L’America si darà una mossa, su Taiwan?

Di Stephen Bryen

Gli Stati Uniti non hanno una politica su Taiwan. L’ambiguità strategica, che molti nell’amministrazione e tra i cosiddetti studiosi intelligenti pensano sia una politica, sicuramente non è all’altezza di tale nome.

In effetti, se la propria idea di strategia è ambigua, allora non si ha una direzione precisa e nessun motivo per eseguire alcun programma, a parte sedersi e girarsi i pollici.

Una politica implica che si abbia un programma che possa essere applicato. E, per quanto riguarda Taiwan, non c’è.

Naturalmente, c’è una «guida» nel Taiwan Relations Act del 1979 (Tra). Il Tra è stata una misura disperata del Parlamento a seguito del fatto che il presidente Richard Nixon e il segretario di Stato Henry Kissinger hanno deciso di abbandonare Taiwan e abbracciare la Cina.

Ma cosa fa il Tra? In effetti non molto, ad eccezione di una disposizione chiave che recita come segue: Il Tra «dichiara che in attuazione del principio del mantenimento della pace e della stabilità nell’area del Pacifico occidentale, gli Stati Uniti metteranno a disposizione di Taiwan articoli di difesa e servizi nella quantità necessaria per consentire a Taiwan di mantenere una capacità di autodifesa sufficiente come determinato dal Presidente e dal Congresso».

Si prenda nota del fatto che il Tra non impegna gli Stati Uniti a fare altro che fornire «articoli per la difesa» per consentire a Taiwan di avere una «capacità di autodifesa sufficiente» che sarà determinata dal Presidente e dal Congresso.

In pratica, significa vendere in gran parte attrezzature di seconda mano a Taiwan e assicurarsi che l’isola democratica non abbia potenza di fuoco offensiva. Quando Taiwan decise di costruire il proprio aereo da combattimento, chiamato F-Ck-1 Ching-kuo, gli Stati Uniti autorizzarono solo piccoli motori e limitarono la capacità di carburante dell’aereo in modo che non fosse utile contro la Cina.

Ma anche se gli Stati Uniti fornissero effettivamente attrezzature di prima linea e di prima classe a Taiwan, è semplicemente ridicolo pensare che Taiwan, un’isola di 23,57 milioni di persone, possa resistere alla Cina, che ha una popolazione di 1,402 miliardi di persone e una forza militare corrispondente alle dimensioni della popolazione e alla ricchezza del Paese.

Con questo in mente, è molto chiaro che Taiwan ha bisogno di aiuto, per evitare qualsiasi invasione cinese. Ogni analista serio sa che è così. Se gli Stati Uniti non fossero intervenuti con due task force di portaerei nel 1996, Taiwan sarebbe ora finita.

Infatti, allora la Cina, con il pretesto di svolgere un’esercitazione missilistica nei mari intorno a Taiwan, si preparava a lanciare una forza di invasione. Ma con il presidente Bill Clinton che alla fine decise di spostare due task force di portaerei nell’area per frapporsi tra Cina e Taiwan, i leader cinesi si sono ritirati e non c’è stata alcuna invasione.

Da quel momento, la Cina ha lavorato per trovare risposte alla potenza militare degli Stati Uniti, concentrandosi molto sulle portaerei, la sua nemesi numero 1. Proprio di recente, delle foto satellitari hanno rivelato un modello di una portaerei americana in un nuovo poligono di tiro nel deserto di Taklamakan nello Xinjiang. La falsa portaerei include un carrello, in modo che la Cina possa esercitarsi a sparare a una portaerei in movimento.

La Cina ha anche un missile relativamente nuovo, il Df-21D , che è detto ‘killer di portaerei’. Pare che il missile possa percorrere più di mille miglia e distruggere una portaerei. È probabile che il Df-21D possa essere intercettato dai cieli o dalle navi missilistiche statunitensi che accompagnano sempre le portaerei, ma nessuno lo sa per certo. Nel frattempo, la Cina sta cercando di affinare la sua abilità nel colpire una portaerei, cosa che suggerisce che non abbiano fiducia nel fatto che i loro missili siano così buoni.

La Cina ha anche costruito una serie di sofisticate navi d’assalto per elicotteri, per una futura invasione di Taiwan, tra cui le navi d’assalto anfibie classe Yuchao Tipo 071 Yushen Tipo 075. La Cina crede che se riuscirà a far saltare le piste dell’aeroporto di Taiwan e ad abbattere i suoi F-16, Taiwan non avrà i mezzi per fermare un assalto anfibio sull’isola.

Ma la grande paura della Cina è la potenza aerea statunitense, in particolare i caccia stealth. Il Chengdu J-20 cinese è un caccia stealth da superiorità aerea che è migliore di qualsiasi cosa abbia Taiwan ed è modellato sull’F-22 Raptor statunitense. Ma, secondo la maggior parte degli esperti, il Raptor è di gran lunga migliore del J-20 e, cosa più importante, è l’unico aereo da combattimento che la Cina teme davvero, perché può sconfiggere gli aerei e le difese aeree cinesi.

Eppure gli Stati Uniti non hanno F-22 nel Pacifico occidentale, nemmeno a Guam, che è lontana da Taiwan. È vero che gli Stati Uniti hanno schierato 25 Raptor a Guam e Tinian come parte di una grande esercitazione aerea chiamata Operazione Pacific Iron. Ma in seguito, sono tornati alle loro basi alle Hawaii e in Alaska.

Data la seria preoccupazione della Cina per l’F-22 – o forse ‘paura’ è una parola più adatta – avrebbe senso posizionarli vicino a dove si trova l’azione, come in Giappone o su Okinawa. Eppure l’amministrazione Biden è stata riluttante a fare qualcosa di più delle esercitazioni aeree e marittime e non sta rafforzando la capacità degli Stati Uniti dove è più necessario.

Chiunque legga i rapporti costanti sulle nuove armi della Cina potrebbe sentire che la sconfitta dell’America è inevitabile e che la migliore politica è quella di non cercare di intralciare la strada della Cina. Questo approccio può essere trovato nel Pentagono, che sembra essersi convinto che perderà ogni scontro con la Cina se cercasse di venire in aiuto di Taiwan.

Per rafforzare la sua negatività, il Dipartimento della Difesa, a volte da solo, a volte con appaltatori come Rand Corporation e talvolta in collaborazione con think tank, ha eseguito un numero vario di simulazioni e giochi di guerra, che dicono ai decisori del Pentagono che una battaglia contro la Cina non la si può vincere.

Ma tutte queste simulazioni hanno grossi difetti e presumono che l’esercito cinese funzionerà in modo impeccabile e che il suo equipaggiamento militare funzionerà perfettamente. Tali ipotesi sono esagerate, poiché il nuovo hardware cinese non è stato testato in battaglia, né è chiaro che i sistemi cinesi funzionino come pubblicizzato.

Peggio ancora, una volta che il Pentagono si convince di essere irrimediabilmente disarmato, non sviluppa piani per sfidare i cinesi. La vera deterrenza consiste nel convincere un potenziale avversario che si hanno i mezzi per combattere e vincere.

Se gli Stati Uniti praticassero la deterrenza, farebbero molto di più che svolgere alcune esercitazioni militari contro un nemico fantasma o una minaccia. Gli Stati Uniti non permetterebbero ai caccia e ai bombardieri cinesi di aggirare Taiwan, violando la zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan e attraversando la linea di demarcazione che ha tenuto separate entrambe le parti per molti anni.

Proprio come gli Usa seguono gli aerei russi che volano vicino alla loro costa, gli Stati Uniti dovrebbero seguire gli aerei cinesi intorno allo spazio aereo di Taiwan. Inoltre, dovrebbero coordinare le operazioni con l’aeronautica di Taiwan (ufficialmente l’aeronautica della Repubblica di Cina) e con gli alleati, in particolare il Giappone.

Allo stato attuale delle cose, Washington sta dando messaggi confusi, quando si tratta della minaccia dalla Cina, e sta facendo accordi dubbi con la Cina, nonostante essa si comporti in modo più aggressivo. Questo ha poco senso, a meno che l’intenzione degli Stati Uniti non sia di arrendersi ai cinesi. Di sicuro Washington non ha una politica che possa prevenire la guerra nella regione e si comporta in modo contraddittorio e confuso. Con questo i giochi di guerra del Pentagono diventeranno una profezia che si auto-avvera.

 

Il dott. Stephen Bryen è considerato un leader di pensiero sulla politica di sicurezza tecnologica, essendo stato insignito per due volte della più alta onorificenza civile del Dipartimento della Difesa, la Distinguished Public Service Medal. Il suo libro più recente è «Sicurezza tecnologica e potere nazionale: vincitori e vinti».

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: On Taiwan: Can America Get Its Act Together?

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