezza che derivano dal fare affari con la Cina. In particolare, ha ripetutamente sollecitato le nazioni europee a rifiutare le apparecchiature di telecomunicazione 5G del gigante tecnologico cinese Huawei.

 

Articolo in inglese: Europe Challenges China on Human Rights, South China Sea Aggression

 
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