La mostra internazionale The art of Zhen, Shan, Ren (L’Arte di Verità, Compassione, Tolleranza) consiste in una collezione unica di dipinti a olio e acquerelli, che è stata esposta in oltre cinquanta Paesi. Gli artisti, per lo più cinesi, praticano la disciplina spirituale del Falun Gong, e parte delle loro opere descrive le sofferenze che i praticanti hanno subito durante l’intensa persecuzione inflitta loro dal regime comunista cinese. Numerose altre opere, invece, esprimono la gioia che gli artisti provano nel praticare quest’antica, quanto moderna, via spirituale di matrice buddista.
Il tradizionale acquerello cinese e la pittura realistica ad olio sono le tecniche espressive scelte per la loro capacità di narrare in maniera chiara e commovente la prospettiva degli artisti. Essi fanno ritorno ad un’arte classica, vera e magnanima, con la volontà di esplorare il significato della vita.
L’ideatore di questa mostra, lo scultore cinese Kunlun Zhang, è un sopravvissuto al genocidio ancora in atto in Cina. Zhang è un artista rinomato, ha ricevuto numerosi premi e le sue opere sono state esposte in tutto il mondo: «La nostra arte – spiega – proviene da un animo puro, e il nostro lavoro riflette la nostra esperienza personale. L’arte è capace di influenzare il modo di pensare delle persone ed è direttamente collegata alla moralità umana. Le due cose interagiscono tra loro».
Nel suo Paese, Zhang è stato imprigionato quattro volte e torturato per essersi rifiutato di abbandonare la sua fede. Durante il suo periodo di detenzione illegale, un agente un giorno gli ha detto: «Se muori noi ti seppelliremo e diremo a tutti che ti sei suicidato perché temevi di essere accusato di un crimine».
Poiché aveva doppia nazionalità, cinese e canadese, una delegazione di 900 persone in Canada è riuscita a esercitare una forte pressione sul Partito Comunista Cinese chiedendo la sua scarcerazione, e così, dal 2001, Kunlun Zhang ha potuto stabilirsi in Canada.
Il professor Zhang, che in seguito ha fondato l’esposizione internazionale The art of Zhen, Shan, Ren, spera che gli artisti, con i loro dipinti, riescano ad attirare l’attenzione su quanto accade in Cina, e al contempo a dimostrare la bellezza di questa pratica di meditazione pacifica, il Falun Gong: «La grande arte ha un’energia che può portare benefici alle persone, è questa la nostra intenzione».
Georges Djukanovic, ingegnere, sociologo e politologo internazionale, dopo aver visto la mostra nella città francese di Beaune, ha commentato: «Mi sono commosso davanti a questi magnifici dipinti. Ogni quadro ha una voce e dice qualcosa, come quello che rappresenta la crudele tortura di un praticante del Falun Gong. Vorremmo tendergli le mani e dirgli “Vieni fuori!”.
Anche Chantal Asenbeler, primario di un ospedale, ha provato la stessa emozione guardando i dipinti: «Come sono entrata nella sala dell’esposizione, ho provato un senso di calma e di pace. Ho percepito una grande energia positiva nelle mani».
E ha aggiunto: «Nonostante alcuni quadri mostrino scene di tortura e persecuzione, cosa davvero triste, potevo sentire ancora tanta compassione ed energia provenire da loro. Stavo così bene là dentro che non avrei voluto andarmene!».
L’Arte di Zhen, Shan, Ren è una mostra che parla direttamente al cuore dello spettatore. Espone in maniera straordinariamente commovente il contrasto fra il bene e il male, la riverenza verso il divino e al tempo stesso una tremenda violazione dei diritti umani in Cina. Lo sforzo creativo, in ultima istanza, non è diretto ad appagare i sensi, ma a ricercare una saggezza e una verità più elevate.
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