La guerra per Taiwan, una possibilità concreta

Di Wang He

Pechino conquisterà Taiwan in un anno o due? Ne è certa Oriana Skylar Mastro, esperta di politica e sicurezza militare cinese, che lo ha dichiarato alla Commissione di revisione economica e di sicurezza Usa-Cina.

La Mastro ha sottolineato «l’incapacità degli Stati Uniti di costruire solide coalizioni per contrastare l’aggressione regionale cinese» e che «la deterrenza attraverso lo stretto è probabilmente più debole che in qualsiasi momento dalla guerra di Corea».

Questo ha causato accese discussioni. Il Partito Comunista Cinese (Pcc) è in grado di costringere Taiwan a riunirsi alla terraferma? Sull’argomento ci sono opinioni diverse, con vari punti di vista e diverse analisi. In ogni caso, la possibilità di una guerra nello Stretto di Taiwan non deve essere trascurata. Per due ragioni.

Dilemma per la sicurezza di Taiwan

Si confrontino le forze armate di Taiwan e Israele per capire il dilemma della sicurezza di Taiwan.

Taiwan ha una popolazione di 23 milioni di abitanti, un territorio di 36 mila chilometri quadrati, un Pil di 635,5 miliardi di dollari nel 2020 e un Pil pro capite di 26 mila 910 dollari.

L’esercito taiwanese è composto da 190 mila persone. La spesa militare annuale non supera il 2 per cento del Pil da molti anni. Il budget militare per il 2021, che ha stabilito un livello record, è di soli 366,8 miliardi di NT $ (circa 13,1 miliardi di dollari, mentre la spesa militare del Pcc è circa 15 volte quella di Taiwan), rappresentando il 2% del Pil nel 2020. Anche con il budget speciale di 29 miliardi di NT $ e fondi speciali non operativi di 57,6 miliardi di NT $ per l’acquisto di nuovi caccia a reazione (per un totale di 16,23 miliardi di $), il bilancio militare ha rappresentato solo il 2,5% del Pil nel 2020.

Nelle elezioni del 2016, Tsai Ing-wen ha pubblicamente promesso che il bilancio militare annuale avrebbe raggiunto il 3% del Pil. Tuttavia, il bilancio quadriennale della difesa (2017-2020) compilato durante il suo primo mandato in carica, rappresentava ancora meno del 2% del Pil.

Israele è un Paese sviluppato con una popolazione di circa 8 milioni di abitanti, un’area di controllo effettiva di 25 mila chilometri quadrati e un Pil di 403,3 miliardi di dollari nel 2020. Insomma, è più piccolo, molto meno popolato e meno ricco.

Tuttavia, Israele è molto più militarizzato di Taiwan. L’esercito israeliano è composto da circa 180 mila membri, solo 10 mila in meno di Taiwan (equivalente al 4,66% della forza lavoro nazionale, che è la percentuale principale anche nel resto del mondo).

Le truppe israeliane avanzano contro gli infiltrati palestinesi durante un’esercitazione nell’insediamento di Pe’at Sadeh nella Striscia di Gaza il 16 agosto 2005. (Uriel Sinai / Getty Images)

La spesa militare è la più grande singola voce di spesa fiscale di Israele e rappresenta oltre il 5% del suo Pil e in alcuni anni supera il 6%. Secondo i dati dell’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma, la spesa militare israeliana nel 2019 è stata di 20,5 miliardi di dollari e ha rappresentato il 5,3% del Pil, rendendo Israele il quindicesimo Paese con spese militari al mondo, in quell’anno. Il budget per la difesa del 2020 è aumentato a circa  22 miliardi di dollari.

La militarizzazione di Taiwan è molto inferiore a quella di Israele, ma le esigenze di sicurezza di Taiwan sono molto maggiori di quelle di Israele.

In primo luogo, sebbene alcuni Paesi arabi abbiano minacciato di cancellare Israele dalla terra e siano generalmente «più grandi» e «più ricchi» di Israele, la divisione interna del mondo arabo ha reso difficile in termini di capacità di combattimento e forza militare, combattere contro Israele. La situazione a Taiwan è esattamente l’opposto. La forza militare del Pcc ha costituito un vantaggio schiacciante su Taiwan, una situazione gravemente squilibrata lungo lo stretto.

In secondo luogo, la forte volontà di Israele di combattere una guerra, un sistema di difesa maturo e una ricca esperienza nella guerra sono importanti nel mondo e si può persino dire che non abbiano eguali. La ricerca e lo sviluppo di armi e attrezzature, l’addestramento militare e le effettive operazioni di combattimento sono le tre armi magiche di Israele, per mantenere una forte capacità di combattimento e forza militare.

Relativamente parlando, Taiwan è inferiore in questo senso. Ad esempio, Israele ha partecipato a otto grandi guerre e innumerevoli altri conflitti di vario tipo sin dalla sua fondazione nel 1948, mentre l’esercito taiwanese ha una lunga storia di pace e manca di una reale esperienza di combattimento.

La coscrizione è richiesta a tutti i cittadini israeliani di età superiore ai 18 anni. Anche Taiwan ha implementato una politica di coscrizione obbligatoria per molto tempo, ma dal 2018 è passata al reclutamento e alla coscrizione simultanei. I cittadini maschi nati dopo il 1 gennaio 1994 sono tenuti ad accettare quattro mesi di addestramento militare a Taiwan. La potenza di combattimento dell’esercito di Taiwan, in particolare le sue capacità di combattimento di riserva, è stata una questione controversa.

In condizioni di guerra, Israele può effettivamente mobilitare almeno decine di migliaia di riserve di difesa in servizio attivo entro 24 ore e immediatamente in combattimento effettivo: questo è diventato un modello da cui i Paesi, incluso Taiwan, possono imparare.

Terzo, gli Stati Uniti hanno dato a Israele un forte e fermo sostegno ed entrambi i Paesi sono alleati strategici de facto. Nel 2019, gli Stati Uniti hanno fornito 3,8 miliardi di dollari in aiuti militari stranieri a Israele. Inoltre, gli Stati Uniti hanno fornito un flusso costante di tecnologia avanzata e armi per sostenere la superiorità militare di Israele sui Paesi arabi.

Per quanto riguarda Taiwan, non ci sono sostenitori fermi e forti. L’amministrazione Biden non ha preso una posizione forte sulla sua politica di Taiwan.

Pcc: imprevedibile e irrazionale

Da un punto di vista razionale, molti credono che il Pcc non oserà attaccare Taiwan a breve e medio termine. Certo, sono supportati da ragioni concrete.

Ad esempio, c’era un articolo d’opinione pubblicato da Epoch Times in lingua cinese, che analizzava i dati sulla potenza militare del Pcc, evidenziando le ambizioni degli alti funzionari del Pcc, ma anche la mancanza di una strategia militare che ha portato a uno squilibrio delle forze armate che si concentra più sull’offesa che sulla difesa. Le operazioni offensive del Pcc hanno individuato gli Stati Uniti come nemico. Pertanto, l’esercito del Pcc è stato a lungo ignorato, in quanto dotato di  attrezzature antiquate, di una forza aerea ancora inferiore e una Marina in una situazione imbarazzante. L’esercito non può né difendersi efficacemente né attaccare con forza sufficiente, le sue intenzioni e abilità sono molto discordanti e la strategia è caotica.

Una formazione della marina cinese, inclusa la portaerei Liaoning (C), durante le esercitazioni militari nel Mar Cinese Meridionale, il 2 gennaio 2017. (STR / AFP tramite Getty Images)

Dato il divario nel potere militare tra Cina e Stati Uniti, gli Stati Uniti hanno assolutamente la capacità per respingere l’esercito cinese e difendere Taiwan. In questa situazione, il Pcc dovrebbe semplicemente andare avanti e non attaccare Taiwan fino al giorno in cui «le dimensioni del mercato cinese e la competitività economica complessiva superano quelle degli Stati Uniti, rendendo gli Stati Uniti incapaci di attuare sanzioni economiche globali contro la Cina, come quando è in corso un conflitto militare tra Paesi», scrisse Hu Xijin, redattore capo del tabloid statale Global Times.

Alcuni esperti ritengono che Xi Jinping sarà rieletto per un terzo mandato. Pechino deve mantenere un costante sviluppo economico per un altro anno o due. Pertanto, il piano del Pcc di attaccare Taiwan nel prossimo futuro è improbabile.

Tuttavia, la storia mostra che molte decisioni importanti prese dal Pcc sono spesso irrazionali, come ad esempio il Grande Balzo in Avanti, la Rivoluzione Culturale, il Massacro del 4 giugno e la persecuzione della pratica spirituale del Falun Gong. Se il Pcc fosse razionale, non oserebbe affrettarsi a prendere Taiwan con la forza; ma se si tiene conto dell’impulso decisionale irrazionale del Pcc, una guerra nello Stretto di Taiwan non è improbabile.

Il 4 giugno 2020 in un articolo sul Times, l’ex ministro degli esteri britannico Jeremy Hunt ha dichiarato che il Pcc potrebbe essere sul punto di invadere Taiwan e abbandonare i piani di una riunificazione «pacifica» con l’isola autogovernata. Le ragioni includono: i leader del Pcc hanno visto che il movimento per la democrazia a Hong Kong ha preso slancio e temono che possa diffondersi a Taiwan; Taiwan non accetterà la struttura «un Paese, due sistemi» poiché il Pcc la sta smantellando a Hong Kong; il Pcc userà la forza militare per portare Taiwan sotto il suo controllo, se necessario. L’ultimo punto è il più preoccupante.

In effetti, l’affermazione del Pcc secondo cui l’unificazione di Taiwan sarebbe il suo «interesse principale», non è al di fuori di considerazioni di interesse nazionale. Il Pcc ha un obiettivo nascosto: garantire il suo governo e la sua legittimità. Il Pcc sovvertì violentemente la Repubblica di Cina (Roc – uno stato sovrano con sede nella Cina continentale tra il 1912 e il 1949) durante la guerra civile e la Roc si ritirò dopo essere stata sconfitta dal Pcc nel 1949 e fuggì a Taiwan. L’esistenza di una Taiwan indipendente ha sempre costituito una memoria vivente dell’occupazione illegale della Cina da parte del Pcc. Per garantire la sua dittatura in Cina, il Pcc ha promosso la sua propaganda: il popolo deve unirsi al Pcc per combattere il nemico comune, il separatista Taiwan. In questa circostanza, il Pcc deve rivendicare Taiwan come suo territorio.

Se un evento importante innescherà la reazione del Pcc, questo potrebbe fare una mossa folle e lanciare una guerra con Taiwan. Pertanto, una guerra nello Stretto di Taiwan a breve e medio termine non è improbabile e la comunità internazionale dovrebbe essere in massima allerta.

 

Wang Ha conseguito un master in Legge e Storia e ha studiato il movimento comunista internazionale. È stato un docente universitario e un dirigente di una grande azienda privata in Cina. Wang ora vive in Nord America e dal 2017 pubblica commenti sull’attualità e sulla politica della Cina.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: The Possibility of a War in the Taiwan Strait Should Not Be Overlooked

 
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