La spinta a normalizzare il poliamore

La moralità sessuale è uno degli elementi più importanti nella formazione della cultura. Questo è il motivo per cui coloro che cercano di distruggere i paradigmi esistenti, spesso sostengono la trasgressione sessuale, la normalizzazione della stessa e/o attuano un comportamento direttamente trasgressivo.

Nel bene e nel male, la rivoluzione sessuale ha vinto. Ma nonostante la sua vittoria, fino a poco tempo fa il legame sessuale era quasi universalmente considerato principalmente una questione di accoppiamento, il che significa che le persone – sia eterosessuali che omosessuali, sposate o single – si univano come coppie.

Ora, anche quel punto di partenza ancora ampiamente condiviso è sotto attacco. In effetti, la promozione del poliamore viene sempre più normalizzata: triplette o anche raggruppamenti poliamorosi più grandi vengono mostrati in luce sempre più favorevole nell’intrattenimento popolare; vengono inoltre discussi rispettosamente nelle conversazioni culturali e presentati positivamente nei media principali, soprattutto in America.

Basta solo guardare le storie e gli editoriali recenti pubblicati dal New York Times per vedere fino a che punto è già avanzata la spinta del poliamore. Una volta conosciuto come «la Signora Grigia», quando si parla del legame tra sessualità, cultura e politica, il Times è ormai tutt’altro che serio e sobrio. In effetti, il Times brandisce le sue pagine di notizie e opinioni come bastoni culturali che percuotono ciò che resta della tradizionale moralità giudeo-cristiana.

Ecco alcuni esempi recenti. Lo scorso ottobre, la deputata democratica della California Katie Hill si è dimessa, dopo aver ammesso il coinvolgimento in una relazione poliamorosa con il marito (ora allontanato) e un addetto alla campagna elettorale, ed essere stata accusata di aver intrattenuto relazioni ulteriori in un’altra tripletta che comprendeva un membro del suo staff (accusa, questa, negata). Un tempo, una rivelazione così umiliante avrebbe posto fine alla vita pubblica del trasgressore, ma quei tempi stanno scomparendo velocemente.

Meno di un anno dopo, il Times ha pubblicato un lungo articolo che simpatizzava chiaramente per la Hill – evitando ogni giudizio morale sulla sua poligamia – e volto a riesumare le sue possibilità di una vita politica. Jessica Bennett, editrice che si occupa di genere e cultura, sospira: «In un certo senso, ora è più libera. Non c’è nessuna rielezione di cui preoccuparsi. Nessun leader di partito da offendere. Può vedere chi vuole e uscire con chi vuole, e la mascherina dell’era Covid ha il bel vantaggio di permetterle di mimetizzarsi». Che bella cosa per la Hill.

Altri articoli recenti del Times hanno approvato in modo più esplicito il poliamore. L’anno scorso il giornale ha pubblicato un lungo saggio fotografico intitolato «Polyamory Works for Them» [Il poliamore per loro funziona, ndr], che dipingeva le relazioni dei poliamoristi – identificati con il termine non giudicante di «non-monogamia etica» – con il calore di un camino autunnale.

Il tema centrale del pezzo? «Le persone dovrebbero avere più opzioni». Gli intervistati poliamorosi esortavano a «più libertà e piacere», in un’atmosfera di «compersione», che si traduce in «la felice l’alternativa alla gelosia». I poliamoristi sono presentati come vittime della «repressione sessuale» e questo stile di vita è descritto come un modo «per convivere e celebrare il sesso senza farsi del male a vicenda». Nessuna menzione nell’articolo di cuori spezzati, confusione nella vita dei bambini o altre conseguenze sanitarie ed emotive spesso associate alla promiscuità.

Il che solleva la questione cruciale dei bambini. Un articolo di Debora Spar da poco pubblicato dal Times riporta: «Le famiglie poligenitoriali stanno arrivando». In quello che è l’articolo più chiaramente pro-poligamia del Times ci viene detto che i raggruppamenti poligami probabilmente useranno tecnologie di riproduzione all’avanguardia, allo scopo di «smantellare le norme di matrimonio e genitorialità che esistono da millenni». Ad esempio, la gametogenesi in vitro (Ivg) —creazione di ovuli e sperma da cellule della pelle — «potrebbe consentire alle persone […] di produrre i propri ovuli e sperma, mescolando e abbinando i sessi e i geni e consentendo a più di due persone di creare un bambino insieme. E nel processo, anche la nostra nozione di base di famiglia rischia di essere ribaltata».

Questo, ovviamente, sarebbe il punto. Scrive la Spar: «Una volta che iniziamo a immaginare, e poi a vivere in un mondo di genitori misti, diventa sempre più probabile che annulleremo o almeno rivedremo la nostra vecchia convinzione secolare che le unioni procreative, come gli animali di Noè, vengono solo in coppia. Forse la nuova arca della nostra specie è composta da un equipaggio più movimentato; di sesso a tre e quattro, vecchi e giovani, uomini e donne e in tutto lo spettro dell’identità di genere, che si riproducono con chi scelgono e amano come desiderano».

Cosa fare? Questo è un movimento contro cui è difficile difendersi, in una società libera. Gli adulti consenzienti non imparentati possono essere in grado di impegnarsi nella «domesticità» in qualsiasi combinazione desiderino senza timore di sanzioni penali. Quindi, la paura della legge è fuori. La maggior parte delle persone potrebbe pensare che sia molto immorale. Evitare certe persone potrebbe essere appropriato, anche se si ha così paura di essere etichettati come «giudicanti» in questi giorni, che è improbabile che questa strategia abbia successo.

In ogni caso, dovrebbe esserci un forte respingimento da parte dell’opinione pubblica alla spinta del poliamore, mentre rimane nella sua fase embrionale. L’idea è convincere le persone a non cedere alla tentazione sessuale. A questo proposito, bisogna imparare di nuovo a parlare di argomenti morali, e questo problema potrebbe fornire l’opportunità di ricaricare quella forma di persuasione.

Gli esperti dovrebbero anche rispondere alle crescenti offerte pro-poligamia evidenziando quali sarebbero le soddisfazioni e i benefici delle monogamie per i bambini, nonché i possibili danni alla prole cresciuta in tali gruppi multi-numerati e il potenziale di coercizione emotiva e fisico abuso tra i poliamoristi stessi.

Allo stesso tempo, non bisognerebbe mai cedere politicamente e legalmente all’imperativo del poliamore. Tali raggruppamenti non dovrebbero mai essere riconosciuti dallo Stato come un’istituzione sociale valida. Il matrimonio di gruppo – la poligamia – non dovrebbe mai essere legalizzato. Né le regole di eredità dovrebbero riconoscere questi membri poliamorosi non sposati come legalmente correlati.

A tal proposito, non si commetta l’errore di pensare che il riconoscimento ufficiale non sia già una minaccia concreta. Il Times ha appena riferito che Somerville, nel Massachusetts, è diventata la prima giurisdizione a concedere ai gruppi poliamorosi gli stessi diritti che sono detenuti dai coniugi nel matrimonio. E no, naturalmente l’articolo non ha presentato voci di opposizione a una così radicale ridefinizione della famiglia.

Quando si discuteva del matrimonio tra persone dello stesso sesso, alcuni oppositori avvertivano che il riconoscimento legale di tali unioni come matrimonio valido avrebbe portato inesorabilmente alla normalizzazione del poliamore. Dopo tutto, si discuteva, una volta che un’istituzione venerabile come il matrimonio è stata ridefinita in modo così drastico, cosa c’è per fermare il rifacimento di altre norme culturali e sessuali?

Questo processo è ora chiaramente iniziato, ma questo non significa che avrà successo. Si spera che gli ex concorrenti politici su questa controversa questione culturale e morale possano mettere da parte le loro differenze passate e unirsi per combattere contro la poligamia, insistendo sul fatto che la monogamia venga mantenuta come norma sessuale e di educazione dei figli per la società.

 

Il pluripremiato autore dell’articolo, Wesley J. Smith, è il presidente del Centro per l’Eccezionalismo Umano del Discovery Institute

Le opinioni espresse in quest’articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente le idee di Epoch Times.

Articolo in inglese: The Push to Normalize Polyamory

 
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