La scelta di Ercole tra Virtù e Vizio

Di Eric Bess

Ogni giorno, al risveglio si potrebbe provare a considerare quel dì come una rappresentazione microscopica della vita stessa. Se si nascesse al mattino per morire la sera, come si affronterebbe quel singolo giorno? Quali scelte si dovrebbero prendere fino al tramonto, in modo da poter dormire sereni, con un senso di pace e dignità nel cuore?

Si osservi il dipinto Ercole fra il vizio e la virtù di Gérard de Lairesse. L’autore ha voluto immortalare un momento cruciale in un giorno della vita di Ercole. Tutti si trovano in situazioni simili durante la loro vita quotidiana.

Il mito della scelta di Ercole

Socrate prendeva spesso a modello la storia della ‘scelta di Ercole’ per istruire i suoi discepoli. Si pensa sia stata scritta inizialmente da Prodico di Ceo, ma ora è meglio conosciuta grazie ai Memorabili di Senofonte. Di seguito un sunto.

Da giovane, Ercole decise di ritirarsi in solitudine, per meditare sul sentiero che avrebbe percorso nella sua vita: quello della virtù o quello del vizio.

Mentre stava meditando sul suo dilemma, due donne (di dimensioni più grandi di Ercole) si avvicinarono a lui. La prima, vestita in maniera modesta, aveva un’aria umile, e si avvicinò a Ercole così come madre natura l’aveva creata, senza alcuna intenzione e con aria di dignità.

La seconda donna, era più formosa; aveva reso la sua pelle più lucente, e portava vesti vistose; prestava molta attenzione all’impressione che lasciava sugli altri, dal momento che desiderava mettersi in mostra ed essere tenuta in grande considerazione.

La seconda donna, si precipitò davanti a Ercole, coprendo la prima, per salutarlo. Tentò di convincere Ercole a seguirla lungo la sua strada. Gli disse che avrebbe reso la sua vita «più facile e più piacevole», sussurrandogli: «Assaporerai insieme a me tutto il piacere della vita, e sarai libero da tutti i problemi e le preoccupazioni».

Ercole le chiese quale fosse il suo nome non appena finì di parlare. Lei rispose: «Il nome, con cui sono conosciuta tra gli amici, è felicità; ma i miei nemici senza senso dell’umorismo, mi chiamano Vizio».

A quel punto, la prima donna, Virtù, si avvicinò a Ercole e, desiderando anche lei che quest’ultimo la seguisse lungo la sua strada nella sua vita, gli disse: «Non cercherò di ingannarti con discorsi lusinghieri, come lei ha appena fatto. Ma porgerò le cose davanti a te, secondo la loro vera natura e gli immutabili decreti degli Dei. Di tutte le cose vere e buone che il Cielo concede ai mortali, non ce ne è una che può essere ottenuta senza applicazione e lavoro».

Non ci volle molto tempo tuttavia, prima che Vizio la interrompesse per dire a Ercole che lei, avrebbe potuto mostrargli una via più breve per la felicità.

Ma, rispondendo a Vizio, Virtù disse: «È vero. Eri di origine celeste. Ma non sei stata forse scacciata dal Regno degli Dei? E non sei stata, da allora, respinta da tutti gli uomini più valorosi, persino sulla Terra? … Al contrario, la mia conversazione è con gli Dei, e con gli uomini buoni. E non esiste un buon lavoro che sia prodotto da entrambi senza la mia influenza. Sono rispettata al di sopra di tutte le cose, dagli stessi Dei, e da tutti i migliori mortali».

Virtù terminò il suo discorso dicendo che tutti i suoi fedeli seguaci «guardano indietro con conforto alle loro azioni passate; e si deliziano delle loro attuali realizzazioni. Grazie a me, sono favoriti dagli Dei, amati dai loro amici e onorati dal loro Paese. E quando la loro vita è giunta a termine, non sono trascinati in un disonorevole oblio, ma continuano a vivere nelle lodi del genere umano, anche dopo tante generazioni».

Ercole scelse alla fine Virtù, ispirando molti artisti come de Lairesse.

Composizione della scena

De Lairesse è stato un pittore del 17esimo secolo, vissuto durante ‘l’età d’oro’ della pittura olandese. In un primo momento è stato fortemente influenzato da Rembrandt, che ha dipinto anche il suo ritratto. In seguito, prima di diventare cieco, de Lairesse è stato influenzato dagli artisti neoclassici francesi, come Nicolas Poussin.

Così, il suo dipinto Ercole fra il vizio e la virtù è stato proprio quello in cui l’autore ha impiegato maggiormente gli elementi neoclassici. Ad esempio, si è concentrato più sulla forma che sul colore, mantenendo quest’ultimo attenuato. Questo dipinto allegorico fa ricorso a temi e abiti classici per rappresentare la storia di Ercole.

De Lairesse raffigura cinque figure anziché tre: un uomo e quattro donne. L’uomo, ovviamente è Ercole. Sulla sinistra vi è Virtù. Guarda Ercole ma indica con il dito verso l’alto. Si presenta con modestia e dignità.

Ercole tra Virtù e Vizio

Dietro Virtù c’è un’altra donna, che lancia uno sguardo obliquo verso Ercole. Ha il mento leggermente sollevato e ha anch’essa un’espressione dignitosa sul volto. Tiene nella mano destra una torcia debolmente illuminata.

Sulla destra del quadro c’è Vizio. Vestita in modo provocante, cerca di sedurre Ercole con le sue carezze, mentre lo guarda con adorazione. Alle sue spalle c’è un’altra donna ancora, che porta l’indice alla bocca come se stesse mantenendo un segreto. La donna anziana guarda il pubblico, l’osservatore del quadro.

Anche lo sguardo di Ercole è rivolto al pubblico, ed è il punto focale del dipinto. Le due figure sulla sinistra stanno guardando Ercole, mentre le due sulla destra sono rappresentate inclinate, propense verso Ercole. Nell’insieme questa rappresentazione rafforza Ercole come il punto focale. Anche la linea tracciata dalla mazza che Ercole porta sulla spalla destra, va a incrociarsi con quella tracciata dal suo braccio sinistro, formando una ‘X’ con al centro proprio la testa del protagonista. Tutti questi elementi compositivi, assieme al maggior grado di contrasto donato alla figura di Ercole, rinforzano la presenza di Ercole nel dipinto.

È possibile quindi decifrare quale è stata la scelta di Ercole? Chi sono inoltre le altre due donne sullo sfondo? Perché Ercole e la donna anziana guardano l’osservatore? E perché Ercole è il punto focale?

È anche la nostra scelta

Il linguaggio del corpo di Ercole rivela quale è stata la sua scelta. Ercole utilizza il suo braccio sinistro per tenere a distanza Vizio, mentre torce leggermente il busto verso Virtù. Il bastone tenuto sulla spalla sta a indicare che sarebbe pronto ad affrontare qualsiasi sfida. Ercole non ha scelto la strada ‘facile’ del Vizio.

Le donne dietro Virtù e Vizio sono le loro vere rappresentazioni. In altre parole, Vizio si presenta come qualcuno che nasconde qualcosa, come se non volesse attirare immediatamente Ercole con il piacere. La sua vera rappresentazione  ̶  le conseguenze del prendere la sua strada   ̶  è l’opposto di quello che lei offre, un’offerta che è allettante però solo se il suo risultato è tenuto segreto. È questo il motivo per cui la donna dietro Vizio  ̶  la verità di Vizio  ̶  guarda il pubblico con l’indice davanti alla bocca, come se chiedesse all’osservatore di non dire nulla a Ercole della sua presenza?

Il segreto è che Vizio ha fatto in modo che qualcosa di brutto  ̶  lei stessa  ̶  apparisse bella. Forse è per questo che la vera rappresentazione di Vizio è quella di una donna anziana?

Il mito rivela questo aspetto di Vizio quando, a un certo punto, Virtù definisce quello di Vizio un bluff: «Come quelli che ti seguono, che sono derubati della loro vitalità, quando sono ancora giovani; e privati della loro saggezza, quando invecchiano. Nella loro giovinezza sono allevati nell’indolenza e in ogni sorta di attenzione; e passano attraverso la vecchiaia con difficoltà e angoscia».

La vera rappresentazione di Virtù, al contrario, viene raffigurata con aria di dignità e orgoglio. Le conseguenze del prendere la via della Virtù, sono qualcosa di cui si può essere orgogliosi. Non importa quanto le cose possano diventare difficili, o quanto non si possa vedere una via di uscita, la Virtù è lì per illuminare il cammino, anche se la luce è fioca. Sarà per questo che la vera rappresentazione di Virtù tiene in mano la torcia?

Qui risalta anche un grande contrasto tra Virtù e Vizio: una illumina il cammino dell’individuo, l’altra, al contrario, oscura di nascosto la verità del suo sentiero.

Ma allora, perché Ercole è il punto focale? Perché non dipingere la Virtù come il punto centrale? Ercole condivide qualcosa con l’osservatore: deve prendere una decisione difficile. Guarda l’osservatore come se volesse condividere questo suo momento, un momento che richiede all’osservatore di esercitare il suo libero arbitrio nel scegliere il percorso della sua vita.

In un certo senso, sta anche sfidando l’osservatore, ovvero noi. Ci sta mostrando la strada che ha preso – la strada difficile – e nel suo sguardo rivolto a noi, sembra chiedersi: «Sei capace di prendere la strada meno scelta, la strada difficile, la via della Virtù?». Quindi, non solo condivide un momento con noi, ma ci avverte anche di considerare profondamente le conseguenze delle nostre azioni.

Tutti hanno il potere di scegliere cosa fare dei propri giorni, delle proprie vite. Tutti hanno la possibilità di scegliere tra Virtù e Vizio. A volte si potrà fare un passo sbagliato, ma la storia di Ercole e questo dipinto di de Lairesse ci ricordano di non abbandonare mai le vie della Virtù.

 

Articolo in inglese: A Herculean Choice: Virtue or Vice

 
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