La tecnologia moderna e il dio della comunicazione

Di James Sale

Le persone amano la tecnologia, e non sorprende che sia così, dal momento che sembra rendere la vita più facile, più produttiva e più sicura. Tuttavia, dopo ciascun ‘progresso’ si scopre sempre che c’è un prezzo da pagare, a volte molto alto, e talvolta ci si rifiuta di riconoscerlo finché non è troppo tardi.

L’uso dei dispositivi elettronici e la violenza del ventesimo secolo possono apparire scollegati. Tuttavia, perché potessero avvenire i terribili eccidi dello scorso secolo, sono stati indispensabili i progressi scientifici che hanno condotto alla rivoluzione tecnologica che l’umanità sta sperimentando oggigiorno.

Per quanto possa sembrare fuori contesto, secondo lo studioso junghiano James Hollis, lo psichiatra Carl Jung ha suggerito che una nevrosi sia come una divinità offesa o trascurata. Dunque, quando si vede qualcuno che cammina per strada e parla con i propri dispositivi elettronici, che guida e chiacchiera al cellulare, o che è incapace di spegnere il proprio telefono, tablet o laptop, bisogna chiedersi dove sia la ‘divinità offesa’, dal momento che si tratta di un comportamento nevrotico, oltre che psicologicamente e fisicamente insalubre.

La divinità offesa

Ma quale è il dio offeso? Chi è arrabbiato? E perché? C’erano 12 dei sul Monte Olimpo ai quali gli antichi greci prestavano particolare attenzione. Oltre a questi 12 ce n’è un altro di importanza vitale, una divinità ricca e potente che non è inclusa tra i 12 perché non vive sull’Olimpo: Ade (in latino Plutone, che era anche il Dio della ricchezza).

Il nome di Ade è stato anche esteso al suo regno, noto come il regno degli inferi, poiché si trova al di sotto del suolo terrestre. Ade è ricco perché tutti i minerali del mondo si trovano sotto la superficie terrestre, proprio nel suo regno, e poiché è destinato a possedere tutto quello che vive; da ciò deriva il termine ‘plutocrate’, che indica una persona ricchissima. Ad ogni modo la parola più utilizzata per riferirsi all’Ade è ‘inferno’. E questo va tenuto a mente quando si pensa a quanto ricchi siano diventati i promotori di questa tecnologia dei telefoni cellulari e di internet: i veri plutocrati del mondo moderno.

Ci sono due dei della tecnologia. Il primo, Efesto (o Vulcano in latino) non è direttamente legato a questo discorso. Egli utilizza una tecnologia di vecchio stampo: nella sua fucina batte armi in metallo, e rappresenta piuttosto quel genere di industrie manifatturiere tipiche del mondo occidentale, che oggi sembrano essere in declino.

Tuttavia, la seconda divinità presenta diverse interessanti assonanze con la tecnologia moderna, la comunicazione, e persino con i telefoni cellulari. Si tratta, naturalmente, del dio Ermes (noto come Mercurio in latino).

Ermes e l’ermeneutica

Il Penguin book of classical myths lo descrive come «una divinità mobile».
È il dio dal ‘discorso pronto’ (e della comunicazione); il suo cappello alato indica che è un viaggiatore (o in altre parole uno che supera i confini); il suo bastone rivela che è un messaggero (ossia un portatore di notizie); e i suoi sandali d’oro alati gli consentono di volare sopra terre e mari a velocità incredibili. Inoltre, i sandali cancellano le sue impronte, così che nessuno possa notare la sua presenza.

Le sue caratteristiche hanno diversi punti in comune con la tecnologia moderna, grazie alla quale è possibile comunicare con chiunque, in ogni luogo e in qualsiasi momento. Si possono ricevere notizie fresche 24 ore su 24, superare i confini nazionali, e fare persino il giro del mondo in pochi istanti con la comunicazione istantanea. Per di più tutti possono tentare di occultare elettronicamente le proprie traccie con ogni genere di ingegnose modalità.

Sembrano tutte cose buone e utili, ma ci sono altri due aspetti di Ermes da prendere in considerazione. In primo luogo, Ermes è spesso ritratto con una sacca di denaro: è considerato una divinità scaltra, il dio della fortuna, dei mercanti e persino dei ladri.

Inoltre, è stato spesso ritratto come una divinità capace di raggirare chiunque con la sua capacità oratoria: secondo il mito il giorno stesso in cui nacque rubò i bovini di Apollo e negò ripetutamente il misfatto in sua presenza. E si consideri che Apollo non era soltanto un dio molto potente, ma anche il fratellastro di Ermes. Fu solamente quando Apollo lo trascinò al cospetto di Zeus, il re degli dei, che Ermes si vide costretto a confessare la bugia: persino lui non osò mentire di fronte alla potenza di Zeus.

Le ‘fake news’

Gli aspetti negativi di Ermes, che lui era probabilmente capace di bilanciare con la sua saggezza, hanno preso il sopravvento nello sviluppo di tecnologie moderne come quella dei telefoni cellulari e dell’internet delle cose. Il mondo intero è sempre più consapevole delle frodi, dei furti, e delle menzogne (fake news), che questa rivoluzione tecnologica della comunicazione sta promuovendo; come se non bastasse grazie ad essa persino i bambini sono esposti a cose dell’altro mondo (l’Ade) come il gioco d’azzardo, la pornografia, il terrorismo e la violenza.

In effetti nella mitologia greca Ermes era l’unica divinità a poter entrare direttamente in contatto con l’Ade e a svolgere il ruolo d Psicopompo, aveva cioè il compito di accompagnare le anime dei morti nell’Ade.

Il regno di Ade – l’inferno – era fuori dalla portata degli altri dei, cosi come l’Olimpo era per Ade. L’Ade era un posto ripugnante; gli stessi greci lo detestavano. Achille era in uno stato di inconsolabile tristezza quando Ulisse lo incontrò durante il suo viaggio negli inferi. Allo stesso modo gli dei dell’Olimpo nutrivano una forte avversione per quel posto, e non vi entrarono mai. Perché scambiare la propria luce e l’ambrosia degli immortali per un mondo di oscurità e fantasmi?

Solo lui poteva scendere all’inferno e uscirne indenne

Copia marmorea romana di un originale greco del V secolo a.C. forse attribuibile a Fidia. (Wikipedia)

Ermes era l’unica divinità che poteva incontrare Ade. Era l’intermediario tra il re degli dei, Zeus, e il re degli inferi. Solo lui poteva navigare tra i pericoli, le illusioni e la follia di quel regno, forse perché era scaltro quanto la morte stessa e non c’era perciò modo di catturarlo o intrappolarlo.

Ma, come ha scritto Jung, «entrare nell’inferno significa diventare inferno». Il pericolo è che venerare sconsideratamente Ermes possa condurre l’umanità – le sue anime – a contatto con l’inferno; solo che per gli uomini, a differenza di Ermes, una volta entrati diventa impossibile tornare indietro.

Sembra proprio questa la situazione in cui si trova il mondo moderno attualmente: Ermes non è stato offeso o trascurato; al contrario è venerato smodatamente, fino al punto che la razza umana si trova di fronte al rischio di essere annichilita da una catastrofe tecnologica e apocalittica, che farebbe sembrare gli eccidi dello scorso secolo delle quisquilie. Non è assurdo che si sia arrivati al punto in cui le persone sul letto di morte non si mettono a pregare, ma piuttosto desiderano controllare per l’ultima volta il proprio smartphone?

Allora chi è il dio offeso e trascurato, tra i dodici che vivono sull’Olimpo? La risposta, e la soluzione, è Apollo, il fratellastro e migliore amico di Ermes.

Una volta Ermes uccise una tartaruga e utilizzò il suo guscio per creare la prima lira. Suonandola, incantò Apollo e poi gli donò la lira come omaggio. Così Apollo perdonò Ermes per avergli rubato il bestiame e diventarono i migliori amici.

Ma si noti la relazione: il dio della comunicazione ha creato la tecnologia per generare la musica, e quindi l’arte. Apollo è il dio della luce, della ragione, della proporzione, della poesia e della salute. Questo è il dio che l’umanità ha trascurato e offeso: l’arte moderna non è arte, la musica non è musica, e la poesia è diventata un’idiozia; non sorprende perciò che la salute scarseggi nel mondo.

È necessario quindi tornare metaforicamente verso il dio Apollo, la ragione, la luce, la proporzione, per salvare se stessi dalla follia tecnologica generata dall’idolatria e dall’imitazione sconsiderata degli aspetti più tangibili di Ermes. Questa è una grande sfida che si presenta davanti all’umanità.

 

James Sale è un uomo d’affari inglese, fondatore di Motivational Maps, che è attiva in 14 Paesi. Sale è autore di oltre quaranta libri pubblicati da importanti editori internazionali, come Macmillan, Pearson, e Routledge.

 

Articolo in inglese: Modern Technology and the God of Communications

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