Censura cinese, assediata la storica rivista liberale Yanhuang Chunqiu

L’assedio alla storica rivista liberale Yanhuang Chunqiu è stato improvviso ed efficiente (gli invasori hanno persino portato le valigie per l’occupazione) tanto che lo stimato editore e fondatore Du Daozheng ritiene che la trovata non possa essere stata opera del leader del Pcc Xi Jinping.

Du, ormai novantaduenne, in un’intervista concessa il 15 luglio a Yazhou Zhoukan, una famosa rivista di Hong Kong, ha dichiarato: «La situazione è molto triste, stando all’azione decisa e veloce delle persone coinvolte, credo che non sia stata opera né della leadership di Xi Jinping né dell’unità di lavoro dell’Accademia Cinese delle Arti».

Il 19 luglio Du ha sospeso la pubblicazione del Yanhuang Chunqiu, il periodico mensile attivo da 25 anni in cui si scriveva di politica e di storia con forte tendenza riformista, nei giorni immediatamente successivi all’occupazione del 13 luglio condotta del suo sponsor ufficiale: l’Accademia Cinese delle Arti.

L’Accademia lo ha rimosso dall’incarico e, prima di piombare nel suo ufficio di Pechino, ha declassato il redattore capo Xu Qingquan. La rivista ha pianificato un’azione legale contro l’Accademia nel caso in cui questa non voglia porre fine al ‘golpe’.

In un’intervista con Deutsche Welle (DW), Du ha dichiarato: «Penso che la decisione di rimpiazzare la leadership del Yanhuang Chunqiu sia arrivata da un livello intermedio tra il Partito e l’accademia di ricerca». Lo scorso mese, l’editore è stato ricoverato in ospedale a causa di un innalzamento della pressione dovuto alla morte della moglie e, quando è stato dimesso, si è ritrovato con la sua rivista sotto assedio: «Si sono approfittati del mio malessere per lanciare un attacco».

Yazhou Zhoukan non ha però riportato le motivazioni alternative fornite da Du. La sua fedeltà al leader del Partito potrebbe derivare dal fatto che Xi l’anno scorso ha mostrato supporto ai giornali, proprio quando la pressione esercitata dagli ufficiali della propaganda ha portato a uno scossone nella leadership della stampa.

Secondo Radio France Internationale, dopo che alcuni anziani del Partito hanno richiamato l’attenzione sulle difficoltà che stavano fronteggiando, Xi ha dato istruzioni secondo le quali il giornale «non dovrebbe essere bloccato», ma piuttosto «adeguatamente guidato», parole che anche Li Rui, consulente del Yanhuang Chunqiu ed ex segretario di Mao Zedong, ha riportato «con orgoglio» in molteplici contesti.

Xi Zhongxun, padre di Xi Jinping, inoltre, ha sostenuto lo Yanhuang Chunqiu, tanto che l’edizione di gennaio 2001 ha riportato una sua dedica, che recitava: «Yanhuang Chunqiu è abbastanza buono».

Sebbene l’ultimo assalto alla pubblicazione sia avvenuto in un continuum di violazioni, dando l’impressione che il tutto fosse premeditato, c’è una credibilissima teoria alternativa.

Xin Ziling, un ufficiale della difesa in pensione legato all’élite moderata del Partito, crede che dietro l’occupazione non ci sia Xi ma piuttosto il Dipartimento centrale della propaganda. In un’intervista a Epoch Times Xin ha dichiarato: «Il Dipartimento della propaganda sta distribuendo punizioni e questo è molto strano. Credo che non sia assolutamente un’idea di Xi Jinping, perché non rispecchia le sue linee d’azione».

Secondo alcuni analisti cinesi, il Dipartimento della propaganda, sotto li comando di Liu Yunshan, membro della Commissione permanente del Politburo, durante l’anno spesso non è apparso in sincronia con le direttive di Xi Jinping, una condotta che gli è valsa l’accusa di essere coinvolto in ‘trucchetti’ inscenati per diffamare Xi.

Liu è conosciuto per essere un alleato di lunga data dell’ex leader del Partito Jiang Zemin, i suoi fedeli sono stati fortemente presi di mira dalle purghe di Xi Jinping attuate con l’intento di mettere in atto una campagna anti-corruzione.

Xin ha continuato: «Il punto focale della Cina di oggi è la campagna anti-corruzione e la risoluzione dei problemi causati da Jian Zemin e Zeng Qinghong». Quest’ultimo è stato vicepresidente durante il Regime di Jiang e suo sicario politico.

Xin e gli altri analisti che si sono fatti avanti, non vedono Xi Jinping come un dittatore affamato di potere, bensì come un leader intento a guadagnarsi il potere in quegli apparati dello Stato che capeggia.

Facendo riferimento all’ostruzione che sembra arrivare dagli ex leader ha commentato: «Gli affari interni ed esterni sono in balia di una forza che sta costantemente provando a rovesciare la direzione generale delle cose. Tutti dovremmo tenere a mente questo problema».

Articolo in inglese: Publisher of Shuttered Liberal Magazine Says Censorship Not Work of Xi Jinping

 

 
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