L’epidemia in Cina è veramente sotto controllo?

Secondo le testimonianze dirette e gli esperti in materia, il virus del Pcc non è assolutamente sotto controllo in Cina

Di Eva Fu

La notte si sveglia ogni due ore; ha un persistente sapore amaro in bocca e la diarrea le impedisce di dormire.
Wei, una giovane ragazza che abita nel focolaio di Wuhan, vive nell’incertezza dal 18 gennaio, poiché non sa se ha contratto o meno il virus del Pcc (Partito Comunista Cinese); quel giorno infatti dopo essere tornata a casa da un pub ha iniziato a sentirsi poco bene. Tuttavia, dopo tre Tac e due test del Dna – tutti risultati negativi – il suo rimane ancora oggi classificato come ‘caso sospetto’.

Epoch Times ha ribattezzato il nuovo coronavirus come il virus del Pcc, in quanto il Partito Comunista Cinese ha fatto di tutto per nasconderne l’esistenza, finché l’epidemia si è diffusa in tutta la Cina, per poi generare l’attuale pandemia globale, che peraltro si è propagata verso occidente essenzialmente lungo le rotte politico-commerciali del Pcc.

Wei ha diversi amici che si trovano nella sua stessa condizione. Come ad esempio Xia, che soffre da settimane di una brutta tosse secca e di insonnia. Un’altra sua amica aveva sintomi simili a quelli di Wei, ma in seguito ha sviluppato una calcificazione polmonare e le è stato diagnosticato il Covid-19; attualmente la ragazza si trova in condizioni molto gravi.

«A nessuno importa di noi», ha dichiarato Wei a Epoch Times in un’intervista; lei non ha i comuni sintomi di febbre e tosse, ma non si è ancora ripresa dalla sua misteriosa malattia.

Tutte queste persone sono veramente esenti dal virus?

Wei ha un amica la cui Tac ai polmoni è apparsa di colore «vetro smerigliato», un tipo di opacità comune nei pazienti infetti da Covid-19. Tuttavia, i test diagnostici sono risultati negativi per ben otto volte.

Secondo Wei infatti, «Wuhan è strettamente controllata. Non è possibile ottenere una vera diagnosi. Loro [le autorità, ndr] hanno già inventato i dati, quindi i tuoi test risulteranno negativi, in qualsiasi caso».

Gli ospedali di fortuna

Nel frattempo, permangono cupi interrogativi sulla sorte dei pazienti che sono stati dimessi alla chiusura degli ospedali di fortuna di Wuhan. L’ultimo di questi ospedali ha chiuso il 10 marzo.

Erano stati allestiti negli stadi, nelle fiere e nelle palestre della città, al fine di ospitare il grande numero di pazienti infetti. Ma questo mese le autorità cittadine hanno annunciato che il numero di pazienti ricoverati era diminuito e che quindi le strutture di fortuna non erano più necessarie.

Recentemente Epoch Times ha intervistato Fu, una paziente con sintomi lievi, che è stata ricoverata in un ospedale temporaneo nel quartiere Hanyang di Wuhan, insieme ad altri 900 pazienti, per poi essere dimessa il 28 febbraio. Tuttavia, il 10 marzo ha ricevuto il suo rapporto diagnostico, che indicava la presenza di sottili pellicole in entrambi i polmoni, mentre l’arteria, il fegato e la cistifellea risultavano danneggiati.

Come se non bastasse, Fu ha parlato con almeno una ventina di altri pazienti che le hanno confidato di avere simili lesioni polmonari, sebbene siano stati anch’essi dimessi dagli ospedali.

Una seconda ondata?

Nelle ultime settimane, la Cina ha segnalato un numero sempre minore di nuovi casi. Per 10 giorni di fila, fino al 15 marzo, le autorità cinesi non hanno segnalato alcun nuovo caso nelle zone al di fuori di Wuhan. Il 16 marzo le autorità hanno segnalato 21 nuovi casi in tutto il Paese, di cui 12 legati a persone provenienti dall’estero.

Li Lanjuan, un importante membro della Commissione sanitaria nazionale della Cina, ha dichiarato a un quotidiano statale cinese che se tutto andrà bene, verso il 20 marzo il Paese potrebbe essersi liberato dalla piaga delle nuove infezioni e le aziende di Wuhan potranno riprendere la produzione nelle due settimane successive.

In effetti ormai sono passati quasi due mesi dagli ultimi giorni di gennaio, quando le autorità della provincia dello Hubei – di cui Wuhan è la capitale – hanno adottato severe misure di quarantena, bloccando tutti i trasporti pubblici e le strade.

Questo mese alcune parti dello Hubei hanno iniziato ad allentare le restrizioni. E la stessa Wuhan ha annunciato che avrebbe permesso alle persone di entrare in città, a condizione che si sottopongano a una quarantena di 14 giorni a proprie spese.

Tuttavia, gli esperti internazionali si chiedono se la diminuzione nel numero di nuovi casi potrà durare a lungo.

«Man mano che il Paese si rimette in moto e si reintegra nel mondo, rimane il pericolo di una reintroduzione del virus», ha scritto Laurie Garrett, esperta di epidemie e giornalista di politica estera, con una mail inviata ad Epoch Times.

Il dottor Anthony Fauci, direttore dell’Istituto nazionale americano per le allergie e le malattie infettive, durante una recente intervista con la Abc, ha dichiarato che le autorità statunitensi stanno prestando attenzione a quello che accade in Cina man mano che le misure di isolamento diventano meno stringenti e la popolazione inizia a riprendere una vita normale.

«Speriamo che rimanga giù, ma potrebbe tornare su», ha sottolineato Fauci.

Chen Bingzhong, ex funzionario della Commissione sanitaria nazionale cinese, si è detto scettico riguardo i dati pubblicati dalle autorità cinesi: «Penso che sia impossibile. È una malattia così grave che in pratica stanno necessariamente falsificando i dati. È impossibile che la Cina abbia zero nuovi casi; li stanno manipolando, molti casi semplicemente non vengono documentati».

In effetti Epoch Times ha ottenuto in precedenza documenti governativi interni che descrivono in dettaglio come le autorità abbiano dichiarato ul numero di diagnosi confermate inferiore alla realtà e distrutto intenzionalmente i dati rilevanti.

Le restrizioni continuano

Inoltre, recentemente le autorità del regime hanno dato alcuni segnali che potrebbero indicare un aggravamento dell’epidemia.

A Pechino, la commissione cittadina per l’istruzione ha annunciato il 17 marzo che tutte le scuole rimarranno chiuse a causa del virus del Pcc.

I cittadini hanno anche condiviso un video di quello che sembra essere del personale governativo locale intento a pulire un cartello stradale datato 12 marzo, che recita: «Tutte le autostrade nei pressi della provincia dello Hubei sono state chiuse».

 

Articolo in inglese: Experts Skeptical CCP Virus Epidemic Is Under Control

 
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