Il Canada finanzia una ricerca nel laboratorio di Wuhan

Di Tom Ozimek

Un professore dell’Università di Alberta ha ricevuto una borsa di studio del valore di oltre 828 mila dollari canadesi (543 mila euro) per collaborare con l’Istituto di Virologia di Wuhan allo sviluppo di test rapidi ed economici per l’individuazione del Covid-19. A riferirlo è l’agenzia governativa Canadian Institutes of Health Research.

Proprio questa settimana, degli alti funzionari americani hanno confermato che l’intelligence sta esaminando se il laboratorio P4 (parte dell’Istituto di virologia di Wuhan) sia stato la fonte del virus che finora ha ucciso in tutto il mondo circa 149 mila persone e infettato oltre due milioni e 188 mila individui. Dati tra l’altro imprecisi a causa del ritardo nella raccolta dei dati effettuato dai governi, e soprattutto a causa dell’inaffidabilità dei numeri della Cina continentale.

Il beneficiario della borsa di studio del governo canadese è Le Xiaochun, professore e ricercatore di tossicologia analitica e ambientale dell’Università dell’Alberta, e il suo è uno dei cento progetti riguardanti il Covid-19 che le autorità canadesi stanno finanziando.

Patty Hadju, portavoce del ministero della Salute federale, ha dichiarato che questo e altri progetti di ricerca finanziati dallo Stato sono sottoposti a una «rigorosa revisione tra pari» da parte di esperti indipendenti dal governo. Tuttavia, le autorità canadesi non hanno specificato perché sia stato scelto proprio il laboratorio di Wuhan.

Secondo Hallie Brodie, portavoce dell’Università dell’Alberta, il laboratorio di Wuhan è stato scelto perché i ricercatori hanno una notevole esperienza con i test Covid-19: «La collaborazione con i ricercatori di Wuhan è limitata alla sola condivisione delle conoscenze. Non ci scambiamo campioni e non trasferiamo alcun finanziamento. Per rallentare la diffusione del virus e per sviluppare eventuali vaccini, sarà necessario un team mondiale di medici e ricercatori a livello internazionale». Inoltre la Brodie aggiunge che la maggior parte della ricerca per il progetto si svolgerebbe nelle città canadesi di Edmonton e Winnipeg.

Mercoledì il presidente Donald Trump ha comunicato che il suo governo sta cercando di individuare i collegamenti tra il virus e il laboratorio di Wuhan, e il segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato che Pechino «dovrebbe confessare» quello che sa. Martedì, il generale americano Mark Milley, presidente del Joint Chiefs of Staff, ha spiegato alla stampa che sebbene la maggior parte delle prove finora ottenute e analizzate suggeriscano che il virus abbia un’origine naturale, queste prove non sono definitive.

Tuttavia, l’Istituto di Virologia di Wuhan, salito alla ribalta nella ricerca dell’origine dell’epidemia, già a febbraio aveva respinto le voci secondo cui il virus potesse essere stato sintetizzato artificialmente in uno dei suoi laboratori, o potesse essere sfuggito a una di queste strutture.

Questa settimana, il Washington Post ha riferito che i funzionari della sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump sospettavano da tempo che le strutture di ricerca di Wuhan fossero la fonte del nuovo focolaio del coronavirus, poiché nel 2018 avevano visitato più volte la struttura di Wuhan, e inviato due avvertimenti ufficiali a Washington circa la carenza di sicurezza del laboratorio, (che pare conducesse una ricerca di coronavirus sui pipistrelli), richiedendo sia degli interventi che una maggiore attenzione.

Sempre in settimana, su The Story di Fox News, Pompeo ha invitato le autorità cinesi a collaborare a un’indagine sull’origine del virus: «Il governo cinese deve confessare, assumersi la responsabilità di spiegare cosa sia successo e di spiegare perché queste informazioni non sono state rese disponibili in modo più ampio».

Il documentario sul virus di Wuhan

All’inizio di questo mese, Epoch Times ha pubblicato un documentario sull’origine del virus del Pcc. Il giornalista investigativo Joshua Philipp ha scoperto che la maggior parte dei primi pazienti in Cina non aveva alcun legame con quel mercato di animali esotici che i funzionari comunisti avevano indicato come origine. Philipp ha citato anche alcuni studi che mostravano un’elevata somiglianza tra il nuovo virus, i due individuati nei pipistrelli esaminati dall’esercito cinese e una proteina spike simile a quella della Sars, trovata nel nuovo virus del Pcc. Nell’ambiente scientifico si concorda che il virus, chiamato ufficialmente Sars-Cov-2, abbia avuto origine nei pipistrelli.

Judy Mikovits, una biologa molecolare che in passato ha diretto il Laboratorio dei Meccanismi Antivirali del National Cancer Institute, ha spiegato a Epoch Times che «il segreto della trasmissione cellulare nell’uomo, è l’elevata somiglianza tra le proteine S dalla Sars uno alla Sars due, ed è la prova che il virus non poteva essersi diffuso attraverso il mercato dei frutti di mare di Wuhan».

Nel frattempo, durante una riunione al Rose Garden di mercoledì, Trump, nel definire la lotta dell’America contro il virus una «storica battaglia contro un nemico invisibile», ha dichiarato: «Un virus crudele proveniente da una terra lontana ha ingiustamente colpito migliaia di preziose vite americane. A ogni cittadino che ha perso una persona cara dico che il vostro dolore è il nostro dolore. Siamo in lutto come un’unica famiglia nazionale».

 

Articolo in inglese: Canada Funds COVID-19 Research With Controversial Wuhan Virus Lab

 
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