Le sirene nella tradizione: mito o realtà?

L’universo è pieno di misteri che sfidano le nostre conoscenze. Nella sezione ‘Ai confini della realtà: Viaggio nei misteri della Scienza’ Epoch Times raccoglie storie che riguardano questi strani fenomeni per stimolare l’immaginazione e aprire possibilità ignote. Se siano vere o no, sei tu a deciderlo.

La figura della sirena accompagna il destino dell’uomo da secoli. Personaggio mitologico, simbolico e, talvolta, anche fantascientifico. Le sirene sono creature dal corpo diviso in due parti: una umana e una marina. Nell’immaginario collettivo sono delle giovani donne che al posto delle gambe, hanno una grande pinna.

Tra le primissime fonti che si collegano a questa magica figura, vi sono delle pitture rupestri risalenti a circa 30 mila anni fa. I primi a parlarne invece sono stati i siriani con un mito, datato attorno all’anno 1000 aC, in cui si racconta di una dea bellissima, che voleva tuffarsi nel mare per diventare un pesce. La sua incredibile bellezza tuttavia non le permise di divenire completamente un animale marino, e così il suo corpo ne assunse le sembianze soltanto per metà.

Nell’antichità classica invece l’origine letteraria del termine sirena arriva dall’Odissea di Omero, nella quale queste creature vengono presentate come delle ‘guardiane’ cantatrici di un’isola, a ridosso di Scilla e Cariddi. Nell’episodio tratto dal racconto greco le sirene avvicinavano i marinai con la loro voce soave per poi farli morire una volta sbarcati sull’isola. Si dice che Omero non avesse descritto il loro aspetto fisico in quanto nozione già consolidata grazie ad altri miti come le avventure di Giasone e degli Argonauti. In questo racconto le sirene avrebbero avuto invece il compito di consolare le anime dei defunti accompagnandole, con il loro canto, nell’Ade.

Nel lontano oriente, le sirene erano le mogli dei potenti draghi del mare, e servivano da sicure messaggere tra i loro sposi e l’imperatore sulla terra. Nelle mitologie anglosassoni e norrene, la sirena viene invece assimilata ad altre figure come ad esempio ninfe e spiriti acquatici.

La loro figura accompagna l’uomo fino nel Medioevo: si può ritrovare nei capitelli del chiostro del Duomo di Monreale in Sicilia e nel Monastero di Sant Pere de Galligants, a Girona. Queste creature sono state anche inserite in un bestiario medievale dell’ottavo secolo dopo Cristo, il Liber Monstrorum, nel quale si descrivono per la prima volta in un testo le loro sembianze marine: «Le sirene sono fanciulle marine che ingannano i naviganti con il loro bellissimo aspetto e allettandoli col canto; e dal capo e fino all’ombelico hanno il corpo di fanciulla e sono in tutto simili alla specie umana; ma hanno squamose code di pesce che celano sempre nei gorghi» (tratto da Liber Monstrorum, I,VI).

Prima dell’era cristiana, la sirena era vista come una divinità del mare e dell’amore. Veniva rappresentata con in mano una mela cotogna e, nell’altra, un pettine. Successivamente la mela ha dato il posto a uno specchio, in quanto simbolo di vanità e di mancata resistenza alla lussuria e ai peccati della carne.

Un’altra interpretazione viene data a una scultura lignea in altorilievo che la rappresenta: l’opera è custodita nella chiesa di San Senara a Zennor Churchtown, Cornovaglia, e per i cristiani del posto rappresentava una figura ispiratrice, capace di illustrare le due nature del Cristo, terrena e divina. La stessa figura era anche importante per i marinai: infatti serviva loro per sentirsi più vicini al divino dal momento che la maggior parte del tempo vivevano alle prese con il mare, che può essere un silenzioso compagno e al tempo stesso un feroce nemico.

Secondo una leggenda locale (la Leggenda della sirena, di Zennor), in quella chiesa avvenne un evento reale che coinvolse un uomo e una sirena. Il tale Matteo Trewhella, corista presso la chiesa parrocchiale, un giorno avrebbe attirato una sirena dalle profondità del mare grazie al suo canto. Ella sarebbe giunta sulla terra ferma per ascoltarlo, e poi avrebbe continuato a trovarlo ogni domenica durante la messa. Un giorno però la sirena, non riuscendo più a contenersi, lo avrebbe portato al ruscello che scorre in centro al paese e che si congiunge con il mare di Cove Pendour. Da quel momento Matteo Trewhella sarebbe scomparso.

 

Esistono anche altre storie di uomini venuti a contatto con delle sirene. Una delle più famose è quella di Cristoforo Colombo. L’esploratore italiano affermò che, durante la sua spedizione nel 1493, nei pressi di Haiti, avvistò queste figure, dicendo di non averle trovato «così belle come le descrivono, in alcuni casi il loro viso assomiglia a quello di un uomo», secondo quanto riporta il Museo di Storia Nazionale Americano.

Un altro caso è quello del Capitano John Smith, che disse di aver visto una sirena dagli occhi grandi e dai capelli verdi nel 1614 sulle coste del Newfoundland. La testimonianza è riportata in Incredibili misteri e leggende del mare di Dodd Mead.

Ma la sirena che viene a contatto con l’uomo non è un qualcosa che appartiene soltanto al passato. Anche al giorno d’oggi questa creatura viene correlata ad avvistamenti che arrivano da ogni parte del mondo. Ciononostante e a dispetto di tutte le voci, le dichiarazioni ufficiali escludono ogni possibilità,  come ad esempio l’Associazione atmosferica e oceanica nazionale americana, che ha affermato che non esiste alcun tipo di prova della loro esistenza. Ma il mistero rimane: perché le sirene hanno sempre accompagnato l’immaginario collettivo dell’uomo?

Per saperne di più:

 
Articoli correlati