L’Arabia Saudita apre alla pace, ma è ‘guerra’ all’Iran

Con un ulteriore segnale di distensione nelle relazioni tra Israele e Arabia Saudita, il principe ereditario della corona Saudita ha dichiarato che sia i palestinesi che gli israeliani hanno diritto a vivere pacificamente nella propria terra.

Secondo quanto riportato dal periodico The Atlantic, quando gli è stato domandato se il popolo ebraico avesse diritto a una nazione nella terra dei propri antenati, Mohammed bin Salman ha risposto: «Sono convinto che ogni popolo, in ogni luogo, abbia il diritto di vivere pacificamente nella propria nazione. Credo che sia i palestinesi che gli israeliani abbiano il diritto di vivere nella propria terra. Ma dobbiamo trovare un accordo di pace che garantisca la stabilità per tutti e ci consenta di intrattenere delle relazioni normali».

L’Arabia Saudita, terra d’origine dell’Islam e sede di tutti i suoi luoghi più sacri, non ha mai riconosciuto ufficialmente l’esistenza di Israele. Per anni il regno ha sostenuto che la normalizzazione delle relazioni sarebbe potuta avvenire solo se Israele avesse abbandonato le ‘terre arabe’ conquistate durante la ‘guerra dei sei giorni’ del 1967. Territori in cui i palestinesi vorrebbero istituire il proprio Stato.
Ma le dichiarazioni del principe Salman indicano un cambiamento nella linea politica del regno Saudita e aprono alla speranza che si possa presto giungere a una situazione di pace nella regione: «Il nostro Paese non ha nulla contro gli ebrei […] il nostro profeta Maometto ha sposato una donna ebrea, non era solo un’amica: l’ha sposata. I vicini di casa del nostro profeta erano ebrei. Non ci sono problemi tra cristiani, mussulmani ed ebrei. Da noi ci sono problemi simili a quelli che si verificano tra persone ovunque nel mondo. Ma sono un genere di problemi assolutamente normali. […] D’altro canto mi preoccupo per le sorti della sacra moschea di Gerusalemme e per i diritti del popolo palestinese. Ma è tutto qui, non abbiamo niente contro gli altri popoli».

Il principe Salman è attualmente in viaggio negli Stati Uniti al fine di sollecitare investimenti e sostegno degli sforzi fatti dalla sua e da altre nazioni per arginare l’ascesa geopolitica dell’Iran.

Durante un’intervista il principe della Corona ha paragonato la guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, a Hitler: «Credo che davanti alla guida suprema dell’Iran, Hitler possa sembrare un ‘bravo ragazzo’».
«Hitler non ha fatto quello che sta tentando di fare la guida suprema. Hitler ha cercato di conquistare l’Europa […] Ma la guida suprema dell’Iran sta tentando di conquistare il mondo. Crede che il mondo sia suo. Sono entrambe persone malvagie. Lui è l’Hitler del Medio Oriente. Negli anni ’20 e ’30 del ‘900 quasi nessuno riteneva che Hitler fosse una minaccia. Finché non è successo quello che è successo. Non vogliamo che accada in Medio Oriente lo stesso che avvenne in Europa. Vogliamo fermarlo con azioni politiche, economiche e di intelligence. Vogliamo evitare la guerra».

«Il presidente Obama credeva che dando all’Iran la possibilità di aprirsi tutto sarebbe cambiato. Ma la verità è che un regime basato su quell’ideologia non cambierà presto. Il 60 per cento dell’economia iraniana è controllata dalla Guardia Rivoluzionaria. I benefici economici dell’accordo sul nucleare non stanno andando alle persone».
«Hanno incassato 150 miliardi di dollari grazie all’accordo – ha continuato il principe saudita – ma potete farmi il nome di un progetto di edilizia popolare realizzato con quei soldi? Di un parco? Di una zona industriale? Potete farmi il nome di un’autostrada che hanno costruito? Li invito a mostrarci le prove che stanno costruendo almeno un’autostrada con quei 150 miliardi di dollari. Secondo l’Arabia Saudita c’è lo 0,1 per cento delle probabilità che l’accordo [sul nucleare, ndr] cambi il Paese. Secondo il presidente Obama, il 50 per cento. Ma anche se ci fosse realmente il 50 per cento di probabilità che funzioni, noi non potremmo rischiare, perché nell’altro 50 per cento dei casi scoppierebbe comunque una guerra. Dobbiamo dirigerci verso uno scenario senza guerre».

La crescente tensione tra Teheran e Riad ha condotto molti a ipotizzare che i comuni interessi alla fine spingeranno Arabia Saudita e Israele a ‘unirsi’ per affrontare la minaccia iraniana. Il principe Salman ha aggiunto: «Abbiamo molti interessi in comune con Israele e, se regnasse la pace, ci sarebbero molti interessi in comune tra Israele e i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo».
Tuttavia, i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi, che hanno l’obbiettivo di realizzare uno Stato palestinese al fianco di Israele, sono bloccati dal 2014.

Lo scorso mese l’Arabia Saudita ha aperto per la prima volta il proprio spazio aereo ai voli commerciali israeliani. Un traguardo raggiunto in seguito a due anni di trattative, che è stato definito ‘storico’ da un funzionario israeliano.
A novembre un membro del Gabinetto israeliano ha confermato l’esistenza di rapporti segreti con l’Arabia Saudita, un raro riconoscimento delle trattative segrete di cui si è a lungo parlato e che Riad continua a negare.

I funzionari sauditi avevano dichiarato a Reuters lo scorso anno che Riad sembrava essere favorevole al piano Usa per la realizzazione della pace tra israeliani e palestinesi, un’iniziativa che è ancora nella fase iniziale, dopo che il presidente americano Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale di Israele.

 

Articolo inglese: Remarks by Saudi Crown Prince Mohammed bin Salman Mark Shift in Middle East

Traduzione di Marco D’Ippolito

 
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