Le minacce del Pcc contro Taiwan, solo propaganda?

Di Luo Ya e Li Jing

Alla cerimonia del primo luglio in occasione del centenario della fondazione del Partito Comunista Cinese (Pcc), il leader Xi Jinping ha pronunciato un discorso in cui ha menzionato la questione di Taiwan, dimostrando ancora una volta l’intenzione del Pcc di conquistarla con la forza.

Xi ha affermato che «risolvere la questione di Taiwan» è una «missione storica con il fermo impegno del Partito Comunista Cinese» e che «nessuno dovrebbe sottovalutare la risolutezza, la volontà e la forte capacità del popolo cinese di difendere la propria sovranità nazionale e integrità territoriale».

Inoltre, in quello stesso giorno, Naval and Merchant Ships, una rivista militare del Pcc, ha pubblicato un articolo e un video in cui rivela tre passaggi per attaccare Taiwan, attirando quindi l’attenzione dei media esteri e degli esperti militari.

Nella prima fase, verrebbero utilizzati missili balistici per attaccare gli aeroporti di Taiwan, i suoi radar di preallarme, le sue basi missilistiche antiaeree e le strutture per la raccolta di informazioni e per la presa di decisioni, come i centri di comando situati in tutta l’isola.

Nella seconda fase, i missili da crociera bombarderebbero le basi militari, gli arsenali, i radar, le infrastrutture di comunicazione, le autostrade e altre strade chiave di Taiwan.

Nella terza fase, navi di superficie e forze missilistiche terrestri lancerebbero attacchi di artiglieria per rimuovere gli ultimi ostacoli per i soldati e le forze di sbarco anfibie che dovranno poi atterrare su Taiwan.

Inoltre, un video animato pubblicato dalla rivista sulla sua pagina Weibo ha dimostrato come la portaerei Liaoning avrebbe impedito l’intervento delle forze straniere.

Non sottovalutare i piani del Pcc

Un esperto militare di Taiwan è dell’opinione che il fatto che i media ufficiali del Pcc rivelino un piano di attacco a Taiwan, implica che ci siano comunque dei piani reali, da parte del Pcc, per conquistare Taiwan, e pensa quindi che la questione non dovrebbe essere sottovalutata.

Cheng-Hsiu Lee, un esperto militare della Taiwan National Policy Foundation, ha dichiarato a Epoch Times cinese: «Il Pcc potrebbe modellare il suo attacco a Taiwan sul raid iracheno contro il Kuwait durante la Guerra del Golfo. Il motivo è che loro [il Pcc, ndr] pensano di dover mettere in ginocchio i taiwanesi entro un periodo di tempo molto breve, in modo che gli Stati Uniti, il Giappone e altri Paesi non abbiano la possibilità di intervenire».

«A giudicare dal piano di attacco militare pubblicato dai media ufficiali del Pcc, il Pcc sta immaginando di conquistare Taiwan nel più breve tempo possibile con tattiche fulminee. Questo è un obiettivo che il Pcc ha sempre voluto raggiungere e non può essere sottovalutato», ha aggiunto Lee. «Taiwan ha anche effettuato schieramenti difensivi in ​​quest’area per quasi due decenni».

La soppressione degli «interventi stranieri» da parte del Pcc sembra «alquanto discutibile»

Rispondendo a una simulazione al computer pubblicata nel 2020 da Naval and Merchant Ships che vantava un attacco aereo doppio su Taiwan, seguito da un riuscito sbarco anfibio, che avrebbe portato l’isola ad essere conquistata dai militari del Pcc entro 24 ore, Kris Osborn, membro del think tank ed editore della difesa presso il Center for National Interest, ha scritto nel settembre 2020: «L’affermazione secondo cui l’attacco delle forze cinesi ‘sopprimerebbe’ rapidamente qualsiasi intervento degli Stati Uniti, è per lo meno ottimista, se non assurda, in base a qualsiasi analisi obiettiva». «Le risorse di sorveglianza spaziale, di superficie e aerea statunitensi e alleate riuscirebbero ad attaccare le forze cinesi ben prima di qualsiasi attacco», ha scritto Osborn. «Non solo l’America ha una presenza navale consistente nel Pacifico, e nell’area vicino a Taiwan in particolare, ma l’esercito americano ha molte piattaforme di attacco nelle vicinanze in luoghi come Guam. Inoltre, è ovvio che gli Stati Uniti tengono d’occhio l’area con regolari pattuglie di bombardieri e missioni di sorveglianza».

La rivista del Pcc aveva pubblicato il suo video di simulazione il 20 maggio 2020, giorno dell’inaugurazione presidenziale del presidente taiwanese Tsai Ing-Wen.

Il piano della rivista del Pcc è un attacco di propaganda

Tzu-Yun Su, direttore della Divisione Strategia e Risorse di Difesa del think tank Institute for National Defense and Security Research di Taiwan, ha dichiarato a Epoch Times cinese: «La rivista Naval and Merchant Ships ha un background ufficiale. Pubblica un tema speciale a luglio di ogni anno, che fa parte dell’attacco di propaganda del Pcc [a Taiwan, ndr]. In precedenza, utilizzava software per computer per simulare invasioni di Taiwan e quest’anno ha trasformato la simulazione in un piano. Non sorprende vedere nel piano i cosiddetti tre attacchi di potenza di fuoco, dalle forze missilistiche alla flotta navale ai razzi a lungo raggio, ma da un punto di vista professionale, la capacità di combattimento è nulla e la capacità di combattimento di precisione dell’aeronautica non è presente nella simulazione. È chiaro che, dal punto di vista professionale, questa è solo una strategia fatta da persone senza esperienza, creata da un gruppo di redattori e giornalisti», ha affermato Su.

Inoltre, Cheng-Hsiu Lee crede anche che, sebbene i media ufficiali del Pcc cerchino di diffondere notizie di attacchi militari, al momento le possibilità di usare la forza sono basse, poiché le difese di Taiwan non si distruggono facilmente e Taiwan ha una capacità piuttosto elevata di contrattaccare.

L’ammiraglio Sam Paparo, comandante della flotta del Pacifico degli Stati Uniti, ha dichiarato durante un webinar il 29 giugno, di essere «preoccupato per la Repubblica Popolare Cinese in quanto minaccia in crescita», ma di essere anche «fiducioso delle sue forze, alleati e progetti operativi per contrastare ogni tentativo della Cina di impadronirsi di Taiwan con la forza». Paparo ha anche affermato di avere «il dovere di essere pronto a rispondere alle minacce alla sicurezza degli Stati Uniti», che «include la consegna di una flotta ‘capace di vanificare qualsiasi sforzo da parte dei cinesi di capovolgere quell’ordine [mondiale, ndr], inclusa l’unificazione forzata di Taiwan alla Repubblica Popolare Cinese».

Cheng-Hsiu Lee ha dichiarato a Epoch Times: «Il Pcc sa molto bene che la comunità internazionale non gli permetterà di attaccare Taiwan con la forza. È molto duro a parole, ma è più contenuto in azione. Quindi non credo che i leader del Pcc siano così avventati e impetuosi. Negli ultimi anni, Taiwan ha rafforzato molte misure difensive. Penso che Taiwan sarà cauta, ma non si farà prendere dal panico».

 

Articolo in inglese: CCP’s Threat to Attack Taiwan Is Merely Propaganda: Experts

NEWSLETTER
Epoch Times Italia 2021
 
Articoli correlati