La guarigione, una perfetta integrazione di mente, anima e corpo (P 1)

La malattia viene quasi sempre vissuta dall’essere umano come un momento doloroso, straziante e a volte tragico. Eppure, a volte, una condizione anomala dell’organismo permette di accedere a potenti risorse psicofisiche che, una volta sperimentate, cambiano la vita.

Per approfondire il ruolo della psiche nel processo di guarigione, le potenzialità del corpo umano e perfino della coscienza, alla luce delle acquisizioni della fisica quantistica, Epoch Times ha intervistato Erica Poli, psichiatra e psicoterapeuta che esercita la libera professione dal 2010. La Poli, fornisce consulenza come perito presso il Tribunale di Milano ed è anche docente presso svariate scuole di formazione.

Dottoressa Poli, che cosa determina la guarigione?

Sulla base della mia esperienza e della clinica medica, che mi precede da secoli, la guarigione è un fenomeno che attiene ai meccanismi della fisiologia del corpo. Si parla di guarigione, ma in realtà si dovrebbe parlare di autoguarigione. Come dicevano gli antichi, medicus curat, natura sanat; il processo di guarigione è naturale, insito nella fisiologia del nostro corpo o, meglio ancora, della nostra unità psiche-soma. Il medico favorisce, sostiene e garantisce questo processo, ma la guarigione è sempre un’autoguarigione.
Si pensi per esempio alla guarigione di una piccola ferita, una cosa assolutamente comune e normale. Il taglio guarisce con una restitutio integrum, ossia ripresa del normale trofismo del tessuto che, dopo aver prodotto una crosta, si ripresenterà roseo e piuttosto liscio. Di norma sappiamo che un taglio guarisce da solo e l’unica cosa che si fa è coprirlo per evitare la proliferazione di batteri. Ma in realtà l’intero processo di guarigione è addirittura oltre la portata di quello che si può riprodurre in laboratorio; nessuno ha mai infatti riprodotto la guarigione di un taglio in condizioni sperimentali. Casomai è possibile riprodurre colture cellulari, ma è ben diverso dal processo straordinario che accade quando la cute viene lesa: il sangue fluisce portando fibroblasti e piastrine, si formano le briglie di fibrina, poi il coagulo e infine la crosta per concludersi con la formazione di nuova cute. Questo è un prototipo perfetto di un esempio di guarigione in cui l’intervento esterno è puramente di supporto e di cura, ma tutto il meccanismo è insito nell’unità psiche-soma e questo vale per ogni processo di guarigione.

Quindi ogni guarigione è un’auto-guarigione?

È un processo che fa parte dei ‘programmi’ di cui siamo dotati biologicamente, tant’è che avviene anche negli animali e a volte con maggiore facilità. Ogni giorno il corpo rimuove cellule anomale, vecchie e tumorali; l’organismo entra quotidianamente in contatto con patogeni, antigeni, inquinanti e sostanze tossiche, eppure manteniamo uno stato di equilibrio – di compenso.
L’intervento medico favorisce o supporta l’unità psiche-soma nel momento in cui questo processo risulta difficoltoso o troppo gravoso in termini sintomatici, oppure nel caso in cui debba essere protetto affinché il suo svolgimento possa avvenire senza inficiare il buon esito.

E la psiche che ruolo gioca?

Esistono oramai numerose evidenze. Già nel mio primo libro, Anatomia della guarigione, avevo indicato un’ampia letteratura scientifica a riguardo. È ormai chiaro che i processi psichici come i pensieri, le emozioni, le convinzioni, le relazioni, ma anche la biografia, gli eventi della vita, persino il dna emotivo (ossia quanto è stato ereditato dalla famiglia e dagli antenati) e il contesto socio-culturale – in altre parole tutti i fattori ambientali da quando si nasce e che grazie all’epigenetica si è scoperto che interagiscono con lo sviluppo del corpo – giocano un ruolo fondamentale nel determinare come ci si ammala, come si guarisce e probabilmente anche come si muore.
È ormai noto che i pensieri e le emozioni hanno dei correlati biochimici e neurofisiologici che si traducono in altrettante molecole come neurotrasmettitori, assetti infiammatori o antinfiammatori a livello del sistema immunitario. Basti pensare per esempio a una depressione cronica, che produce dei livelli maggiori di cortisolo, un ormone mediatore dello stato infiammatorio. È ormai risaputo che questo stato, quando è cronico, costituisce la base di tutte le malattie tumorali e quelle degenerative.

Può fornire altri esempi?

Gli studi in cardiologia effettuati sulle personalità di tipo A, cioè persone altamente competitive, orientate al risultato, rimuginatori e nervosi, vanno incontro con maggiore facilità allo sviluppo di ipertensione ed eventi ischemici. Personalità che invece reprimono fortemente la rabbia sono state correlate a malattie autoimmuni e così via. Esistono insomma delle evidenze sempre più raffinate secondo cui esiste una chimica della gioia, della rabbia, della paura.
Un bambino che è stato cresciuto in un ambiente di paura o maltrattamenti, ha sviluppato una regolazione del sistema neurovegetativo improntata al tono adrenergico; in altre parole ha un tasso di adrenalina superiore al normale, quindi un sistema di allerta più sviluppato. Ma questo ovviamente comporta una ricaduta sugli organi.
Si può dire che a volte la biologia racconta la storia della persona. In altre parole, certi sintomi possono denotare il tipo di conflitti, traumi e difficoltà cui è andata incontro.

Può quindi raccontare il passato

Sì perché il corpo, a differenza della mente, immagazzina moltissime informazioni. Si stima che la mente conscia e razionale riesca a trattare da cinque a nove informazioni al secondo. Mentre la mente somatica (detta anche programmatore autonomico o che appartiene al mondo inconscio) compie decine per non dire centinaia di operazioni nello stesso istante, come l’afflusso sanguigno, la pressione arteriosa, la filtrazione dell’urina, i meccanismi di feedback che dalle ghiandole periferiche si riverberano a livello cerebrale e viceversa.
Nel corpo accadono in continuazione questi processi, ben al di là del controllo della coscienza. Difatti, non si comanda al cuore di battere. Gli studi di Hameroff, figura un po’ discussa negli ultimi tempi, hanno appurato la grande attività dei microtubuli, piccoli organuli presenti nel citoplasma delle cellule; sono come una specie di intestino della cellula e sono caratterizzati da spazi interdigitati per occupare molto spazio in un ambiente ristretto, come i villi intestinali. Ebbene, ogni millisecondo in un microtubulo avvengono un numero di reazioni chimiche (che tra l’altro costituiscono la base della risposta ai farmaci) pari a 10^27. Un numero non computabile dalla mente razionale e queste reazioni avvengono in tutto il corpo.

La medicina tradizionale cinese affermava che il corpo umano è un piccolo universo.

Certo. Se potessimo amplificare i segnali del corpo umano, scopriremmo delle melodie di suoni. Il battito cardiaco produce un rumore, la peristalsi un altro, la filtrazione urinaria un altro ancora, poi c’è il respiro, eccetera.

Esiste quindi un’armonia, un’orchestra.

Sì. Il concetto di equilibrio o compenso è molto antico nelle medicine, tra cui anche quella allopatica. L’omeostasi, un concetto introdotto da Claude Bernard nell’Ottocento, costituisce un fondamento dell’attuale medicina. Conosciamo i meccanismi di biofeedback, in cui per esempio quando si è sotto stress è necessario incrementare le energie e quindi viene stimolata la tiroide. Per fare un esempio, a livello cerebrale la necessità di correre più velocemente attiva l’ipotalamo, poi l’ipofisi che con i loro fattori di rilascio raggiungono la tiroide per aumentare il ‘numero di passi’ del corpo. Ha presente le imbarcazioni da guerra romane?

Nelle galere c’era una persona che con il tamburo dava il tempo ai rematori. Ecco spiegata la funzione della tiroide nel corpo umano: dà il tempo al corpo.

Attiva il metabolismo

Sì. A un certo punto nel corpo, dopo essersi verificato l’esaurimento delle scorte di calcio a livello osseo (necessarie per le reazioni metaboliche), aumenteranno gli elettroliti che forniranno un messaggio al cervello. Questo organo a sua volta valuterà se il tasso di elettroliti e il livello di ormoni tiroidei sono tali da abbassare il Tsh, l’ormone che stimola la produzione di tiroide. L’abbassamento del Tsh, come un messaggero feedforwarder (ossia di previsione), si indirizzerà alla tiroide per comunicare di rallentare la produzione. Tutta la nostra vita, come l’attività respiratoria, è un continuo adeguamento a stimoli e reazioni.

Può fare un esempio più semplice?

Quando si va a vela certamente si conosce la rotta, ma a causa dei venti e della corrente del mare è necessario fare continui aggiustamenti alle vele. Nel corpo umano è la stessa cosa: siamo continuamente in una danza.
Il cervello umano è diviso in due. Un’entità animale, istintiva e antica che fondamentalmente è volta alla sopravvivenza e cerca sempre di risolvere velocemente i compiti e mantenere lo status quo per come è strutturata. E l’altra parte analitica, che vuole processare al meglio delle proprie possibilità. Il cervello è quindi sempre diviso tra l’essere molto veloce per la sopravvivenza oppure molto preciso per l’inventiva. L’uomo è in costante gioco tra queste due tendenze, che sono in opposizione: più si è veloci, maggiore è l’imprecisione e viceversa. Queste due parti continuano a ‘giocare’ per mantenere la rotta della barca.
E avviene secondo un ritmo, come per esempio quello respiratorio. Ma esistono ritmi anche molto più piccoli, come il flusso delle cellule nel sistema linfatico circolatorio, le interazioni tra membrana e cellula, i connettivi stimolati durante la camminata. Siamo in sostanza un essere che continua a suonare una musica, fatta di cellule, ormoni, citochine e suoni che non udiamo. Ma se poggiamo le mani sulle orecchie, possiamo udire il suono del respiro che è un po’ simile al rumore del mare che si sente nelle conchiglie.

A proposito del mare, il corpo umano è pieno di acqua

Certo. Pensi che ai primi del Novecento Albert Szent-Györg vinse il Nobel per gli studi sull’elettromagnetismo dell’acqua, che poi vennero un po’ abbandonati e in seguito ripresi negli ultimi venti anni. Siamo costituiti per il 70-80 per cento di acqua, percentuale variabile in base alle fasi della vita. Quella presente nel corpo è quasi tutta ionizzata e non libera, cioè inserita in legami che permettono alle sue molecole di avere cariche positive o negative.
Bene, quando l’acqua è ionizzata assume una strana conformazione cristallina, in cui le varie molecole attraggono le cariche opposte creando strutture sovramolecolari: una sorta di cristallo con proprietà elettromagnetiche che funziona come un diapason.

Interessante

Il diapason funziona in modo interessante perché l’onda sonora viene prodotta nella sua zona cava. Quando si percuote e si appoggia a un tavolo dove vi sono altri diapason, vibreranno alla stessa frequenza senza essere stati toccati: il fenomeno della risonanza, che in questo caso avviene per propagazione nell’aria dell’onda sonora.
Le molecole d’acqua, grazie alla presenza di cristalli cavi al suo interno, funzionano in modo simile: quando vengono perturbate chimicamente come da un farmaco o da un ormone, la sua conformazione fisica viene modificata e questo causerà un’alterazione dello spazio circostante, provocando la risonanza delle altre molecole d’acqua circostanti. Ovviamente, più forte è la perturbazione, maggiore sarà la risonanza.

Il corpo è un enorme diapason?

Sì, risuona.

Quindi esiste al suo interno una comunicazione a distanza?

Esatto e alcuni studi riconosciuti a livello scientifico hanno aperto la strada all’applicazione della fisica nei sistemi biologici. Attualmente, la scienza è in grado di interagire con i livelli macroscopici come l’organo, la sua morfologia e anatomia, e con il livello sottostante come quello biochimico, fatto di farmaci e molecole. Ma non riesce ancora con il mondo biofisico perché non esistevano evidenze.
Quello che dicono le medicine orientali è noto da secoli. Ma noi occidentali, abbiamo sempre considerato gli aspetti energetici alla stregua, se non di magia, di nebulosità poiché non esisteva un aspetto oggettivabile di questi fenomeni, se non a livello meramente pratico. Se infatti una persona si sottopone a una seduta di agopuntura ottiene risultati, ma per un medico occidentale è difficile spiegarne il motivo. Forse si fidava dell’agopuntore, oppure è dovuto alla suggestione o all’effetto placebo.
Adesso invece gli studi cominciano ad aprire la strada e sostengono che l’agopuntura funziona poiché produce una perturbazione elettromagnetica in un sistema [il corpo umano, ndr] che è già un magnete. Questo produrrà quindi dei cambiamenti.

Ma quello che attualmente manca è uno studio approfondito. Sappiamo ormai che siamo esseri risonanti o vibrazionali. Tuttavia l’applicazione scientifica che possiamo avere dai meccanismi che usiamo biofisici è ancora oggetto di studio e credo costituirà l’orizzonte futuro.
La biochimica la conosciamo bene, così come i rapporti tra emozioni e biochimica, o almeno quanto basta per interagirvi in maniera ragionevolmente buona. Per esempio una rabbia repressa causa un tasso di cortisolemia maggiore, un effetto dopaminergico superiore e inibisce alcuni neurotrasmettitori, come il glutammato nell’ippocampo.
Conosciamo molto meno i fenomeni biofisici, sebbene se li usiamo come per esempio nella risonanza magnetica. È il futuro e sta riaprendo un dialogo serio e interessante tra la medicina occidentale e quelle tradizionali e antiche, come quella cinese, indiana, vietnamita o taoista.

Un dialogo?

Fino a cinque o sei anni fa era sempre rischioso, in quanto si rischiava di cadere nella New age. Il problema della scienza è che non afferma verità assolute, in quanto ha per suo paradigma quello di continuare a fare esperimenti e verificare ipotesi ed eventualmente falsificarle, come diceva Karl Popper. Numerose ricerche scientifiche sono state smentite e la scienza procede per tentativi ed errori.

Per esempio?

Banalmente, durante gli anni 80 si è verificato il boom degli antibiotici: venivano fortemente somministrati poiché ai tempi era scientificamente approvato. Ma oggigiorno un pediatra convenzionale non lo fa, perché sa benissimo che va a selezionare dei ceppi resistenti e sa che la febbre, entro i 39 gradi, è un meccanismo di guarigione del corpo poiché la flogosi, aumentando la temperatura, uccide i batteri patogeni.
La scienza procede quindi per ipotesi che vengono verificate o falsificate e di volta in volta acquisiscono maggiore precisione. Niente di quello che dice la scienza è assoluto; è vero per le condizioni attualmente sperimentate.

Fino a qualche anno fa, le discipline tradizionali erano poco verificabili attraverso la scienza. Negli ultimi 5/6 anni, grazie a strumentazioni più raffinate come risonanze magnetiche funzionali, tomografie, spettrografie, è stato possibile indagare determinati meccanismi, fini e sottili. Il libro La fisica della vita di Al-Khalili, è uno dei testi più seri nella divulgazione della fisica quantistica a livello biologico. I due autori mostrano come molte ricerche evidenzino che alla base di numerosi fenomeni fisiologici della vita animale – come le migrazioni degli uccelli, la fotosintesi clorofilliana, le reazioni enzimatiche del corpo – esiste la mediazione di forze elettromagnetiche deboli. A Milano il professore Spaggiari, docente all’Università statale nonché medico e ingegnere, si occupa di questi argomenti.

Ok, ritorniamo alla New age

La New age ha avuto il merito di sdoganare certi temi, ma anche il demerito di renderli poco seri, secondo i criteri della scienza. Per il grande pubblico ha aperto delle strade, ma per il ricercatore è stato deleterio poiché ha ridotto il tutto a cose semplicistiche. Faccio un esempio: è stato osservato che nella preghiera viene attivata maggiormente la ghiandola pineale. Alcuni articolisti allora hanno scritto: “Scoperta l’area sacra del nostro cervello”. Ma questa è una panzana e non vuol dire niente. Semplicemente esiste l’attivazione di un’area cerebrale in concomitanza con un’altra attività. E poi su quanti soggetti è avvenuta? Dieci? Quindici? Per cui bisogna stare molto attenti. Ma all’interno di questo mare magnum di storie raccontate, alcune sono vere.

I fenomeni elettromagnetici sono veri e vengono sempre più verificati. Io, assieme a vari colleghi, siamo stati interpellati dall’Ordine dei medici per implementare queste medicine nelle strutture pubbliche. La stessa Organizzazione mondiale della sanità, nell’ultimo report, ha chiesto a tutti gli Stati membri di integrare le medicine tradizionali come l’agopuntura, l’omeopatia e i trattamenti corporei come lo yoga e lo shiatsu. E ha invitato i medici a ricoprire il ruolo di referenti e regolamentare la pratica di queste tecniche. Questo perché tali discipline, non essendo appannaggio esclusivo di medici, possono essere esercitate da chiunque con il rischio di somministrare rimedi fitoterapici molto potenti, dal momento che le piante sono predecessori dei farmaci. Difatti, ancora oggi viene utilizzata la digitali purpurea per produrre i cardiotonici, farmaci potenzialmente pericolosi in quanto la finestra terapeutica, ossia l’intervallo tra la dose terapeutica e quella tossica, è molto bassa rispetto ai farmaci di sintesi.

 

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