L’anziano Carlo e il diritto di vivere

Di Massimo Rumore

Carlo Gilardi è un anziano di 90 anni originario di Airuno, un paese di poco più di 2000 abitanti, in provincia di Lecco, ma è soprattutto un insegnante di liceo in pensione, un agricoltore ed un talentuoso poeta. Carlo è inoltre un uomo economicamente facoltoso, ma poco attaccato alle sue sostanziali disponibilità economiche; al punto da elargire, senza chiedere nulla in cambio, somme di denaro a favore dei suoi concittadini bisognosi e a donare somme importanti agli amministratori locali, per opere strutturali realizzate nel suo paese di origine.

Da oltre 4 mesi si trova, suo malgrado, rinchiuso in una struttura per anziani, con un amministratore di sostegno deputato alla gestione del suo patrimonio, per impedire che finisse per dilapidarlo con continui ed incessanti elargizioni ad amici e conoscenti. Carlo è soprattutto un uomo, di animo gentile e mansueto, animato da un entusiasmo inconsueto e desideroso di vivere a pieno titolo la sua libertà mentale e fisica.

L’anziano in seguito alla segnalazione della sorella maggiore, Sandra Gilardi, è stato deprivato della sua libertà, costretto alle regole dettate da un amministratore di sostegno ed impedito del pur minimo movimento e/o pensiero. Isolato in una camera in una struttura per anziani, di quelle che a detta del personale interno alla stessa è per lui  una soluzione di vita definitiva ed irreversibile.

La sua storia, che ha commosso buona parte dell’Italia, è stata portata alla cronaca da un’indagine a cura del programma televisivo de Le Iene che ha raccontato la storia «dell’anziano gentile e sorridente» e ne ha seguito le vicende personali prima di perderne le tracce all’interno della casa di riposo..

La sua generosità e il suo altruismo sono stati la sua condanna e quella che doveva essere una forma di protezione delle sue fragilità, rischia di diventare la sua prigione negli ultimi anni di vita rimastigli. Lontano dalla sua campagna, dalla natura, dai suoi animali la vita di Carlo è diventata, improvvisamente, vuota ed inutile; la solitudine l’indesiderata compagna dei suoi ultimi anni di esistenza.

E’ difficile capire ed accettare che un’anziano di 90anni del tutto lucido nelle sue considerazioni e riflessioni, così come dimostrato dall’inchiesta delle Iene, possa essere considerato «incapace di intendere e di volere» e privato delle sue ultime e nobili volontà: vivere nella sua campagna, in mezzo alla natura.

Circondato dall’affetto incondizionato dei suoi amatissimi animali da cortile che accudiva amorevolmente. E’ crudele immaginarlo solo, triste, in preda alla paura della solitudine dalla quale fuggiva. Carlo non parla con i suoi amici, conoscenti e parenti da oltre 4 mesi. Gli viene impedito anche il contatto umano con figure importanti e di riferimento della sua lunga e intensa vita finora vissuta.

Non si capisce quali siano i fondamenti piscologici e geriatrici verso i quali si ispira una scelta tanto estrema posta in essere nei suoi confronti. Ciò anche in considerazione del fatto che l’anziano, ben consapevole del suo potenziale e delle sue facoltà intellettive, aveva a suo tempo commissionato una perizia psichiatria che ha scardinato le precedenti ipotesi di condizione di «incapace di intendere e di volere». La perizia in questione ha delineato un anziano psicologicamente sano e consapevole, generoso con il suo prossimo, poco parsimonioso nei confronti del suo patrimonio semplicemente perché in controtendenza e «poco attaccato» alla sua ricchezza personale. A sua detta i suoi beni potevano essere utili a rendere più facile anche la vita dei suoi cari amici, oltre che la sua, e la sua noncuranza al valore del denaro ne ha decretato una sorte ingiusta e ingiustificata.

Carlo è un uomo, un poeta, un simpatico e vivace osservatore del mondo, dal suo microcosmo fatto di semplicità e amore è stato richiuso come un uccellino in gabbia, contro la sua lucida volontà: proprio le sue volontà sono recenti di febbraio 2021: «Il mio desiderio è morire nella mia casa di Airuno e non a Brivio dove ho la residenza o in questa struttura». Chi e con quale diritto può privare un essere vivente, in un Paese libero, di decidere a 90anni come e in quali modi andarsene dal mondo??

 

Le posizioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente le vedute di Epoch Times.

 
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