Lampedusa, primi sbarchi e prime riflessioni

A Lampedusa, all’alba di sabato 19 gennaio sono sbarcati 13 migranti, e venerdì mattina altri 67: si tratta dei primi due sbarchi del 2019 per l’isola delle Pelagie, avvenuti nel giro di 24 ore. I migranti sono perlopiù di origine egiziana e pakistana, e dopo essere partiti dalle coste libiche sono stati portati in salvo dalla Capitaneria di porto siciliana.

Le organizzazioni umanitarie per l’accoglienza, come Mediterranean Hope (Mh), sostengono che quella adottata venerdì (e in seguito anche sabato mattina) sia la «soluzione umanitaria» che dovrebbe divenire «ordinaria». Il coordinatore dell’organizzazione, Paolo Naso, è infatti convinto che questo tipo di soluzioni servano all’Italia per poter pressare l’Europa in direzione della creazione di un «coordinamento dell’accoglienza», per la redistribuzione di queste persone in base a ‘quote’ che andrebbero concordate con i Paesi europei disponibili a trattare.
Questo per Naso eviterebbe ulteriori morti nel Mediterraneo, che secondo i dati delle Nazioni Unite sarebbero già 83 dall’inizio dell’anno.

Naso, in qualità di coordinatore della federazione delle chiese evangeliche in Italia, nel sensibilizzare sull’argomento enfatizza concetti quali «coscienza» e «anima», sicuramente necessari per «il bene dell’Europa».
Nel caso specifico dell’immigrazione tuttavia, come denunciano da tempo anche Lega e Movimento 5 Stelle, diventa un problema non di poco conto quando questi valori di umanità sono usati come alibi generici per un fenomeno complesso e pieno si sfaccettature. Si vedano i recenti casi delle navi Ong, che traevano ‘in salvo’ i migranti a poche miglia dalle coste libiche e non in situazioni di pericolo.

E restando sempre in tema di pratiche ‘scorrette’, proprio riguardo agli sbarchi a Lampedusa, lo scorso novembre il ministro degli Interni aveva puntato il dito contro Malta, per aver fornito benzina e bussole ai migranti per farli approdare in Italia, nell’isola siciliana: «Troppi indizi ci fanno credere d’essere di fronte a un vero e proprio atto ostile di un altro Paese dell’Unione europea […] c’è la sensazione che l’Italia sia sotto attacco», affermava Salvini.

Secondo fonti del Viminale infatti, riferisce lasicilia.it, in quell’occasione la Guardia costiera maltese, dopo aver intercettato dalla notte precedente in acque maltesi un’imbarcazione con 13 migranti a bordo, invece di portarli al sicuro in terra loro, come ‘leggi’ e ‘coscienza’ avrebbero voluto, avrebbe fornito agli scafisti una bussola per orientarli verso l’Italia, insieme a delle taniche di benzina e a dei giubbotti di salvataggio prodotti da un’azienda maltese, a conferma del coinvolgimento della Guardia costiera di Malta.
Il barcone era poi riuscito a sbarcare a Lampedusa, e gli investigatori avevano ascoltato le testimonianze degli stessi migranti, tutte ritenute attendibili.

Un fenomeno complesso, quindi, che comprende i rapporti tra i Paesi, le capacità economiche di uno Stato, questioni culturali, sociali e lavorative, non può essere affrontato soltanto con dei semplici buoni sentimenti a breve termine, ma richiede, una ‘coscienza’ più complessa e articolata, che sappia produrre buone conseguenze, piuttosto che limitarsi alle buone intenzioni. Senza per questo scadere nel cattivismo.

 
Articoli correlati