Virus del Pcc, i legami tra la Cina e la regione francese del Grande Est

Di Wu Wo

In Francia, il numero di pazienti in terapia intensiva è leggermente diminuito, ma gli ospedali locali sono preoccupati dalla possibilità di una seconda ondata epidemica. In particolare la regione del Grande Est, che è stata colpita molto duramente dal virus del Pcc, meglio noto come nuovo coronavirus.

Secondo Statista, al 10 maggio il virus ha ucciso oltre 3 mila persone nel Grande Est, mentre il 25 marzo erano 5 mila 479 i casi confermati nella regione. Ora il Grande Est ha superato il picco dell’epidemia, ma i medici sono preoccupati dai piani del governo francese di allentare parzialmente l’isolamento. Il ministro della salute Olivier Véran ha infatti spiegato che la situazione è ancora «tesa», soprattutto dalle parti di Mulhouse e Strasburgo.

Le cause dell’epidemia

Un articolo del 30 marzo di FranceSoir, intitolato ‘Coronavirus: Com’è iniziata l’epidemia nell’Haut-Rhin’, identifica i fattori che hanno causato la diffusione del virus nella regione. L’articolo sottolinea il fatto che la città di Mulhouse ha relazioni con Bergamo e con la città cinese di Jining, per promuovere legami culturali e commerciali.

Durante le vacanze del Capodanno cinese, dal 25 gennaio all’8 febbraio, molti cinesi hanno viaggiato all’estero. I voli diretti tra Francia e Cina sono rari, ma l’aeroporto di Basilea-Mulhouse-Friburgo offre voli senza scalo per Jining. Nel Grande Est la città di Colmar, dove a dicembre è stato identificato il primo paziente infetto dal virus, è una destinazione molto gettonata dai turisti cinesi.

Cooperazione strategica con lo Sichuan

«Lo Sichuan è una regione strategica, una buona porta d’accesso alla regione del Grand Est», ha dichiarato Jean Rottner, presidente del consiglio regionale del Grand Est e sindaco di Mulhouse dal 2010 al 2017.

Il giornale locale Hebdo du Vendredi ha scritto che nel maggio 2018 Rottner e una delegazione locale si sono recati nello Sichuan, dove hanno firmato un accordo di cooperazione economica tra il Grande Est e la provincia cinese, riguardante «salute, agricoltura e agroalimentare, industria del futuro, turismo e gastronomia». L’articolo specificava anche che durante l’incontro la delegazione non ha fatto alcun accenno alle violazioni dei diritti umani in Cina.

Dal 2011, la città di Chengdu, nello Sichuan, si è affermata come un gigante industriale in tre importanti settori: elettronico, aeronautico e automobilistico. Un nuovo collegamento ferroviario, che parte da Chengdu e termina alla piattaforma merci di Bettembourg in Lussemburgo, è stato completato nell’ottobre 2019. Rottner ha anche espresso la volontà di incentivare il turismo con dei voli diretti tra Chengdu e Mulhouse.

Prima del Grande Est, lo Sichuan aveva già firmato un accordo di cooperazione culturale con la regione di Champagne-Ardenne nel 2010.

Un articolo del 2018 di Hebdo du Vendredi, spiegava che si erano già insediate nello Sichuan circa 60 aziende francesi dei settori dell’energia (Areva, Suez), dei trasporti (Alstom, Air France-Klm), della distribuzione al dettaglio (Carrefour, Auchan, Décathlon), della tecnologia (Ubisoft, Alcatel) e dei beni di lusso (Moët Hennessy, Pernod Ricard). Anche Axon’ Cable, azienda leader nella produzione di cavi personalizzati, ha una filiale a Chengdu.

Durante il mandato di Rottner come sindaco, la regione del Grande Est è diventata amica del regime cinese, e i legami si sono protratti anche in seguito. Il 24 settembre 2019, i politici locali hanno ospitato una grande cerimonia a Strasburgo per celebrare la Giornata nazionale cinese, il 70esimo anniversario della fondazione della Cina comunista, a cui hanno partecipato anche le istituzioni di altre regioni.

Huawei

Nel 2011 Huawei ha iniziato a collaborare con l’Istituto di Tecnologia di Parigi (ParisTech) per lanciare il programma Seeds for the Future in Francia. Nel 2013, Huawei ha esteso questa cooperazione a sei nuove università, tra cui Esiee Paris, Hei Lille, Insa Rennes, Insa Toulouse, Insa Lyon, Ecole Centrale de Lyon e Institut du Service Civique.

Gli Stati Uniti, preoccupati che il regime cinese possa utilizzare le apparecchiature Huawei per lo spionaggio, hanno ripetutamente esortato gli alleati europei a non includere le apparecchiature Huawei nella costruzione delle nuove reti mobili 5G. Alla fine di gennaio 2019, il Dipartimento di Giustizia statunitense ha formulato due capi d’accusa contro Huawei, il suo direttore finanziario Meng Wanzhou, e diverse filiali della società, in due procedimenti legali che accusano la società di aver violato le sanzioni statunitensi contro l’Iran e di aver rubato segreti commerciali dall’operatore di telefonia mobile statunitense T-Mobile.

Tuttavia, il 28 febbraio 2020 Huawei ha annunciato che avrebbe investito 200 milioni di euro per un nuovo stabilimento 5G in Francia. A febbraio, il giornale Politico, documenti alla mano, ha scritto che l’azienda cinese stava utilizzando questo genere di investimenti per influenzare i Paesi dell’Ue. Prima del suo genere in Europa, la fabbrica Huawei in Francia assumerà 500 persone e produrrà apparecchiature radio per le comunicazioni 4G e 5G per l’intero continente europeo.

Politico ha anche scritto che, nei mesi precedenti all’annuncio del 28 febbraio, i dirigenti di Huawei hanno corteggiato i parlamentari francesi in Alsazia.

Il 3 marzo, la rivista francese Challenges ha invece scritto che Huawei aveva intenzione di costruire un nuovo stabilimento a Strasburgo; notizia che secondo l’articolo è stata confermata dalla regione del Grande Est. Bruno Le Maire, allora ministro francese dell’Economia e delle Finanze, ha affermato che questo annuncio «non cambia di un millimetro» la posizione del governo sul 5G. «Abbiamo discussioni in corso con Huawei, questo tema è una priorità», ha affermato Lilla Merabet, vice presidente della regione del Grand Est responsabile dell’innovazione e della tecnologia digitale.

Cnet Francia, ha comunicato il 12 marzo che la Francia permetterà agli operatori delle telecomunicazioni di utilizzare parzialmente le apparecchiature 5g di Huawei, ma solo nelle parti non sensibili della rete 5G.

Sono stati i turisti cinesi provenienti da Wuhan a diffondere il virus?

Colmar è una città del Grande Est di circa 70 mila abitanti, conosciuta come la ‘Piccola Venezia’. Nel giugno 2018, l’emittente statale cinese Hunan Television ha girato il suo reality show «Ristorante cinese» a Colmar per tre settimane. Le puntate sono state girate in un ristorante locale, il Bistrot des Lavandières. Dopo il grande successo del programma, molti cinesi volevano visitare Colmar. Il consolato generale di Francia a Wuhan ha dichiarato che «l’ufficio di Wuhan che rilascia i visti, rileva che tre agenzie di viaggio presentano ogni settimana una media di un centinaio di richieste di visto per gruppi che si recano specificamente a Colmar». Quell’anno il volume dei pernottamenti cinesi a Colmar è aumentato del 70 per cento.

Attraverso la Bfm tv, il sindaco di Colmar Gilbert Meyer, ha ringraziato il programma [il Ristorante cinese, ndr]: «Grazie al vostro contributo, a Colmar sono arrivati quasi 4 milioni di turisti, e ne arriveranno molti altri».

 

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Articolo in inglese: Why the Virus Outbreak Is Severe in the Grand Est Region of France

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