L’abate che rifiutò di espellere il ladro

Un abate molto rispettato che viveva in un monastero aveva molti giovani monaci sotto la sua tutela. Insegnava loro come coltivare il proprio cuore e come disciplinarsi. Molti dei suoi discepoli in seguito divennero grandi maestri, grazie alla sua guida.

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Un giorno, quando uno dei suoi studenti fu colto in fragrante a rubare, gli altri lo denunciarono all’abate mostrando tutta la loro rabbia. L’abate, calmo e imperturbato di fronte ai suoi studenti, ignorò l’accaduto e scelse di non punirlo.

In seguito il ragazzo fu di nuovo colto a rubare, ma l’abate ancora si rifiutò di punirlo, quando gli altri gli riferirono arrabbiati quello che era accaduto.

Tutti gli altri studenti erano oltraggiati, fino al punto di firmare tutti insieme una petizione per espellere il ladro: se il ragazzo non fosse stato punito, minacciavano di lasciare il monastero.

Più pensavano al ladro, più si arrabbiavano; erano così irritati ed eccitati che non sembravano neppure più dei monaci. Vedendo che il monastero aveva perso completamente la sua armonia, l’abate convocò tutti gli studenti.

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Era notte fonda, ma era il momento di mettere fine a questa questione una volta per tutte.

«Siete tutti buoni studenti, e potete giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato», disse l’abate, guardando i suoi studenti amorevolmente. «Se doveste andarvene da qui, sono sicuro che non avreste alcun problema ad essere accettati in un altro monastero».

Mentre l’abate parlava, si poteva cogliere la sua incredibile apertura mentale e la responsabilità sincera che sentiva verso i suoi studenti.

«Ma per quanto riguarda il vostro fratello che non sa distinguere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Chi gli insegnerà se non lo faccio io?», chiese l’abate, con una voce piena di compassione.
«Ha bisogno del mio aiuto e voglio solo ciò che è meglio per lui. Non sa quanta sofferenza e quale retribuzione sta per attirare su se stesso, se continua in questo modo. Mi addolora il cuore pensarci».

«No, – continuò l’abate – non lo manderò via, anche se questo significa perdere tutti voi».

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Sentendo le parole dell’abate, il ladro fu profondamente toccato e scoppiò in un pianto incontrollabile. Nonostante il suo comportamento vergognoso, l’abate non aveva rinunciato a lui.

Il ragazzo che aveva rubato annunciò di fronte all’intero monastero, che non avrebbe mai più rubato e supplicò di essere perdonato. Le sue parole erano sincere, la sua determinazione a correggersi era innegabile.

Tutti gli studenti che fino a un momento prima erano stati sul piede di guerra, ora avevano completamente dimenticato il loro odio e stavano là in silenzio. Il monastero era avvolto dalla compassione: tutti potevano sentirlo.

La misericordia dell’abate aveva sciolto la rabbia e il rancore. L’odio verso il ragazzo che aveva rubato si era dissolto e non pensavano più ad andarsene. Compresero che avevano ancora molto da imparare, e tornarono nei loro dormitori.

«Come abbiamo potuto arrabbiarci fino a quel punto», disse uno studente con dispiacere. «Fin dal primo giorno il maestro ci ha insegnato a trattare tutti gli esseri con compassione, eppure quando ci siamo trovati di fronte alla perdita delle nostre cose materiali, abbiamo dimenticato completamente i suoi insegnamenti».

Un altro è intervenuto: «La ragione per cui sono venuto qui all’inizio era di coltivare. Dobbiamo davvero imparare una seria lezione da quello che è accaduto. Non dovremmo lamentarci senza sosta ed essere così irritati come abbiamo fatto in questo periodo».

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«Giusto» disse un terzo studente, con un sospiro. «Faremo meglio la prossima volta. Ma devo dire una cosa… Dopo quello che è accaduto, la compassione del maestro è impressa nel mio cuore. Non lo dimenticherò mai».

E per quanto riguarda lo studente che si era pentito, la misericordia del maestro gli cambiò la vita. Da quel giorno in poi, ebbe il sincero desiderio di coltivare la stessa compassione dell’abate: aveva capito che la compassione era un genere di energia che aveva il potere di cambiare una persona per il meglio.
Comprese che la compassione può sciogliere l’acciaio, o in altre parole, anche i cuori più duri.

Ogni giorno, metteva i bisogni degli altri prima dei suoi, prendeva l’iniziativa di aiutare i suoi compagni, considerava i sentimenti degli altri e ricordava sempre a se stesso di non essere egoista, di essere onesto, di avere un cuore grande, di coltivare la compassione in ogni momento.

Dal momento che si impegnava a coltivare il suo cuore ogni giorno, la sua meditazione divenne profonda e beata. Gli altri ammiravano la sua abilità di stare seduto in meditazione per lunghi periodi di tempo. Di fatto la sua abilità di raggiungere lo stato di tranquillità dipendeva dall’elevazione della natura del suo cuore.

Gradualmente nessuno si ricordò più di lui come del monaco che rubava: per tutti era il monaco con un cuore grande di compassione per tutti. Era molto rispettato dai suoi compagni e l’abate era felice di vedere i suoi cambiamenti positivi. L’abate ne fu molto confortato.

Questo studente in seguito divenne un grande maestro con molti studenti e la sua compassione toccò molti cuori.

 

Articolo in inglese: Abbot’s Refusal to Expel Thief Angers Monks, It’s All for a Greater Good

 
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