La ricerca di una mamma (parte 4), perché molti membri dell’élite sono di sinistra?

Di Jean Chen

Jean Chen è originaria della Cina e scrive con uno pseudonimo per proteggere i suoi familiari che si trovano ancora lì.

 

«Perché tutte le persone di successo sono di sinistra?» mi ha chiesto mia figlia sfidandomi con un sorriso.

Sapevo che si riferiva a Mark Zuckerberg, Jack Dorsey, Jeff Bezos, Tim Cook, Bill Gates e altre persone potenti che stanno cercando di cambiare il mondo per soddisfare i loro sogni.

«Non tutte loro. Quelle persone di sinistra sono solo molto rumorose», ho risposto.

Tuttavia, è vero che molti tra gli ultra ricchi sono di sinistra. Perché? Devo trovare la risposta, visto che molti giovani li ammirano e credono che le loro convinzioni siano in linea con la verità.

Sono anche curiosa di sapere una cosa: perché queste élite supportano i radicali comunisti, mentre i radicali fanno cose come distruggere i loro negozi e persino mettere una ghigliottina fuori dalla casa di Bezos?

Dopo aver letto alcuni libri perspicaci, ho imparato che ciò che sta accadendo ora non è una novità. Dalla fine del XIX secolo, le élite occidentali sono state affascinate dal comunismo e ne hanno sostenuto la causa. Nel perseguimento di tali ideali utopici, i valori tradizionali sono stati cestinati, l’America è stata portata sull’orlo del socialismo e centinaia di milioni di persone in tutto il mondo sono state date in pasto alla bestia comunista assetata di sangue. Questa ricerca è tuttora in corso.

L’alleanza delle élite occidentali e dei rivoluzionari comunisti russi

Antony C. Sutton (1925-2002) era un economista britannico-americano, storico, professore alla California State University e ricercatore presso la Hoover Institution della Stanford University. I suoi libri Wall Street e la rivoluzione bolscevica e Tecnologia occidentale e sviluppo economico sovietico raccontavano in dettaglio l’apparentemente incomprensibile sodalizio tra le élite occidentali e i bolscevichi sovietici. In un’intervista del 1987, Sutton aveva riassunto le sue scoperte:

«Loro [Lenin e Trotsky, ndr] hanno creato una rivoluzione con non più di 10.000 rivoluzionari. Avevano bisogno di aiuto dall’Occidente e hanno ricevuto assistenza dalla Germania, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. […] Nel 1918, i bolscevichi controllavano solo Mosca e quella che era Pietrogrado, che ora è Leningrado. Non avrebbero potuto battere i russi bianchi, i cechi che erano in Russia in quel momento, e i giapponesi che vi entrarono. Non avrebbero potuto sconfiggerli senza l’assistenza degli Stati Uniti e della Gran Bretagna.

«Dopo la rivoluzione, […] loro [i bolscevichi, ndr] non potevano far funzionare gli impianti. Quindi cosa fare? Averell Harriman e la Chase National Bank e tutti gli amici di Wall Street, sono entrati lì. […] Abbiamo queste 250-300 concessioni con cui le compagnie americane sono entrate in Russia e hanno avviato gli impianti inattivi. […] Tutti questi grandi capitalisti sono entrati e hanno fatto girare la Russia per conto dei bolscevichi, perché i bolscevichi hanno ucciso o cacciato via dalla Russia tutte le persone che avrebbero gestito gli impianti».

Nel suo libro National Suicide: Military Aid to the Soviet Union, Sutton ha citato il file decimale 033.1161 del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, ovvero una dichiarazione del giugno 1944 di Averell Harriman, un finanziere di Wall Street e all’epoca ambasciatore degli Stati Uniti in Unione Sovietica:

«Stalin rese omaggio all’assistenza fornita dagli Stati Uniti all’industria sovietica prima e durante la guerra. Disse che circa i due terzi di tutte le grandi imprese industriali dell’Unione Sovietica erano state costruite con l’aiuto o l’assistenza tecnica degli Stati Uniti».

Le esportazioni commerciali e tecnologiche continuarono durante la Guerra Fredda, e nel periodo delle guerre di Corea e Vietnam. Sutton cita lo scritto di Shirley Sheibla sul Barron’s Weekly del 4 gennaio 1971: «Gli Stati Uniti sono stati l”arsenale per il comunismo’ in Unione Sovietica». La maggior parte delle armi, dei carri armati e dei camion dei nordcoreani e nordvietnamiti comunisti, erano forniti dall’Unione Sovietica e «prodotti in impianti costruiti e attrezzati da compagnie americane ed europee».

Fin dalla presidenza di Woodrow Wilson, il commercio con l’Urss era stato promosso come un modo per «addolcire» i bolscevichi e allentare il loro controllo totalitario. Ovviamente, non ha funzionato. Il mondo era sull’orlo di una guerra nucleare tra l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti durante la Guerra Fredda. Tuttavia, questa politica dura da più di 70 anni. Perché?

Perché le élite occidentali hanno sostenuto il comunismo?

Con il rapido sviluppo della scienza e della tecnologia a partire dal XVIII secolo, le persone hanno iniziato ad allontanarsi dalla fede in Dio e a credere che gli esseri umani potessero prendersi cura di tutto. Con certi accordi o piani, alcune persone pensavano che l’umanità avrebbe potuto liberarsi di tutte le sue sofferenze e costruire un paradiso sulla terra. Diversi pensieri socialisti e comunisti sono nati da questo modo di pensare.

Secondo il libro del 1966 Tragedy and Hope del professor Carroll Quigley della Georgetown University, fu un professore di Oxford di nome John Ruskin a iniziare per primo a instillare pensieri socialisti nei suoi studenti, nel 1870. Dopo la laurea, questi studenti entrarono nell’alta società nel Regno Unito e nelle sue colonie, diffondendo i pensieri di Ruskin in lungo e in largo.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, un uomo di nome Richard Ely fu assunto come direttore del Dipartimento di Economia Politica presso la Johns Hopkins University, dove nel 1881 servì anche come professore. Si formò in Germania ed era entusiasta dell’idea dello Stato sociale. Secondo il libro del ricercatore finanziario Stephen Soukup The Dictatorship of Woke Capital: How Political Correctness Captured Big Business, i pensieri di Ely avrebbero cambiato radicalmente la politica americana, specialmente mediante il suo discepolo, Woodrow Wilson, il 28° presidente degli Stati Uniti.

All’inizio del XX secolo, le idee socialiste avevano conquistato le menti di coloro che erano ai vertici del regno finanziario, industriale, accademico e politico. Le élite, infatti, non hanno mai visto il comunismo come un nemico, a causa del fatto che serbavano simili ossessioni utopiche. Al contrario, i radicali comunisti erano considerati una forza che, nel loro cammino, come una palla da demolizione, avrebbe potuto abbattere vecchie strutture e costruire un nuovo mondo.

Attraverso organizzazioni interconnesse e fondazioni sostenute da Wall Street, per un periodo le élite hanno avuto un’influenza diretta sulle politiche del governo. Si prendano ad esempio due organizzazioni: il Council on Foreign Relations (Cfr) e l’Institute of Pacific Relations (Ipr).

Un articolo del settembre 1961 sul Christian Science Monitor indicava che «quasi la metà dei membri del Consiglio [Cfr, ndr] erano stati invitati ad assumere incarichi governativi ufficiali o ad agire come consulenti in un momento o nell’altro». Rene A. Wormser, consigliere generale del Comitato Reece dell’83° Congresso degli Stati Uniti, ha sottolineato che il Cfr «divenne virtualmente un’agenzia del governo quando scoppiò la seconda guerra mondiale» e «propagandò in modo schiacciante il concetto globalista».

L’Ipr è stato istituito in molte nazioni del Pacifico nel 1925. Secondo Quigley: «La maggior parte di questi riconoscimenti per il lavoro nell’area dell’Estremo Oriente ha richiesto l’approvazione o la raccomandazione dei membri dell’Ipr, […] e infine, non ci possono essere dubbi sul fatto che i lavori di consulenza su questioni dell’Estremo Oriente nel Dipartimento di Stato o in altre agenzie governative, fossero in gran parte limitati a persone approvate dall’Ipr».

Secondo Wormser, il Congresso americano ha ritenuto che l’Ipr fosse «praticamente un organo del Partito Comunista degli Stati Uniti».

Il potere del Cfr e dei Dpi – senza considerare le influenze da parte di altre organizzazioni e fondazioni di Wall Street – spiega perché la politica di pacificazione verso l’Unione Sovietica è durata per decenni. Questo è anche il motivo per cui la Cina e i Paesi dell’Europa orientale sono finiti sotto la presa comunista dopo la seconda guerra mondiale, secondo il libro The Naked Capitalist di W. Cleon Skousen.

Un’altra somiglianza tra élite e radicali comunisti

Per comprendere meglio il rapporto tra élite e comunisti, bisogna mettere da parte l’influenza di Karl Marx.

Marx usava categorie semplificate per caratterizzare le persone e rendere ogni rapporto una lotta di classe. Per lui la borghesia, o i capitalisti, e i proletari, o la classe operaia, erano tra loro innatamente nemici, come il giorno e la notte o il bianco e il nero. Questo è abbastanza fuorviante, perché non tutti i proletari e le borghesie sono uguali. La maggior parte dei capitalisti compete onestamente nel mercato, mentre un piccolo numero di loro – i monopolisti – «diventano politici» e «fanno lavorare la società per loro», sosteneva Sutton.

Per i monopolisti, gli imprenditori liberisti e i capitalisti del libero mercato sono piuttosto fastidiosi. Secondo il libro di Sutton Wall Street e Fdr, i finanzieri di Wall Street usano parole come «distruttiva», «cane mangia cane» e «cieca» per descrivere la concorrenza. Preferiscono la «cooperazione» forzata o la pianificazione economica, mentre loro stessi fungono da pianificatori o da enti di vigilanza.

Frederic C. Howe descrisse vividamente la mentalità dei monopolisti nel suo libro del 1906 Le confessioni di un monopolista: «Queste sono le regole della grande impresa. Hanno superato gli insegnamenti dei nostri genitori e sono riducibili a una semplice massima: ottieni il monopolio; lascia che la Società lavori per te; e ricorda che il meglio di tutti gli affari è la politica, poiché una concessione legislativa, un franchising, un sussidio o un’esenzione fiscale, vale più di un Kimberly o di un Comstock Lode, poiché non richiede alcun lavoro, né mentale né fisico per il suo sfruttamento».

In senso economico, possiamo vedere una caratteristica comune tra élite e radicali comunisti: entrambi vogliono ottenere qualcosa con niente attraverso il controllo politico, che sia rapinando e uccidendo per prendere la proprietà di altre persone o usando mezzi politici per ottenere enormi ricchezze attraverso il monopolio.

In altre parole, sebbene il loro successo sia stato ottenuto nelle società libere, le élite preferiscono sistemi politici con uno stretto controllo del governo, che si tratti del socialismo sovietico o dei regimi nazionalsocialisti, come la Germania nazista o l’attuale Partito Comunista Cinese (Pcc), perché le nazioni totalitarie hanno un qualcosa di cui non dispongono le democrazie liberali: potenti intermediari con i quali le élite possono allearsi per ottenere monopoli.

Nel suo libro Wall Street e l’ascesa di Hitler, Sutton ha utilizzato prove dettagliate per mostrare come Wall Street abbia spianato la strada ad Adolf Hitler, alimentato la seconda guerra mondiale e ottenuto enormi profitti.

La politica di pacificazione nei confronti dell’Unione Sovietica è stata estesa anche al regime del Pcc dagli anni 70 e nonostante il Pcc fosse percepito come la minaccia n. 1 per gli Stati Uniti, questa politica probabilmente sarebbe continuata se non fosse stata fermata dal presidente Donald Trump.

Dal passato al presente

Il tempo vola. Nel 21° secolo, le grandi società di gestione patrimoniale sembrano essere più potenti delle dinastie bancarie ereditarie. Recentemente, i ricchi leader di società tecnologiche mettono in ombra i Ceo di Ford o General Motors. Le persone cambiano. Le aziende cambiano, ma l’ideologia di sinistra che molti di loro abbracciano rimane la stessa, grazie a un secolo di lavaggio del cervello attraverso l’istruzione e i media.

Un concetto popolare al giorno d’oggi è l’idea di un nuovo ordine mondiale. Tuttavia, non è niente di nuovo. Se ne è parlato alla fine delle due guerre mondiali e della Guerra Fredda, e di nuovo nel 2008. Stabilire un nuovo ordine mondiale è sempre stato un obiettivo redditizio di quelle élite internazionali, come menzionato in Tragedia e speranza:

«I poteri del capitalismo finanziario avevano un altro obiettivo di vasta portata: nientemeno che creare un sistema mondiale di controllo finanziario in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ogni Paese e l’economia del mondo nel suo insieme».

Il crescente potere del regime comunista cinese è la forza trainante per sostituire l’attuale ordine mondiale basato su regole costruite sulla democrazia liberale. Il prestigioso World Economic Forum (Wef) parla da anni della necessità del cambiamento. Ammirando la «spettacolare ascesa della Cina», ha liquidato le democrazie come «mancanti dei sistemi di incentivi per affrontare gli imperativi di ordine superiore e a lungo termine».

La pandemia di Covid-19 iniziata nel 2020 è stata vista da alcune élite come una rara opportunità per rimescolare le carte. Un nuovo slogan, «The Great Reset», è stato utilizzato come tema negli incontri annuali del Wef 2020 e 2021. Klaus Schwab, fondatore del Wef, la mette in questo modo: «Per ottenere un risultato migliore, il mondo deve agire insieme e rapidamente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società ed economie, dall’istruzione ai contratti sociali e alle condizioni di lavoro. Ogni Paese, dagli Stati Uniti alla Cina, deve partecipare e ogni settore, dal petrolio, gas, alla tecnologia, deve essere trasformato. Insomma, abbiamo bisogno di un ‘Grande Reset’ del capitalismo».

Sembra spaventoso, vero? Il Green New Deal proposto dalla sinistra radicale si inserisce perfettamente in questa visione, poiché una delle giustificazioni del Grande Reset è il riscaldamento globale.

Ci si potrebbe chiedere perché le élite spingano per il Grande Reset: in che modo ne trarrebbero vantaggio? Quando l’ordine mondiale sarà rinnovato, le vecchie strutture saranno smantellate, saranno stabilite nuove industrie e saranno esplorati nuovi mercati. Coloro che hanno legami con le alte sfere del potere hanno ampie opportunità di trarre profitto dal processo, anche se innumerevoli altri cadranno tra le crepe nella ristrutturazione, come i lavoratori dell’oleodotto Keystone Xl.

Secondo Justin Haskins, direttore editoriale dell’Heartland Institute, l’idea generale del Great Reset è che «abbiamo bisogno di una forma di socialismo, una parola che il World Economic Forum ha deliberatamente evitato di usare, il tutto mentre invocava innumerevoli piani socialisti e progressisti». Non è questo il sogno di un élite di sinistra che si avvera?

Ida Auken, una giovane leader globale del Wef, ha descritto la società futura che il Wef ha in serbo per il mondo: «Benvenuti nell’anno 2030. Benvenuti nella mia città, o dovrei dire, la nostra città. Non possiedo niente, né un’auto né una casa, né elettrodomestici o vestiti. Potrebbe sembrarti strano, ma ha perfettamente senso per noi in questa città. Tutto ciò che consideravi un prodotto, ora è diventato un servizio. Abbiamo accesso ai trasporti, all’alloggio, al cibo e a tutte le cose di cui abbiamo bisogno nella nostra vita quotidiana. Una dopo l’altra tutte queste cose sono diventate gratuite, quindi alla fine non aveva senso per noi possedere molto. Shopping? Non riesco davvero a ricordare cosa sia. Per la maggior parte di noi, si è trasformato nella scelta delle cose da usare. Di tanto in tanto mi infastidisce di non avere una vera privacy. Non posso andare da nessuna parte senza essere registrata. So che, da qualche parte, tutto ciò che faccio, penso e sogno è registrato».

Questa è una tipica immagine utopica con un tocco contemporaneo, non lo diresti? È lo stesso sogno che la sinistra ha perseguito per oltre un secolo, e che è stato usato per giustificare l’uccisione di milioni di persone. La parte spaventosa è che non è più un sogno, ma qualcosa pronto per essere buttato giù per la gola di tutti. Con un nuovo standard proposto dal Wef – parametri ambientali, sociali e di governance (Esg) – i potenti fondi di investimento di Wall Street stanno usando la loro leva per costringere le società pubbliche occidentali a conformarsi ai loro valori. Soukup ha catturato brillantemente la sua essenza:

«Perché, chiede l’investitore utopico, dovremmo misurare il successo di un’azienda esclusivamente in termini di numero di smartphone che vende ogni trimestre, moltiplicato per il costo di uno smartphone, meno i costi associati alla produzione e alla distribuzione di quegli smartphone? Perché non dovremmo definire il successo includendo le nostre convinzioni e i nostri valori? Perché non dovremmo aggiungere un’altra variabile all’equazione, che misuri l”impronta’ associata alla produzione e alla distribuzione degli smartphone? Perché non dovremmo pretendere, dato il potere che ci concede il nostro controllo del capitale, che i nostri valori si riflettano nell’investimento di quel capitale? Perché non dovremmo insistere sul fatto che i nostri valori, di natura religiosa e impopolari nelle cabine elettorali, siano lo standard per la partecipazione al nostro sistema?»
«Questo, in poche parole, è il movimento Esg».

Ai giovani che hanno le stesse convinzioni e valori di sinistra: se le promesse fatte dalle élite vi commuovono fino alle lacrime, pensateci due volte. Non è quello che intendono veramente.

Morale o ambizione?

Le persone di sinistra di solito misurano gli altri con lo standard morale che definiscono. Si fanno beffe dei conservatori per il loro attaccamento a Dio, alle armi e alla Costituzione. In realtà, non sono molto seri riguardo al proprio «standard morale».

Il libro di Soukup ha sezionato le parole e le azioni degli amministratori delegati delle aziende più potenti del mondo. Alcuni di loro potrebbero essere «fondamentalisti utopici», ma non esiterebbero a rompere o addirittura a revocare i loro impegni se i loro interessi lo richiedessero. Vorrei fornire alcuni esempi elencati nel suo libro, così come altre fonti:

BlackRock è la più grande società di gestione patrimoniale del mondo e il leader del movimento Esg. Il suo Ceo, Larry Fink, impone i suoi ideali sociali a molte aziende attraverso l’incredibile potere di capitale dell’azienda.

Tuttavia, tenete presente che mentre BlackRock gestisce quel capitale, non lo possiede. In un’intervista con il giornalista di Epoch Times Joshua Philipp, Soukup ha sottolineato:

«Sono i tuoi soldi, sono i miei soldi, è il ragazzo che investe nel suo conto pensione al lavoro, il ragazzo che investe nella sua pensione: sono i loro soldi che BlackRock sta usando per controllare il mercato e cercare di imporre le sue convinzioni sulla direzione che dovrebbero prendere le imprese e su come operare politicamente. Sono i nostri soldi che stanno usando per imporre la loro volontà sui mercati e, in sostanza, sul popolo americano».

E mentre BlackRock costringe le aziende americane a soddisfare i suoi standard di sostenibilità, non impone tale requisito alle aziende cinesi. Questo perché «la Cina rappresenterà una delle maggiori opportunità a lungo termine per BlackRock», secondo Larry Fink.

Soukup ha anche sottolineato che BlackRock è il maggiore azionista di PetroChina, una compagnia petrolifera cinese di proprietà statale che non solo è «non verde», ma è anche finanziata dal regime sudanese di Omar al-Bashir, che pratica la moderna schiavitù dei neri ed è definito «uno Stato sponsor del terrorismo secondo il Dipartimento di Stato».

Tim Cook, Ceo di Apple Inc., è un focoso sostenitore della «giustizia e uguaglianza razziale». Tuttavia, secondo un articolo del New York Times del 30 novembre 2020, Apple è una delle poche multinazionali che fa pressione per indebolire la legge di prevenzione del lavoro forzato uigura. Il rapporto  pubblicato il 31 marzo dal Dipartimento di Stato, riporta che i musulmani uiguri in Cina stanno subendo un genocidio da parte del Pcc, e l’Australian Strategic Policy Institute evidenzia che Apple è una delle 82 aziende che hanno potenzialmente beneficiato del lavoro forzato uiguro. Inoltre, il cobalto utilizzato nelle batterie dei prodotti Apple viene principalmente estratto dalla Repubblica Democratica del Congo, che sfrutta il lavoro minorile.

Per quanto riguarda Zuckerberg di Facebook e Dorsey di Twitter – che sono stati cosi arroganti nei confronti di Trump e così «giusti» nel difendere la «giustizia sociale» – non osano alzare un sopracciglio nei confronti del segretario generale del Pcc, Xi Jinping. Infatti, per compiacere il regime comunista cinese e ottenere l’accesso al vasto mercato cinese, Zuckerberg ha fatto jogging nella piazza di Tiananmen piena di fumo, ha avuto un piacevole incontro con il capo della propaganda del Pcc, Liu Yunshan, e si è avvicinato personalmente a Xi per chiedergli di poter dare il suo stesso nome al suo bambino non ancora nato.

Dorsey non è migliore. Secondo i media, Twitter avrebbe rimosso gli account di alcuni dissidenti cinesi subito prima del 30° anniversario del massacro di piazza Tienanmen nel 2019. Invece, quando la stampa cinese affiliata allo Stato ha affermato che i prodotti alimentari congelati arrivati dall’Europa fossero l’origine del virus del Pcc, non hanno ricevuto alcun avviso da Twitter. Nondimeno, i tweet di Rudy Guiliani e del presidente brasiliano Jair Bolsonaro che menzionavano l’efficacia dell’idrossiclorochina nel trattamento della malattia, sono stati rimossi, accusati di «diffondere disinformazione».

Google è un ipocrita simile. Con il motto «Non fare del male», non mostra alcuna esitazione a lavorare con la migliore università cinese sponsorizzata dallo Stato, la Tsinghua University, sulla sua tecnologia di intelligenza artificiale (Ai). Alcuni dipartimenti di Tsinghua sono sotto la guida diretta del Comitato per la Scienza e l’Industria della Difesa del Pcc. Peter Thiel, il co-fondatore di Paypal, una volta ha chiesto ai dipendenti della divisione Ai di Google, se la sua tecnologia sarebbe stata utilizzata contro gli uiguri. La risposta che ha ricevuto è stata «Beh, non lo sappiamo davvero e non farci queste domande». Tuttavia, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti è stato oggetto di un trattamento completamente diverso da parte del gigante tecnologico. Nel 2018, l’anno in cui Google ha iniziato a collaborare con Tsinghua, la società ha interrotto il contratto con il Pentagono per impedire che la sua tecnologia Ai venisse utilizzata per scopi militari.

Gli studiosi e le compagnie di Hollywood si sono impostati come portabandiera della sinistra e orchestrano ogni tipo di protesta contro la legislazione conservatrice. Tuttavia sono felici di seguire qualsiasi richiesta del Pcc per ottenere l’accesso al mercato cinese. Alla Walt Disney Co. non è importato di lavorare con i dipartimenti di propaganda e l’ufficio di pubblica sicurezza nella provincia dello Xinjiang (la regione in cui gli uiguri sono detenuti, torturati e ridotti in schiavitù), per il suo film Mulan.

Per quanto riguarda i media mainstream, sono diventati attivisti che lavorano per servire le narrazioni di sinistra. Sharyl Attkisson, giornalista investigativa cinque volte vincitrice di un Emmy Award ed ex conduttrice televisiva di Cbs News, Cnn e Pbs, ha scritto questi tristi commenti nel suo libro Slanted: How the News Media Taught Us to Love Censorship and Hate Journalism:

«Nel [romanzo, ndr] 1984, il Ministero della Pace del governo conduce la guerra. Il Ministero dell’Amore distribuisce punizioni crudeli. Il Ministero della Verità falsifica i documenti storici. Nel 2020, abbiamo le nostre versioni: i fact-checker codificano l’opinione di parte. Gli myth buster dissipano la verità. La conoscenza online è modellata dagli editori dell’agenda. La libertà di parola è controllata dalla censura. La notizia, non è la notizia. E tu non sei il consumatore; tu sei il prodotto».

Non c’è bisogno di andare avanti e avanti. Il messaggio da asporto che desidero trasmettere è: non fidarti ciecamente di quelle persone di «successo» e dei loro portavoce.

Cosa dico a mia figlia?

Nel 1983, alla cerimonia di consegna del Premio Templeton a Londra, Alexander Solzhenitsyn, un sopravvissuto del sistema gulag sovietico, iniziò le sue osservazioni con le seguenti memorabili parole:

«Più di mezzo secolo fa, quando ero ancora un bambino, ricordo di aver sentito un certo numero di persone anziane dare la seguente spiegazione per i grandi disastri che erano accaduti in Russia: Gli uomini hanno dimenticato Dio; ecco perché è successo tutto questo. Da allora, ho trascorso quasi 50 anni a lavorare sulla storia della nostra rivoluzione. […] Ma se oggi mi si chiedesse di formulare nel modo più conciso possibile la causa principale della rovinosa rivoluzione che ha inghiottito circa 60 milioni del nostro popolo, non potrei essere più preciso nel ripetere: Gli uomini hanno dimenticato Dio; ecco perché è successo tutto questo».

Molte profezie nella storia prevedono che prima dell’arrivo del Creatore, ci sarebbe stato il dominio del comunismo e la perdita della fede. Lo spettro comunista è molto ingannevole. Non solo gioca e trae energia dai vizi umani, ma fa anche appello alla compassione delle persone con narrazioni fallaci.

Ho detto a mia figlia che è importante per lei distinguere il bene dal male in questo periodo caotico: «Ciò che leggi, guardi e credi influenzerà le tue decisioni di vita. Ma alla fine della giornata, sei tu stessa la responsabile di tutto ciò che fai e di ogni decisione che prendi. Pertanto, sii intelligente, non diventare una pedina di coloro che hanno motivazioni egoistiche, perché non puoi incolpare nessun altro quando sei giudicata in questo regno umano e oltre».

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: A Mom’s Research (Part 4): Why Are Many Elites Leftists?



 
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