La Russia sta ‘scaricando’ la Cina?

Di Dusya Parkova Bratersky e Alexander

Il vertice del 16 giugno tra i presidenti Vladimir Putin e Joe Biden a Ginevra ha fatto molto discutere di un altro tema caldo: la posizione di Mosca nei confronti di Pechino.

E sebbene la Cina non facesse parte delle discussioni ufficiali tra i due leader, non è stata ignorata dai media pro- Cremlino e quelli liberali russi che hanno analizzato l’incontro.

«Biden crea discordia tra Russia e Cina», ha dichiarato Dmitry Bavyrin nel notiziario online pro-Cremlino Vzglyad. E gli ha fatto eco la Nezavisimaya Gazeta di tendenza liberale:  «La grande strategia americana mira a un contenimento sistemico, completo e duraturo della Cina. Per il successo di questa strategia è di fondamentale importanza impedire un riavvicinamento alleato tra Pechino e Mosca».

La natura e lo scopo del grande gioco non sono ancora chiari, ma alcuni esperti russi concordano sul fatto che Washington stia dando a Mosca una «sorta di tregua» poiché gli Stati Uniti sono più preoccupati per l’ascesa militare della Cina che per la politica autoritaria del Cremlino.

Durante il mandato del presidente Donald Trump, la Casa Bianca ha definito sia la Russia e la Cina due poteri «revisionisti» nella strategia di sicurezza nazionale del 2017, ma ora l’America sta cercando dei modi per cambiare questo approccio.

Inoltre, la stampa russa ha evidenziato che nell’intervista della Nbc con il presidente Putin alla vigilia del vertice ci sono state domande sulla possibile «minaccia militare alla Russia» da parte della Cina.

Durante la risposta alla domanda del giornalista della Nbc Keir Simmons, Putin ha risposto di non vederla affatto in questo modo: «Non crediamo che la Cina sia una minaccia per noi. Questo è uno. La Cina è una nazione amichevole. Non ci ha dichiarato nemici, come invece hanno fatto gli Stati Uniti».

Ma riferendosi all’intervista di Putin, Nikolay Zlobin, capo del Centro per gli interessi nazionali con sede a Washington, ha affermato (durante una trasmissione sul canale della televisione di stato Russia 1) che la ripetizione costante dell’affermazione che la Russia non abbia contratti con la Cina, «fa sorgere dubbi»

Nutrire il drago cinese

A prima vista, l’unione tra Russia e Cina sembra forte. La Russia sta fornendo gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia, sta assistendo Pechino nello sviluppo del sistema di allarme rapido del Paese e conducendo regolari esercitazioni militari con l’Esercito di Liberazione Popolare.

Ma secondo recenti resoconti dei media, ci sono stati alcuni casi importanti di diversi scienziati o funzionari russi di alto rango accusati di spionaggio a favore della Cina.

Il caso più recente riguardava Valery Myitko, presidente dell’Accademia artica. Lo scienziato è un importante esperto dell’Artico, accusato dai funzionari di sicurezza russi di aver passato dati sensibili alla Cina. Tuttavia, la sua squadra di difesa ha affermato che le informazioni in questione erano già pubbliche.

Il recente servizio di Fan ha definito la Cina il «partner» più pericoloso della Russia. «Non appena diventerà inutile per loro, i cinesi ci gireranno le spalle e forse diventeranno anche nostri avversari. Finora non ci sono i presupposti per questo, ma in futuro, chissà. In generale, mentre il drago è sazio, è gentile e affettuoso, ma se ha fame, può mangiare».

Abbastanza ironicamente, Fan è controllato da un uomo d’affari collegato al Cremlino: Yevgeny Prigozhin, etichettato come «il cuoco di Putin» dai media occidentali. Prigozhin, che inizialmente forniva servizi di catering al Cremlino, secondo molti avrebbe legami con il Gruppo Wagner, una compagnia privata che fornisce servizi militari in vari Stati africani.  Anche se un portavoce di Prigozhin nel 2019 ha negato ciò, parlando con il media russo The Bell.

L’Africa è un continente in cui gli interessi russi e cinesi potrebbero scontrarsi nel prossimo futuro, poiché entrambi i Paesi cercano di esplorare la ricca base mineraria locale; tuttavia, anche se la Russia ha parlato dell’importanza della regione, quando Putin ha ospitato il vertice africano nel 2019 a Sochi, sarà difficile che eguagli la posizione cinese. Nel 2019, gli investimenti diretti esteri della Cina in Africa sono stati infatti pari a 110 miliardi di dollari.

«L’attività cinese in Africa spesso va a braccetto con gli interessi russi in Africa, ma è anche noto che i cinesi non sono così popolari lì, poiché portano la propria forza lavoro e non creano nuovi posti di lavoro», ha spiegato a Epoch Times Gregory Vinnikov, un esperto televisivo russo-americano e commentatore politico.

Un diplomatico russo e un legislatore di alto livello che ha familiarità con la situazione e che hanno parlato con Epoch Times sotto anonimato, hanno entrambi confermato che sta diventando più difficile fare affari in Africa a causa della presenza cinese.

Vinnikov, noto per la sua posizione anti-cinese, ha affermato che «l’aumento delle incomprensioni» tra Cina e Russia potrebbe aiutare gli Stati Uniti a «scacciare la Russia dalla Cina»: «Presumo che gli Stati Uniti possano offrire alla Russia più dei cinesi. La Cina afferma di disporre di tecnologie, ma molte di queste le ruba ad altri Paesi, compresi gli Stati Uniti».

C’è la possibilità che alcuni di questi sentimenti possano essere condivisi anche all’interno del Cremlino. Il professore dell’Istituto statale di relazioni internazionali di Mosca (Mgimo) Andrei Bezrukov, un ex agente illegale che è stato espulso dagli Stati Uniti nel 2010, ha detto al presentatore russo Vladimir Soloviev, di Chanel 1, che «parte dell’élite russa» non vuole avere un rapporto stretto con la Cina.

Ma Dmitry Kosyrev, un esperto di Cina che scrive spesso colonne sulla relazione Cina-Russia, ha affermato che queste opinioni sono «marginali»: «Anche se l’America non esistesse, ci avvicineremmo alla Cina. Siamo due Stati con una visione conservatrice del mondo. Ci sono aree in cui non siamo d’accordo, ma il nostro rapporto si basa su principi economici e rimarrà tale in un prossimo futuro».

 

Articolo in inglese: La controversa posizione di Mosca su Pechino: gli Stati Uniti sono un “cuneo” tra Russia e Cina?

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