La montagna sacra di Uluru

Il massiccio roccioso di Uluru, nel centro dell’Australia, è una delle più grandi meraviglie naturali del mondo, con le sue forme magnifiche, i suoi colori imprevedibili e l’ispirazione divina ad esso legata. Queste caratteristiche attirano i cuori degli esploratori in questo Paese delle meraviglie da sogno. E anche l’origine della roccia è avvolta nel mistero.

Uluru, un luogo sacro per la cultura aborigena

Uluru, noto anche come Ayers Rock, è uno dei monumenti più famosi dell’Australia. Si trova nel Parco Nazionale di Uluru-Kata Tjuta e si erge per 350 m di altezza, poco più di tre km di lunghezza, un kilometro e mezzo di larghezza e vanta una circonferenza di circa nove km. Alcuni hanno parlato di Uluru come di un «iceberg terrestre», perché la parte visibile è solo quella che emerge dalla superficie terrestre: la maggior parte di esso si trova nascosto in profondità nel sottosuolo, e si stima si tratti di quasi sei km sotto la superficie. I geologi ritengono che l’Uluru abbia 550 milioni di anni e gli aborigeni australiani lo considerano una delle rocce più antiche della Terra.

Sia da una vista frontale che dall’alto, l’Uluru ha un aspetto magico, adagiato tranquillamente nel mezzo del deserto dell’Australia centrale. È unico e caratteristico rispetto alla natura selvaggia circostante. Al mattino, quando il sole splende, l’Uluru si illumina di rosso; la sera, quando tramonta, il rosso diventa più scuro e più ricco. Ciò che è ancora più sorprendente è che il colore della roccia cambia in base alle condizioni atmosferiche ed è quindi imprevedibile. Tuttavia, a distanza ravvicinata, si può notare che l’Uluru è in realtà marrone con una sfumatura grigiastra.

Uluru, gola
La Gola di Kantju.Uluru. (Photo by Mark Kolbe/Getty Images)

La spiegazione del bizzarro colore di Uluru può essere trovata nella sua composizione: arenaria che contiene polvere di ferro. Dopo l’ossidazione, la polvere di ferro diventa rossa, dando all’Uluru il suo aspetto rosso e l’ormai noto nome di ‘cuore rosso’ dell’Australia.

Secondo le ipotesi archeologiche, gli aborigeni australiani vivono sul territorio circostante da 60 mila anni, il che li rende una delle più antiche civiltà sopravvissute al mondo. Gli aborigeni di quest’area, gli Anangu, praticano un insieme di leggi antiche e hanno una certa riverenza per il mondo naturale, poiché credono che tutto ciò che accade nel mondo abbia un significato mistico.

Come in altre regioni aborigene dell’Australia, il popolo Anangu crede nel Tjukurpa, noto anche come Dreamtime (Tempo del sogno). Credono che il Tempo del Sogno sia un sistema separato, parallelo al mondo reale, una zona mistica tra la vita e la morte, in cui sono presenti tutte le regole innate dell’uomo e della natura.

Gli Anangu credono che i loro antenati siano gli spiriti che hanno creato il mondo. Nei tempi antichi del Tempo del Sogno, questi spiriti vagavano per il continente australiano e registravano tutto ciò che vedevano attraverso parole o canti. Mentre vagavano, gli antenati crearono la terra, i fiumi, i ruscelli, le colline, le rocce, le piante, gli animali e le persone. Si pensa che l’Uluru sia la documentazione del loro lavoro sulla terra. Le esperienze degli antenati nel Dreamtime hanno avuto luogo a Uluru. Nel dialetto Pitjantjatjara delle popolazioni indigene, Uluru significa «luogo di incontro tra realtà e sogno».

Rocce monte uluru
Formazioni rocciose (Pixabay/ monikawl999)

Per il popolo Anangu l’Uluru non è solo una roccia spettacolare, ma anche il punto di partenza della Creazione e il luogo in cui risiedono i loro antenati. Pertanto l’Uluru è il luogo sacro dell’origine per la cultura indigena. Con l’energia lasciata dagli antenati dopo la creazione del mondo, non c’era dubbio che fosse sacro e inviolabile.

Intorno alle grotte, alle scogliere e alle fessure di Uluru si trovano innumerevoli incisioni e tratti che riportano le storie degli antenati aborigeni. Si dice che alcune parti della roccia rappresentino gli spiriti degli antenati e che toccandola gli Anangu possano entrare nel Dreamtime, comunicare con gli antenati e ricevere le loro benedizioni.

Antiche leggende su Uluru

La cultura e la storia di Uluru, così come il suo misterioso colore, sono affascinanti. C’è anche una storia meno conosciuta sull’origine di Uluru, un’antica leggenda che proviene dal mondo della coltivazione spirituale orientale.

Questa storia è stata raccontata dal dottor Owen Yao, specialista in materiali superconduttori. Ha detto di averla sentita per la prima volta più di vent’anni fa da una persona di alto livello nel mondo della coltivazione spirituale, nel maggio del 1999. In seguito ha raccontato la storia che ha sentito.

Prima però di entrare nel merito della storia, è meglio approfondire alcuni dei concetti di spazio e tempo delle fisica moderna citati da Yao per capirne meglio senso.

La particella più piccola oggi conosciuta dagli scienziati è il quark. Sebbene misurare le particelle in base alle dimensioni non è un qualcosa che gli scienziati condonino, è comunque noto che i quark si trovano all’interno di un protone. Al di là del quark, non si sa quanto sia piccola la particella più piccola. Se immaginiamo un atomo, il nucleo è al centro dell’atomo e gli elettroni orbitano intorno al nucleo. I protoni costituiscono il nucleo e i quark costituiscono il protone.

Con un po’ di fantasia, possiamo vedere come l’atomo sia simile a un sistema solare, con i pianeti che ruotano intorno al sole. Se immaginiamo di espandere il nucleo dell’atomo fino alle dimensioni di una galassia, forse troveremmo al suo interno numerosi sistemi solari. Se fosse espanso alle dimensioni di un universo, forse conterrebbe molte galassie.

Gli scienziati sono in grado di vedere gli oggetti dell’universo che emettono luce molto più facilmente di quelli che non la emettono, quindi ciò che si può vedere al microscopio è ancora molto limitato.

La storia di Yao contiene idee come un «piccolo universo», che non sono difficili da capire se pensiamo alla fisica moderna. Per esempio, atomi di massa diversa hanno una durata di vita diversa. Se questo principio venisse applicato ai corpi cosmici, anche i diversi universi e le diverse galassie avrebbero una durata di vita diversa. La durata di vita di un universo può essere molto lunga, superiore a quella del più grande numero conosciuto dall’uomo, mentre la durata di vita di alcuni atomi può essere solo di pochi secondi. Il tempo e lo spazio sono relativi.

Uluru notte
Di notte. (Photo by Saeed KHAN / AFP) (Photo by SAEED KHAN/AFP via Getty Images)

Inoltre vi è il concetto di dimensioni parallele o diverse. Mentre in un’altra dimensione il tempo scorre a una certa velocità, qui sulla Terra il tempo scorre a una velocità molto diversa. Nella storia ascoltata da Yao e da lui riportata si parla di un tempo che si colloca «nel mezzo della storia dell’universo».

Yao racconta la storia che ha sentito, dicendo: «Forse si è trattato di una coincidenza, e sebbene io sia convinto che questa storia sia un racconto reale, altri potrebbero benissimo considerarla un’altra storia di fantasia». La storia si svolge nel livello intermedio dell’universo, in un periodo che può essere considerato la metà della storia dell’universo.

«L’universo in cui risiediamo è piccolo. Così piccolo che può essere visto solo come un granello di polvere all’interno di un universo più grande. Se non riusciamo nemmeno a vedere il bordo del nostro piccolo universo, potete immaginare quanto debba essere grande l’universo più grande che lo racchiude?»

«All’inizio dell’universo più grande, tutte le vite erano buone e l’universo era libero da qualsiasi cosa malvagia e cattiva. Tuttavia, questo periodo d’oro non poteva essere eterno, secondo un concetto noto tra i buddisti come formazione, stasi, degenerazione e distruzione. All’inizio della vita, tutto era meraviglioso e puro. Il male non esisteva e non c’erano vite cattive. Quando l’universo raggiunse il periodo intermedio del suo sviluppo, cominciò ad apparire il male e il male sorse sotto forma di un demone con l’unico scopo di commettere atti orribili. Molti esseri nell’universo, soprattutto Buddha, Tao e Divinità, volevano liberare l’universo dal demone e ingaggiarono una battaglia contro di lui. Poiché questo demone apparteneva al livello intermedio, era abbastanza capace e aveva grandi abilità, così molti esseri non riuscirono a sconfiggerlo e rimasero addirittura feriti in battaglia».

«Alla fine, quando tutti pensavano che il demone fosse imbattibile, arrivò all’improvviso un Re Santo, che portava con sé una Ruota del Dharma. Gli fu dato il nome di Illuminato, o Santo. Il Santo con la Ruota arrivò con l’intento di distruggere il demone, poiché quest’ultimo aveva commesso innumerevoli crimini efferati che avevano causato enormi ripercussioni in tutto l’universo. I due hanno combattuto e combattuto. Fu una battaglia colossale. All’epoca, le vite dell’universo si riferivano a questo scontro come alla grande battaglia tra il bene e il male nel grande universo.

«Combatterono vigorosamente fino alla fine, usando varie armi, forse anche magie e incantesimi. C’erano così tanti dettagli, e ho sentito questa storia più di 20 anni fa, quindi è impossibile per me raccontare con precisione o in modo specifico i metodi esatti con cui hanno combattuto. Tuttavia, alla fine, il Santo uccise e distrusse il demone. Tuttavia, mentre il demone veniva distrutto, anche il Santo veniva ferito. Una goccia del sangue del Santo e una goccia del sangue del demone si fusero insieme e caddero verso la terra, entrando nell’atmosfera sotto forma di una grande roccia rossa e atterrando infine in Australia. Questa grande roccia rossa divenne poi nota come Uluru».

«Una cosa che vorrei chiarire qui è che questa storia è avvenuta durante il periodo intermedio dello sviluppo dell’universo più grande. Ma, secondo gli archeologi, la roccia avrebbe al massimo 500 milioni di anni. Ci si potrebbe chiedere come sia possibile. Il concetto di tempo che abbiamo oggi è limitante. Il tempo è relativo e anche il tempo dei diversi universi è relativo. Sarebbe quindi inesatto equiparare il nostro concetto di tempo a quello dell’universo più vasto. In altre parole, un milione di anni sulla terra potrebbe equivalere a molto più o molto meno tempo in altre dimensioni. Dal momento che quella goccia di sangue è caduta sulla terra, il tempo che ha trascorso e sperimentato non è qualcosa che può essere misurato in modo così assoluto con una macchina».

«Quindi la goccia di sangue è arrivata sulla terra molto, molto tempo fa. Anche se la goccia di sangue fusa si è trasformata nella roccia gigante che vediamo oggi, a livello microscopico, il sangue dei giusti e il sangue dei malvagi sono ancora in lotta. A volte si può persino sentire il suono di spade e lance che si scontrano tra loro e il movimento di soldati e cavalli, quando ci si trova in prossimità della roccia. La roccia cambia anche colore in momenti diversi».

Se questa roccia ha davvero una storia così lunga, c’è un significato particolare dietro la leggenda?

«Il mio riassunto di questa storia è che nell’universo ci sono il bene e il male. Poiché il bene e il male sono opposti, il bene dovrebbe vincere il male, purché sia nelle possibilità del bene. Questo è ciò che il bene dovrebbe fare. Questo si riflette su Uluru, sulla sua superficie, sulla sua storia e sulle battaglie microscopiche che si combattono al suo interno. Sento che ha questo strato di significato: che il male deve essere eliminato».

Yao ha detto di essere riuscito a cogliere un significato speciale attraverso la leggenda, ma crede anche che quando le persone diverse guardano una stessa cosa, avranno interpretazioni diverse.

Nello specifico ha detto: «La storia della roccia, ovviamente, è più lunga e più antica di quella delle popolazioni indigene. Gli indigeni credono in una leggenda diversa, e tutti hanno il desiderio di collegare fenomeni inspiegabili ai loro antenati. Questo desiderio è molto normale. Dal punto di vista degli scienziati moderni, Uluru non è solo il più grande pezzo di roccia intatto del mondo, ma anche qualcosa che non si confonde affatto con l’ambiente circostante. È davvero come se un grande oggetto fosse caduto dallo spazio e fosse rimasto completamente integro al momento dell’atterraggio. È completamente diverso dalla topografia circostante.

Monte Uluru
Uluru o Ayers Rock con le nuvole (Pixabay)

«Naturalmente ci possono essere diverse teorie e congetture, ma se lo si guarda dal punto di vista della coltivazione spirituale, Uluru è in realtà un oggetto del futuro. È davanti ai nostri occhi, ma ciò che noi umani siamo in grado di capire e comprendere è ancora molto limitato. Come ho detto prima a proposito della relatività del tempo e dei vari livelli dell’universo, la scienza non è in grado di spiegare tutti i fenomeni osservati».

Che si tratti della leggenda del Dreamtime degli aborigeni o dell’antica leggenda che Yao ha udito, entrambe ci lasciano con domande persistenti: Da dove viene l’universo? Come sono stati creati gli esseri umani? Gli aborigeni intendevano il Dreamtime come un inizio che non aveva fine. Lo vedevano come un periodo di continuità tra il passato, il presente e il futuro. L’antica leggenda di Yao ci permette di conoscere più a fondo l’universo della formazione, della stasi, della degenerazione e della distruzione; e a noi cosa dice?

 

Articolo in inglese: The Ancient Legend of Uluru

 
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