La guerra del Pcc contro il cristianesimo

Nella recente ondata di repressione della comunità Cristiana cinese esplosa nella provincia di Zhejiang, nel sud est della Cina, le autorità del Partito Comunista Cinese il 13 e 14 aprile hanno distrutto due chiese.
Una donna è rimasta uccisa durante la demolizione del 14 aprile: è stata sepolta viva da un bulldozer mentre lei e il marito, entrambi cristiani, protestavano per la demolizione della loro chiesa nella città di Wenzhou.

Secondo China Aid, un’organizzazione noprofit cristiana con base negli Stati Uniti, la Island Head Christian Church, chiesa di tre piani da tre milioni di yuan (circa 460 mila dollari) di Wenzhou, è stata demolita il 13 aprile coi pretesti di abusivismo edilizio e di avere una croce era troppo alta.

Il Partito Comunista Cinese, mentre da una parte mantiene una severa politica restrittiva di ateismo per i suoi membri, dall’altra sostiene anche numerose organizzazioni religiose politicizzate, che promuovono la linea del partito tra il clero delle cinque fedi religiose riconosciute.

Questa manifesta ipocrisia è stata resa evidente anche dalle affermazioni dell’attuale capo del Partito Comunista Cinese Xi Jinping, in una recente conferenza politica in cui ha ribadito l’importanza di tenere lontani i giovani dalle fedi religiose e che i leader religiosi «interpretino le dottrine in modo da favorire il progresso della Cina moderna».

La distruzione delle due chiese di Wenzhou, è solo la punta dell’iceberg di una campagna non ufficiale contro la cristianità iniziata nel 2014: circa duemila croci sono state rimosse dalle chiese di Zhejiang, con il pretesto di violazione del regolamento edilizio; in marzo cinquanta croci sono state abbattute nella sola Wenzhou.

I preti credono che il vero problema sia che la croce, simbolo centrale della cristianità, non sia gradita alle autorità, che non vogliono che le manifestazioni di affiliazioni religione siano visibili al pubblico.

I cristiani in Cina che non aderiscono alle congregazioni religiose controllate dal Partito Comunista Cinese, inclusa una stima di sei milioni di cinesi che seguono la Chiesa Cattolica Romana, sono soggetti a persecuzione fisica. I preti sono generalmente tenuti in prigione o nei campi di lavoro forzato e subiscono torture. Questo mese, cinque preti sono stati imprigionati dalle autorità e sei sono stati trovati morti per ‘suicidio’, secondo la versione ufficiale.

Articolo in inglese: Destruction of Churches and Burial Alive the Latest Round in China’s Anti-Christian Policy

 

 
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