La triste sorte degli elefanti in Birmania

In Birmania, la caccia di frodo agli elefanti ha raggiunto livelli preoccupanti: il tutto per soddisfare la crescente domanda proveniente dalla Cina, dove la pelle del pachiderma viene considerata una potente medicina.

«Pelle d’elefante? Datemi quattro ore e vi porterò tutto quello che volete prendendolo dai cacciatori nella giungla», queste le parole pronunciate da un farmacista di Kyaikto, una città della Birmania del sud, secondo un articolo pubblicato il 2 settembre dal quotidiano in lingua inglese The Myanmar Times.

La difficile situazione in cui si trovano gli elefanti asiatici, considerati una specie in pericolo dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), è stata documentata ad aprile in un’inchiesta pubblicata da Elephant Family, una Ong britannica dedita alla protezione degli animali. Per realizzare l’inchiesta la Ong ha condotto indagini sul campo in Birmania e in Cina.

La pelle di elefante è un ingrediente della medicina tradizionale cinese che si ritiene abbia un elevato potere terapeutico. Secondo il motore di ricerca cinese Baidu, la pelle di elefante può essere utilizzata per curare gastriti e ulcere, e per favorire la rigenerazione della pelle e dei muscoli. Inoltre l’inchiesta rivela che la pelle di elefante può essere anche trasformata in perline per la produzione di bracciali e collane.

Secondo l’inchiesta, il numero di carcasse di elefanti asiatici rinvenute in Birmania rivela una tendenza allarmante a partire dal 2012. Prima del 2012, mediamente venivano rinvenuti ogni anno meno di dieci carcasse di elefanti; tuttavia nel 2013 ne sono state rinvenute 26, e nel 2016 addirittura 61.

I cornac conducono i loro elefanti in un campo di addestramento presso un villaggio della regione di Bago, Birmania, il 26 settembre 2016. (Ye Aung Thu/AFP/Getty Images)

Corrispondentemente all’allarmante aumento di elefanti morti, sono aumentate le discussioni all’interno dei social media cinesi circa la reperibilità della pelle d’elefante e dei prodotti derivati. Secondo l’inchiesta, questi prodotti vengono generalmente venduti online in tre forme differenti: pezzi di pelle, polvere, e perle. Nel 2018, i ricercatori di Elephant Family hanno trovato i prodotti di pelle di elefante nei mercati locali di tre province cinesi: lo Yunnan nella Cina sudoccidentale, e il Fujian e il Guangdong nella Cina sudorientale.

In Birmania il prezzo media della pelle di elefante è di 660 yuan (circa 82 euro) al chilo, ma la stessa pelle viena venduta a Guangzhou, la capitale del Guangdong, per 1800 yuan (223 euro) al chilo.

La vendita dei prodotti di pelle di elefante non avviene solo tramite i social media. Anche le aziende farmaceutiche cinesi commercializzano medicine contenenti pelle di elefante, che vengono vendute legalmente da quando il Dipartimento Forestale Cinese ha concesso alcune licenze per la produzione e la vendita di questi prodotti farmaceutici.

Pelle di elefante, un artiglio di tigre, avorio, penne di istrice e altri oggetti sono esposti in una piccola bancarella di Mong La, Birmania, il 17 febbraio 2016. (Taylor Weidman/Getty Images)

Secondo il Myanmar Times, Nicholas Cox, direttore del dipartimento del WWF che si occupa della Birmania, ha dichiarato: «Se diventasse difficile [uccidere gli elefanti in Birmania, ndr], loro [i bracconieri, ndr] andrebbero in un altro posto».

L’inchiesta stima che la popolazione complessiva degli elefanti asiatica sia compresa tra i 30 e i 50 mila esemplari, che sono sparsi in 13 diversi Paesi, tra cui la Birmania, lo Sri Lanka, la Thailandia e l’India.

 

Articolo inglese: Chinese Medicine Demand is Depleting Asian Elephant Population in Burma

 
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