La rete di menzogne intorno al virus del Pcc

Di Heng He

Durante l’epidemia, almeno due medici dell’Ospedale Centrale di Wuhan sono diventati noti alle cronache: Li Wenliang, che ha fatto trapelare al pubblico l’esistenza del virus del Pcc, e Ai Fen, che ne ha parlato per prima.

Ai Fen è la direttrice del pronto soccorso che, il 30 dicembre 2019, dopo aver visionato il risultato di un test su un paziente positivo al coronavirus della Sars, lo ha inviato a un amico che lo ha condiviso con altri otto medici, tra cui Li.

Tuttavia, alle 22:20 dello stesso giorno, l’ospedale ha inviato un messaggio ai medici da parte della Commissione Sanitaria di Wuhan, secondo cui qualsiasi notizia sulla «polmonite sconosciuta» non doveva essere resa pubblica. Un’ora dopo, la struttura ha inviato un altro avviso simile. Il 2 gennaio, Ai è stata chiamata all’ufficio dell’ospedale ed è stata rimproverata da un funzionario interno, che le ha anche trasmesso gli ordini delle autorità superiori. Fino al 20 gennaio, Ai non ha più parlato del virus, nemmeno al marito.

Il 3 gennaio Li e altri sette medici considerati informatori, sono stati puniti seriamente e censurati, non dall’ospedale, ma dalla polizia. La censura si è rivelata un grande successo: tutti i medici che sapevano dell’epidemia sono rimasti in silenzio.
Nel frattempo, il resto della Cina e del mondo sono stati tenuti all’oscuro per almeno altri 20 giorni.

In realtà l’insabbiamento e la censura erano iniziati prima che Ai condividesse il risultato del test. L’ospedale centrale di Wuhan aveva inviato il primo campione di un paziente con «polmonite sconosciuta» il 24 dicembre 2019, e il 27 dicembre il test indicava che vi era stato trovato un coronavirus somigliante al 70% a quello della Sars. Un referto di un secondo centro di analisi aveva dichiarato semplicemente «Sars». Entrambe le strutture erano aziende private.

L’ospedale ha riferito i risultati alla Commissione sanitaria di Wuhan lo stesso giorno, il che significa che i funzionari di Wuhan erano a conoscenza della malattia tre giorni prima di Ai. La Commissione Sanitaria di Wuhan può ordinare direttamente all’ospedale di far tacere i medici, ma solo i funzionari amministrativi possono ordinare alla polizia di punire gli informatori. Quindi il processo di offuscamento era già in corso nell’ambiente governativo della città dal 3 gennaio.

Anche altre organizzazioni hanno coperto l’epidemia. Il primo gennaio, la Commissione Sanitaria dell’Hubei ha notificato alle società di sequenziamento dei geni di non prelevare i campioni del virus del Pcc, di non analizzarli, di non presentare documenti scientifici e di non rivelare i risultati al pubblico. È stato anche ordinato che tutti i campioni dovevano essere distrutti.

Il 3 gennaio, la rivista finanziaria di Pechino Caixin, subito dopo l’allarme, aveva pubblicato la relazione Tracciamento della sequenza genetica del nuovo coronavirus, rimossa alcune ore dopo il comunicato della Commissione Nazionale della Salute che aveva formalmente vietato a tutte le strutture non governative di testare i campioni relativi al caso di polmonite di Wuhan.

Menzogne sulla trasmissione da uomo a uomo del virus del Pcc

Il Pcc si è fatto scudo dell’autorità dello stimato medico Zhong Nanshan per gestire un altro insabbiamento: il dottor Zhong era stato a Wuhan il 19 gennaio e l’indomani è tornato a Pechino; nella capitale, ha annunciato a tutti che, in realtà, il virus era in grado di trasmettersi da uomo a uomo, contrariamente a quanto detto fino ad allora dalle autorità.
Tuttavia, prima di Zhong, il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie aveva inviato due gruppi di esperti. Come mai, dunque, Zhong era riuscito a capire tutto in un solo giorno, mentre questi esperti no?

Il dottor Zhong si era guadagnato una buona reputazione nella lotta contro la Sars ed è il principale funzionario cinese deputato alla lotta contro le malattie infettive respiratorie. Semplicemente, Zhong, che era estraneo ai fatti di Wuhan e non coinvolto nel precedente insabbiamento, è stato individuato come figura autorevole per cambiare la versione dei fatti senza far fare brutta figura al governo.

Durante questa epidemia, anche una parziale «verità» del Pcc diventa parte delle menzogne. Fin dal primo giorno, ogni organizzazione del Partito e del governo – gli ospedali e gli individui all’interno del sistema – sono stati coinvolti nella tessitura di una rete di menzogne. Chiunque rivelava la verità o smascherava le bugie, veniva immediatamente messo a tacere da diverse organizzazioni a vari livelli e autorità.

I disastri rafforzano la nazione

Le istituzioni del Pcc sono progettate per mantenere il suo potere, non per prevenire e gestire i disastri naturali, soprattutto non per qualcosa come il nuovo coronavirus. Di solito lo schema è questo: quando accade una catastrofe naturale su larga scala, come un terremoto o un’inondazione, il Pcc non ha bisogno di fare molto per le vittime e i sopravvissuti. Cercare i superstiti, scattare foto o video, e salvare vite umane, non è la priorità del Partito.

Durante il terremoto del Sichuan del 2008, le aule sono crollate uccidendo gli scolari, mentre gli edifici governativi sono rimasti in piedi. Tuttavia, la «soluzione» del Pcc è stata quella di incarcerare genitori e attivisti che cercavano la verità e la giustizia, invece di denunciare i funzionari corrotti che hanno permesso la costruzione di scuole scadenti.

Nella lotta ai disastri, il lavoro più importante è vantarsi di quanto sia grande il Pcc. Alla gente è solo permesso di vedere la gratitudine dei sopravvissuti, le squadre di soccorso che sventolano la bandiera rossa, le cerimonie di premiazione e di celebrazione della vittoria, e altre azioni simili. Con il passare del tempo, le persone che non hanno un’esperienza diretta delle sofferenze, possono solo ricordare la propaganda, dimenticando completamente le vittime e i funzionari responsabili del disastro.

Questo modello appare nello slogan del Pcc, «i disastri rendono forte la nazione». Non dovrebbe essere difficile capire come i disastri naturali o anche quelli causati dall’uomo, vengano trasformati in una «cosa buona» per aumentare il potere del Pcc. Dopo che le vittime, i sopravvissuti e gli attivisti sono stati messi a tacere, il Pcc può facilmente avere il sostegno di coloro che non hanno sofferto personalmente; quindi, in realtà, i disastri non rendono forte la nazione, bensì il Partito Comunista Cinese.

Capro espiatorio

Durante questa epidemia da virus, il Pcc si è spinto ancora più in là. «Le catastrofi rendono la nazione forte» è diventato «il Pcc salva il mondo». Il Partito sostiene che la Cina, con il suo sacrificio, abbia fatto guadagnare tempo al mondo, un vanto che è stato ripreso da alcuni media occidentali; tuttavia, se il Pcc non avesse nascosto i fatti, non ci sarebbe stato alcun bisogno di «guadagnare tempo».

Nella sua guerra di propaganda, il Pcc è molto bravo a ingigantire un piccolo problema, e poi a impiegare tutte le risorse per combattere il «problema divenuto grande», mostrando la sua efficienza al punto che la gente dimentica che il problema era stato creato dal Pcc stesso.

Fin dall’inizio, le autorità cinesi hanno cercato di scaricare su altri la colpa dell’epidemia: il primo capro espiatorio è stato il mercato del pesce Huanan, formalmente citato come fonte del virus dalle autorità il 30 dicembre 2019, dalla Commissione sanitaria di Wuhan l’11 gennaio e il 22 gennaio da Gao Fu, il direttore del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie.

Tuttavia, tre studi pubblicati tra il 24 e il 30 gennaio e condotti da medici e scienziati cinesi, di cui due di Lancet e uno del New England Journal of Medicine, raccontano una storia diversa. Dei primi 41 casi, 13 non avevano avuto alcun contatto con il mercato del pesce di Huanan, e il primo caso, e due dei tre successivi, neppure. Poiché questi casi sono stati tutti confermati prima dell’11 gennaio, la Commissione sanitaria di Wuhan era consapevole del fatto che il mercato del pesce potesse essere correlato solo al primo gruppo, e non poteva essere la fonte originale. Negare la trasmissione da uomo a uomo è una cosa, mentre dare intenzionalmente false informazioni sull’origine della malattia è una questione completamente diversa. Cosa volevano nascondere?

Il secondo capro espiatorio è il pangolino, uno strano mammifero con le squame, la cui carne è considerata una prelibatezza. Il 7 febbraio, un gruppo di ricerca della South China Agriculture University ha annunciato di aver trovato nel pangolino un virus che aveva una somiglianza pari al 99 per cento del coronavirus che aveva causato la polmonite a Wuhan. Tuttavia, uno dei ricercatori, Shen Yongyi, in un’intervista al Nanfang Daily, ha sottolineato che il campione di pangolino non proviene dalla collezione dell’università, ma da una certa unità governativa specifica. Shen ha dichiarato che, sotto forte pressione, i risultati sono stati diffusi pubblicamente, invece di essere prima pubblicati su una rivista scientifica.

Poiché quei due capri espiatori non hanno raggiunto lo scopo, gli Stati Uniti sono diventati il nuovo bersaglio. Zhao Lijian, il portavoce del Ministero degli Esteri, ha affermato che una squadra militare statunitense ha portato il virus del Pcc a Wuhan. Non è stata una gaffe personale di Zhao, poiché prima di quest’accusa, il dottor Zhong della Sars, aveva spiegato che pur essendo apparso in Cina, il coronavirus non necessariamente doveva essere di origine cinese. Da allora, diverse accuse simili a quella di Zhao hanno inondato i social media cinesi.

Se il mercato del pesce e il pangolino sono stati proposti per trovare rapidamente un capro espiatorio, tanto per avere qualcuno da incolpare, la decisione di puntare il dito contro gli Stati Uniti è invece una strategia ben orchestrata da parte della cerchia più alta della dirigenza. Perché il Pcc vuole dire qualcosa di così palesemente falso che nessuno al mondo crederebbe? Semplicemente per trasformare la controversia sul coronavirus in un vantaggio, soprattutto in Cina.

Poiché negli ultimi settanta anni gli Stati Uniti sono stati usati come capro espiatorio numero uno per ogni problema del Pcc, cos’altro poteva essere più efficace e conveniente, se non accusarli nuovamente?

Il Pcc ha mentito sull’epidemia di Wuhan nella fase iniziale? Sì. Sta ancora mentendo? Senza dubbio. Mentirà in futuro? Sicuramente. Allora cosa bisogna fare? Bisogna imparare da Taiwan a non fidarsi del Pcc. Durante l’epidemia di Sars del 2003, Taiwan è stata abbandonata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che favorisce il Pcc. Quindi, di fronte al coronavirus, Taiwan può contare solo su se stessa. La lezione più importante che il resto del mondo può imparare da Taiwan è di non fidarsi del Pcc o dell’Oms. Mentre alcuni Paesi credono che Taiwan necessiti dall’Oms, si scopre che non è Taiwan ad averne bisogno, ma è il mondo intero ad aver bisogno di Taiwan.

 

Heng He è una conduttrice di Sound of Hope Radio, un’analista cinese per la New Tang Dynasty TV, e redattore esterno per il giornale Epoch Times americano e cinese.

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: The Web of Lies Spun Around the CCP Virus

 
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