L’ebola può essere contratta anche dopo la morte della vittima

Di David Gutierrez, scrittore collaboratore di Natural News

L’ebola può essere contratta da persone che entrano in contatto con corpi umani morti una settimana prima. Lo afferma l’Istituto Nazionale della Salute degli Stati Uniti che ha pubblicato il suo studio nella rivista Emerging Infectious Diseases a inizio febbraio.

I ricercatori hanno raccolto campioni di virus da scimmie infettate dall’ebola decedute da sette giorni e rna non infetto fino a 70 giorni prima di aver contratto la malattia. Lo studio aiuta a rafforzare la necessità di maneggiare in maniera sicura le vittime dell’ebola, una pratica considerata essenziale per bloccare l’epidemia in Africa occidentale.

CONTATTO CON I LIQUIDI CORPOREI INFETTI

I ricercatori hanno infettato con l’ebola cinque macachi, che poi hanno manifestato i sintomi. In seguito le loro carcasse sono state poste in una stanza speciale che simulava le condizioni ambientali dell’Africa occidentale. La stanza era «come un grande frigo dove puoi manipolare la temperatura e l’umidità», ha detto il coautore dello studio Vincent J. Munster.

I corpi sono stati lasciati nella stanza per dieci settimane. Periodicamente i ricercatori hanno raccolto campioni di tessuti da sette differenti superfici corporali e quattro organi interni. Questi campioni sono stati esaminati sia per il virus vivo sia per le tracce di rna, che formano il codice genetico del virus.

«Indossiamo tute protettive, non respiriamo l’aria dalla stessa stanza. Se respirassimo l’odore dei cadaveri, potremmo rimanere infettati», ha detto Munster.

Gli scienziati hanno scoperto il virus vivo sulle superfici corporali fino a sette giorni dopo il decesso. Tracce di rna, che non erano in grado di trasmettere la malattia, sono state trovate fino a dieci volte.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità le cerimonie funebri che includono il contatto con i corpi sono considerate come fattore di trasmissione dell’ebola in Africa occidentale. Gli operatori che trattano i pazienti infetti devono indossare dispositivi di protezione e i corpi devono essere cosparsi di candeggina, avvolto in sacchetti e in seguito cremati o seppelliti in profondità. Le più recenti cerimonie di inumazione eseguite nelle regioni colpite dall’ebola hanno permesso l’esposizione dei corpi, ma nessuno ha permesso il contatto con essi.

I ricercatori hanno notato che, a causa del rischio di contagio e della diffusione dei campioni di ebola nelle scimmie, gli operatori sanitari potrebbero essere in grado di utilizzare tamponi orali, un modo sicuro per raccogliere campioni per esaminare la gente per l’ebola.

EBOLA NON ANCORA SCONFITTA

Qualche giorno dopo la pubblicazione del nuovo studio, l’Organizzazione mondiale della sanità guidata da Bruce Aylward ha avvertito che la recente diminuzione dei casi di ebola si è stabilizzata, facendo aumentare la preoccupazione che l’epidemia non possa essere sconfitta. «È ciò che mi tiene sveglio la notte», ha detto Aylward. «Questo non è quello che voglio vedere».

Un’azione prolungata per eseguire sepolture e trattamenti sicuri hanno portato a una massiccia diminuzione dei casi di ebola negli ultimi mesi. Tuttavia gli operatori sanitari hanno avvertito che, finché non sarà intrapresa una simile azione per rintracciare i contatti di persone infette per identificare i nuovi casi, l’epidemia non sarà fermata.

Finora, secondo le statistiche dell’Oms, l’epidemia ha colpito circa 24 mila persona e ne ha uccise 9.800.

Nello stesso momento dell’avvertimento di Aylward, un team di ricercatori dell’ebola ha pubblicato un articolo nel giornale mBio, affermando che la malattia non si contrae principalmente attraverso la trasmissione aerea. Hanno sottolineato che la maggior parte del contagio è avvenuto senza dubbio attraverso il contatto con i corpi o i liquidi corporali, ma hanno dichiarato di non credere di sapere tutto riguardo all’ebola.

«Politiche importanti e norme sulla sicurezza biologica devono essere supportate da prove, non utilizzando opinioni e credenze come principi guida», ha affermato il coautore dello studio Gary P. Kobinger, dell’Agenzia di sanità pubblica del Canada.

Articolo in inglese: ‘Ebola Could Be Spread by Victims Even a Week After Death

 
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