La rete militare cinese dietro Xiaomi, il terzo produttore di smartphone al mondo

Xiaomi è stata inserita nella lista nera dal governo Trump in quanto azienda di proprietà dell’esercito e controllata dal Pcc

Di Jack Lee and Jennifer Zeng

Xiaomi, ormai terzo produttore di smartphone al mondo, ha negato di avere legami con l’esercito dopo essere stata designata dall’amministrazione Trump come azienda militare e controllata dal Pcc. Ma un’analisi accurata della storia del suo fondatore e Ceo, Lei Jun, mostra effettivamente un’ampia e fitta rete di relazioni con l’esercito del Partito Comunista Cinese (Pcc).

Xiaomi, lista nera e negazione dei legami

Il 14 gennaio, l’amministrazione Trump ha aggiunto nove aziende cinesi, tra cui Xiaomi, a una lista di aziende che sono di proprietà o controllate dall’esercito del Pcc. Le aziende sulla lista sono soggette a restrizioni, compreso il divieto di ricevere investimenti americani.

A seguito dell’annuncio, il prezzo delle azioni del gruppo Xiaomi è immediatamente crollato, registrando un calo massimo del 13,6 per cento alla borsa di Hong Kong.

Xiaomi si è quindi affrettata a rilasciare una dichiarazione il giorno seguente, in cui afferma che «la società conferma di non essere di proprietà, controllata o affiliata all’esercito cinese, e di non essere una ‘società dell’esercito comunista cinese’ come definita ai sensi del Ndaa».

Ad ogni modo, sebbene Xiaomi non sia ancora riuscita a sviluppare autonomamente i propri chip, l’espansione globale dell’azienda è stata molto rapida, con mercati importanti in India, nel Sud-Est asiatico e in Europa.

Scavando più a fondo: chi c’è dietro Xiaomi

Uno sguardo superficiale alle operazioni commerciali o alla struttura azionaria di Xiaomi non rivela legami diretti con l’esercito del Pcc. Tuttavia, un’indagine su un fattore più importante – le persone che hanno fondato, controllano e dirigono l’azienda – porta a conclusioni diverse.

Il fondatore di Xiaomi, Lei Jun, è un alto dirigente e azionista della società di software cinese Kingsoft. È entrato in Kingsoft nel gennaio 1992 e ne è diventato direttore generale ad appena 25 anni, nel 1994. Nel 2007, sotto la sua guida, Kingsoft è diventata una società quotata a Hong Kong. Mentre a fondare la Kingsoft è stato il cinese Zhang Kaiqing.

Zhang Kaiqing: come bypassare le restrizioni occidentali per spedire chip in Cina

Secondo un articolo pubblicato nel 2019 da Tencent, un conglomerato tecnologico multinazionale cinese, Zhang Kaiqing è nato alle Mauritius e si è trasferito in Cina nel 1935. Dopo essersi laureato all’Università Tongji di Shanghai, si è unito a un corpo dell’esercito comunista nel Fujian, dove è stato responsabile dell’istruzione e della cultura presso il Comitato di gestione militare di Quanzhou e in seguito ha servito come direttore del dipartimento di insegnamento presso la Scuola di Salute di Quanzhou.

Nel 1972, la madre di Zhang Kaiqing è morta a Hong Kong. Così Zhang si è recato a Hong Kong sperando di ereditare parte delle sue ricchezze, ma è finito per non ottenere nulla. Dopodiché è rimasto a Hong Kong ed è entrato nel settore dei chip.
In quel periodo, i Paesi occidentali stavano limitando le esportazioni di tecnologia verso la Cina. Di conseguenza, il Pcc non poteva comprare chip direttamente dall’Occidente. Ma Zhang Kaiqing è riuscito a usare le sue connessioni personali per spedire chip in Cina dall’estero, secondo quanto riportato sul sito Sohu.

Più tardi, la Commissione per la scienza, la tecnologia e l’industria per la difesa nazionale (Costind) del Pcc ha chiesto a Zhang Kaiqing di costituire una società in modo da poter acquistare regolarmente chip da lui. I chip ottenuti tramite Zhang Kaiqing sono stati usati dal Pcc per costruire sottomarini, satelliti e altri dispositivi.

La Costind appartiene direttamente alla Commissione Militare Centrale del Pcc, ma era sotto la doppia guida sia del Consiglio di Stato che della Commissione Militare Centrale. Ha gestito la ricerca scientifica militare del Pcc e la produzione e il commercio estero di prodotti militari per conto della Commissione Militare Centrale.

Nel marzo 1998, attraverso un rimpasto organizzativo, l’ex Costind è stata riorganizzata come Ministero degli Armamenti Generali, ed è stata istituita una Costind separata, appartenente al ramo governativo.

Zhang Xuanlong: Un favorito di Hu Jintao e Jiang Zemin

Nel 1978, dopo aver fornito chip al Pcc per diversi anni, è stata creata una nuova Kingsoft. Tre anni dopo, nel 1981, il figlio di Zhang Kaiqing, Zhang Xuanlong, ha preso il controllo della società e si è specializzato nel settore dei chip.

Nel 1984, Zhang Xuanlong si è trasferito nel quartiere Zhongguancun di Pechino, dove ha lavorato con successo con grandi aziende come Sitong (conosciuta come Stone nel 1984), il Peking University’s Founder Group e Lenovo. Alla fine si è guadagnato il titolo di «Padrino di Zhongguancun». Zhongguancun è un polo tecnologico nel distretto Haidian di Pechino, dove hanno sede molte aziende tecnologiche.

Zhang Xuanlong ha avuto così tanto successo da aver accompagnato entrambi i capi del Pcc Jiang Zemin e Hu Jintao quando sono andati all’estero per partecipare alla Cooperazione economica Asia-Pacifico (Apec) come membri della delegazione imprenditoriale.

Qiu Bojun riceve un premio personalmente da Jiang Zemin

Alla fine degli anni ’80, Zhang Xuanlong ha deciso di costruire e vendere il proprio software. Ha quindi aperto un ufficio a Shenzhen e reclutato l’allora 24enne Qiu Bojun, che ha sviluppato Wps, un software cinese di elaborazione testuale simile al Word di Microsoft.

In seguito la Kingsoft è stata trasferita a Pechino nel 1988 e consegnata a Qiu Bojun.

Qiu Bojun si era laureato all’Università Nazionale di Scienza e Tecnologia militare dell’Esercito Popolare di Liberazione (Epl). Nel 2001, ha vinto il secondo premio al National Science and Technology Progress Award, che ha ricevuto personalmente da Jiang Zemin. Si tratta della più alta onorificenza nazionale mai assegnata all’industria del software.

Lei Jun e Qiu Bojun: ‘fratelli’ e ‘compagni’ da 30 anni

Nel 1992, Qiu Bojun ha reclutato uno dei suoi grandi fan, l’allora 23enne Lei Jun, perché diventasse il sesto dipendente della Kingsoft. Da allora Qiu Bojun e Lei Jun di Xiaomi sono stati vicini come «fratelli» e «compagni». In un articolo intitolato «Trent’anni di Qiu Bojun e Lei Jun», Lei Jun è stato citato per aver postato sul suo account Weibo (un social network molto diffuso in Cina): «30 anni della mia vita, 30 anni di fratellanza, sono tutti così cari al mio cuore. Quanti 30 anni si possono avere nella vita, e quanti compagni del genere si possono avere in tutta la vita?».

Nei primi anni ‘90, Lei Jun e Qiu Bojun hanno attraversato insieme, e sono riusciti a superare, alcuni momenti molto difficili. Nel 1998, Kingsoft è riuscita a ottenere un investimento di 4,5 milioni di dollari da Lenovo, e il ventottenne Lei Jun è stato promosso ad amministratore delegato dell’azienda.

Lei Jun si è poi dimesso da amministratore delegato di Kingsoft nel 2007 ed è stato ridesignato da direttore esecutivo a non esecutivo nell’agosto 2008.

Lei Jun è il presidente e amministratore delegato di Xiaomi dal 2010.

Xiaomi e Kingsoft: Un intrecciato background militare

Nel 2011, quando Kingsoft Office Limited è stata fondata, Lei Jun ne è diventato il direttore esecutivo. Mentre attualmente è il director of the issuer e il presidente onorario del consiglio.

I fatti di cui sopra mostrano che il fondatore di Xiaomi, Lei Jun, ha profondi legami con Kingsoft, che ha un forte background militare ed è stata costituita su richiesta del Costind, la commissione militare del Pcc.

Lei Jun e GalaxySpace

Tuttavia, i legami di Lei Jun con l’esercito del Pcc non si fermano a Kingsoft. È anche un investitore in GalaxySpace, la cui missione è quella di «produrre in serie piccoli satelliti a basso costo e ad alte prestazioni» e creare una «rete di comunicazione globale convergente 5G».

È interessante notare che il nome di Lei Jun è elencato solo nella pagina ‘Chi siamo’ della versione cinese di GalaxySpace, come una delle tre figure più importanti, mentre non è presente nella versione inglese della pagina ‘Chi siamo’. C’è da chiedersi cosa l’azienda volesse nascondere ai lettori di lingua inglese.

Le altre due figure più importanti, secondo la pagina cinese, di GalaxySpace sono il suo presidente e fondatore Xu Ming e il presidente del comitato tecnico Deng Zongquan, che è un professore dell’Accademia cinese di ingegneria.

Il progetto di difesa nazionale 973

Deng ha anche i seguenti titoli: Direttore delle Istituzioni Aerospaziali e del Controllo della Tecnologia del Laboratorio Chiave della Disciplina di Difesa Nazionale; Capo Scienziato del Progetto Difesa Nazionale 973, e Capo del Progetto Nazionale 111.

In cosa consiste dunque il Progetto di Difesa Nazionale 973?

Secondo il motore di ricerca cinese Baidu, il nome completo del progetto di difesa nazionale 973 è National Security Major Basic Research Program, noto anche come Military 973. Le iniziative del National Defense Project 973 sono progetti strategici, fondamentali e lungimiranti. Sono progetti di ricerca di base fondamentali a livello nazionale selezionati dal Ministero degli Armamenti Generali del Pcc in relazione alle tendenze dello sviluppo tecnologico delle future attrezzature, e sono condotti in collaborazione con le principali istituzioni cinesi di ricerca nei rispettivi ambiti.

Di fatto, la maggior parte dei progetti in questa categoria sono confidenziali e non vengono divulgati al pubblico. Il precursore del Ministero dell’Armamento Generale è il Costind, l’agenzia del Pcc dietro la nascita di Kingsoft.

La somiglianza tra Starlink e GalaxySpace

Il background di GalaxySpace è ancora più misterioso.

Secondo il suo sito web, «GalaxySpace è stata fondata nel 2016. Siamo impegnati nella produzione in serie di piccoli satelliti a basso costo e ad alte prestazioni attraverso una modalità di sviluppo agile e veloce, e nel costruire la più importante costellazione mondiale di satelliti a banda larga Leo, oltre che nella copertura globale con la rete di comunicazione 5G».

In poco più di un anno, GalaxySpace aveva sviluppato il primo satellite cinese di comunicazione a banda larga a bassa orbita, con una capacità di comunicazione di 10 gigabit al secondo. Il satellite è stato lanciato in orbita il 16 gennaio 2020, presso il Jiuquan Satellite Launch Center. Il razzo era un Kuaizhou 1A sviluppato dalla China Aerospace Science and Industry Corporation. Il satellite è entrato con successo nell’orbita prevista.

Una delle missioni di GalaxySpace è quella di fornire «una copertura globale per una rete di comunicazione 5G». Questa missione richiama quella del programma Starlink di SpaceX, che il Pcc osserva da vicino. Secondo un articolo dei media cinesi, «il principale concorrente per il business di GalaxySpace è il programma ‘Starlink’ di SpaceX».

Secondo un resoconto (pdf) della China Galaxy Securities, pubblicato il 31 dicembre 2020, Xu Ming, il Ceo di GalaxySpace, ha dichiarato nel febbraio 2020 che dopo che GalaxySpace ha lanciato il suo primo satellite, ha confrontato i suoi indicatori tecnici con quelli dei test pubblici di Starlink ed è giunto a due conclusioni: in primo luogo, è possibile creare reti internet satellitari tramite satelliti a bassa orbita che forniscono connessioni di rete 4G e 5G; in secondo luogo, le aziende cinesi nel campo di internet satellitare possono prendere pienamente Starlink come punto di riferimento in termini di tecnologia.

Accorciare il divario con gli Stati Uniti entro 2 anni

L’11 novembre 2020, l’edizione in lingua cinese del Global Times ha pubblicato un articolo intitolato «GalaxySpace riceve un nuovo finanziamento. Il Ceo Xu Ming: Costruire l’internet via satellite della Cina».

Secondo l’articolo, il secondo satellite di comunicazione a banda larga sviluppato indipendentemente da GalaxySpace è entrato nella fase finale di assemblaggio. Xu Ming ha dichiarato: «Prossimamente, GalaxySpace si concentrerà sulla costruzione di una super fabbrica a Nantong per produrre da 300 a 500 satelliti all’anno. Una volta completata, la fabbrica sarà la prima catena di produzione intelligente nell’industria spaziale commerciale cinese, all’altezza del programma Starlink, e si prevede di ridurre il divario tra la capacità di produzione satellitare di prossima generazione della Cina e quella degli Stati Uniti entro due anni».

Xu Ming, il collegamento tra GalaxySpace e Kingsoft

Secondo GalaxySpace, Xu Ming è anche il co-fondatore ed ex presidente di Cheetah Mobile, nonché l’ex direttore tecnico di Qihoo 360. E secondo il sito web di Cheetah Mobile, nel 2010, «Kingsoft Security si è fusa con Conew Image per creare Kingsoft Network (poi rinominata Cheetah Mobile)».

Da questo, si capisce che Xu Ming ha anche legami con Kingsoft, che a sua volta ha stretti legami con l’esercito.

Internet satellitare, una nuova infrastruttura per il Pcc

Nell’aprile 2020, la Commissione per lo Sviluppo e le Riforme del Comitato Centrale del Pcc ha incluso anche l’internet satellitare nell’ambito delle «nuove infrastrutture».

Al momento, i team nazionali ufficiali del Pcc rappresentati dal Gruppo di Scienza e Tecnologia Spaziale e di Scienza e Industria Aerospaziale del Pcc hanno presentato rispettivamente il «Progetto Hong Yun» e la «Costellazione Hong Yan».

Nel frattempo, anche le imprese private rappresentate da GalaxySpace si sono unite all’industria dell’internet via satellite del Pcc.

Il Pcc considera Starlink un polo strategico fondamentale degli Stati Uniti

Starlink è un progetto per la formazione di una costellazione di satelliti per internet, proposto per la prima volta da SpaceX nel gennaio 2015 per fornire l’accesso a internet ad alta velocità in tutto il mondo tramite una rete di satelliti nelle orbite più vicine alla Terra. L’azienda prevede di lanciare circa 12 mila satelliti nell’orbita terrestre tra il 2019 e il 2024, costruendo una gigantesca rete satellitare a tre strati che alla fine collegherà tutti i satelliti in una gigantesca «costellazione» per fornire 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, una copertura internet satellitare globale ad alta velocità e a basso costo.

Con più di 700 satelliti già lanciati e dispiegati, Starlink prevede di fornire servizi in grado di coprire quasi l’intera terra entro la fine del 2021, e valuterà l’espansione fino a 42 mila satelliti in futuro.

Nel novembre dello scorso anno, il Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti ha presentato il programma Starlink della U.S. Space Force, affermando che la U.S. Space Force stava lavorando con SpaceX per dispiegare una massiccia catena di reti satellitari spaziali, aggiungendo satelliti militari al programma Starlink.

I media del Pcc hanno ripetutamente e pubblicamente affermato che lo sviluppo di internet satellitare del Pcc è una questione di difesa nazionale e ha come rivale il programma Starlink degli Stati Uniti. Si tratta di una sfida agli interessi strategici fondamentali degli Stati Uniti.

Lei Jun e il ruolo della Shunwei Capital nel programma di Internet via satellite

Come membro del Congresso Nazionale del Popolo del Pcc, Lei Jun ha presentato proposte alle riunioni delle due sessioni del Pcc per due anni consecutivi. Al Congresso Nazionale del Popolo del 2019, Lei ha presentato «Proposte per migliorare la capacità di innovazione e sviluppare vigorosamente l’industria spaziale industriale». Nella sessione del 2020, ha presentato invece «Una proposta sulla promozione dello sviluppo dell’industria di Internet via satellite».

Lei Jun ha anche usato la sua società di investimenti Shunwei Capital per investire direttamente in una serie di imprese aerospaziali.

Dopo che GalaxySpace ha lanciato con successo il suo primo satellite, Lei Jun ha scritto su Weibo: «Noi di Shunwei Capital siamo molto fortunati ad aver investito in GalaxySpace in anticipo e a essere diventati un importante investitore in GalaxySpace».

Lei Jun ha dichiarato che, dal 2018 al 2019, la Shunwei Capital è sopravvissuta grazie ai suoi investimenti in GalaxySpace. Le informazioni pubbliche mostrano che Shunwei Capital è stata fondata da Lei Jun e Xu Dalai nel 2011. E che gestisce un fondo da 2,96 miliardi di dollari e un fondo da 2 miliardi di RMB.

Secondo il quotidiano cinese National Business Daily, Shunwei Capital ha iniziato a prestare attenzione al settore spaziale commerciale nel 2015 e 2016. Dal 2017, ha investito in quattro società spaziali commerciali, tra cui Interstellar Glory e Deep Blue AeroSpace nel settore dei razzi, e Qiansheng Exploration e GalaxySpace nel settore dei satelliti.

Proprio un giorno prima che Xiaomi entrasse nella lista nera del governo degli Stati Uniti, il Beijing Securities Regulatory Bureau ha annunciato, il 13 gennaio, che Interstellar Glory prevedeva di diventare una società quotata nel The Science and Technology Innovation Board of China. Se la società sarà quotata con successo, diventerà il primo titolo di razzi privati.

Secondo le informazioni pubbliche, Interstellar Glory è stata fondata nell’ottobre 2016 ed è stata la prima impresa privata in Cina a completare il lancio di un razzo vettore in orbita. Il piccolo razzo vettore a propellente solido auto-sviluppato dalla società è stato lanciato con successo dal Jiuquan Satellite Launch Center in Cina, il 25 luglio 2019.

Quanto hanno investito gli americani in Xiaomi?

Attualmente, il governo degli Stati Uniti sta usando due diverse liste nere per imporre sanzioni contro le aziende cinesi con legami con il regime del Pcc: una lista di entità compilata dal Dipartimento del Commercio e una lista di aziende militari del Pcc stilata dal Dipartimento della Difesa. Ci sono sanzioni diverse a seconda del tipo di azienda presa di mira. Xiaomi e Huawei sono entrambe sulla lista del Pentagono, e Huawei è anche sulla lista del Dipartimento del Commercio.

Alle aziende elencate nella lista del Dipartimento del Commercio è proibito fare affari con le aziende statunitensi senza il permesso del governo degli Stati Uniti, mentre alle aziende sulla lista del Dipartimento della Difesa, ovvero quelle considerate di proprietà dell’esercito comunista cinese, è proibito ricevere investimenti da persone statunitensi.

Secondo le informazioni pubblicate sul sito web del Ccass (Central Clearing and Settlement System) di Hong Kong, al 9 febbraio, le aziende statunitensi detenevano una parte consistente delle azioni di Xiaomi.

Tra queste, JP Morgan detiene 2.468 miliardi di azioni, pari al 9,79% del capitale sociale di Xiaomi; Citibank detiene 2.327 miliardi di azioni, pari al 9,23%; Goldman Sachs detiene 722 milioni di azioni, pari al 2,86%; e Morgan Stanley detiene 469,8 milioni di azioni, pari al 1,86 per cento.

Complessivamente, queste quattro società statunitensi detengono il 23,74% delle azioni di Xiaomi.

Secondo l’ordine esecutivo dell’ex presidente Donald Trump emesso il 14 gennaio, gli investitori statunitensi sono tenuti a cedere i propri titoli in nove entità cinesi, tra cui Xiaomi, entro l’11 novembre 2021.

L’amministrazione Trump ha sostenuto che gli investimenti degli Stati Uniti nelle aziende cinesi sostengono lo sviluppo e l’espansione dell’esercito del Pcc, che ha perseguito una strategia di sviluppo integrato civile-militare. Questa strategia favorisce gli obiettivi di modernizzazione militare del Pcc garantendo che l’esercito abbia accesso a società cinesi, università e programmi di ricerca che si presentano come entità civili, al fine di acquisire e sviluppare tecnologie e competenze avanzate.

Nel 2015, il leader cinese Xi Jinping ha proposto per la prima volta di elevare «lo sviluppo e l’integrazione militare-civile» a strategia nazionale del Pcc.

Secondo Reuters, un alto funzionario dell’amministrazione Trump ha dichiarato che l’ordine esecutivo del 14 gennaio «garantisce che gli Stati Uniti abbiano uno strumento chiave per proteggere gli investitori statunitensi dal finanziamento della modernizzazione militare cinese».

Tuttavia, l’ordine esecutivo è stato modificato dal presidente Joe Biden che ha posticipato la scadenza prima fissata al 28 gennaio, oltre la quale non sarebbero stati consentiti ulteriori investimenti.

Il 27 gennaio, in un comunicato pubblicato sul sito web del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, l’amministrazione Biden ha dichiarato che la maggior parte degli investimenti in società «il cui nome corrisponde in gran parte, ma non esattamente, al nome di una società dell’esercito comunista cinese» saranno consentiti fino al 27 maggio.

 

Articolo in inglese: The Chinese Military Network Behind the World’s Third-Largest Cell Phone Maker

 
Articoli correlati