Legge di bilancio 2019, Bruxelles non gradisce e c’è chi parla di Italexit

Di Reuters

BRUXELLES  ̶  Dopo l’accordo sul Def, che ha alzato il rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento sfidando Bruxelles e spiazzando tutti i mercati, l’Ue ha deciso per il momento di mantenere un atteggiamento non conflittuale nei confronti dell’Italia. Non si esclude però che possa adottare una linea più dura nei prossimi giorni, nel caso l’esecutivo Conte non modifichi il suo obiettivo.
Un rapporto deficit/Pil al 2,4 per cento nei prossimi tre anni infatti, implicherebbe la mancata riduzione del debito pubblico.

«Non abbiamo alcun interesse a creare una crisi tra la Commissione e l’Italia», ha fatto sapere il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, commentando in modo cauto, consapevole del fatto che eventuali sanzioni e raccomandazioni da parte dell’Ue potrebbero non essere efficaci nei confronti del governo italiano.

L’Ue spera infatti che l’Italia faccia un passo indietro sotto la pressione delle forze del mercato e che cambi i suoi piani sul bilancio prima della loro presentazione ufficiale alla Commissione, prevista per metà ottobre.

Il 28 settembre, l’euro ha toccato il suo punto più basso nelle ultime due settimane, mentre i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno raggiunto il punto più alto nelle ultime tre settimane, dopo che il governo ha reso noti i suoi piani.

Bozza di bilancio da respingere?

Se per metà ottobre l’obiettivo del deficit dovesse rimanere invariato, il governo giallo-verde potrebbe vedersi respinta la sua bozza di bilancio, una situazione che non avrebbe alcun precedente nella storia europea.

L’attuale piano fiscale italiano «non sembra essere in linea con il patto di crescita e stabilità»: questa infatti l’opinione del vice presidente della Commissione Valdis Dombrovsis, il quale però non ha voluto proporre alcuna ipotesi sugli scenari che potrebbero aprirsi, nel caso l’Italia insista sulla sua posizione.

Poco probabile tuttavia che l’Ue decida di rispedire la bozza al mittente, dal momento che tale mossa potrebbe intensificare la crisi nel caso l’Italia ignorasse le sue raccomandazioni. Infatti, a quel punto Bruxelles dovrebbe aprire una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, cosa che non potrebbe accadere prima della prossima primavera (le azioni disciplinari vengono per prassi solitamente prese ad aprile, quando si hanno tutti i dati a disposizione).
E a quel punto si sarebbe davvero vicini alle elezioni del Parlamento europeo di maggio, che, attirando tutta l’attenzione pubblica, lascerebbero in secondo piano l’eventuale procedura Ue.

Inoltre, l’esecutivo Conte è consapevole del fatto che Francia, Spagna e Portogallo sono più volte sfuggite a sanzioni simili negli anni passati, nonostante le procedure avviate da Bruxelles e i loro deficit eccessivi.

L’Italexit non è più un tabù?

Il nostro Paese è la terza più grande economia tra i 19 Paesi dell’eurozona, e una crisi qui avrebbe il potenziale per sconvolgere l’intero blocco, con tutto il rammarico degli altri membri.

Il governo italiano, più volte etichettato come ‘euroscettico’, potrebbe ignorare anche questo tipo di pressione, ma i mercati potrebbero non farlo.

Se l’esecutivo Conte dovesse tirare dritto, i leader dell’Ue potrebbero mettere in discussione il ruolo dell’Italia in Europa, come hanno fatto con la Grecia in diverse occasioni negli anni passati, al culmine della crisi del debito greco.
E anche un semplice summit a questo riguardo potrebbe ripercuotersi sui mercati.

Se la pressione del mercato si allentasse, i partner Ue non avrebbero molti argomenti da utilizzare nei confronti dell’Italia. Ma se i rendimenti dei bond dovessero continuare a salire fino a livelli insostenibili, e i prezzi dei titoli bancari dovessero continuare a scendere, potrebbe rivelarsi necessario un piano di salvataggio Ue per mettere al sicuro l’Italia e tutta l’eurozona.
Ma anche in questo caso, dovrebbe essere il governo italiano a chiedere aiuto.

«È poco probabile che l’Italia si pieghi come ha fatto la Grecia», sostiene un funzionario Ue, aggiungendo che qualcuno nella Commissione ha cominciato a parlare della possibilità che l’Italia abbandoni l’eurozona. «Il rischio è di andare dritti verso l’uscita».

 

Articolo in inglese: EU Wary but Cautious Over Italy’s Budget Plans

 
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