La Germania in prima linea contro l’influenza di Cina e Russia

Di Alexander Zhang

Secondo un think tank britannico, la Germania è in prima linea tra i Paesi occidentali impegnati nella «nuova Guerra Fredda» contro l’influenza cinese e russa.

Per il Royal United Services Institute (Rusi) infatti, da una parte c’è la Russia, che sta tentando di minare la fiducia delle persone nelle istituzioni democratiche; e dall’altra la Cina, che si sta concentrando sulle attività economiche.

In questo quadro, la crescente dipendenza dell’economia tedesca dalla Cina sta causando crescenti preoccupazioni, mentre l’atteggiamento del regime cinese durante la pandemia del virus del Pcc (virus del Partito Comunista Cinese) ha accelerato il cambiamento nella percezione tedesca delle relazioni bilaterali.

Personale medico assiste un paziente dall'Italia presso la Clinica Ambulatoriale Corona dell'ospedale universitario di Dresda a Dresda, in Germania, il 26 marzo 2020.
Personale medico assiste un paziente dall’Italia presso la Clinica Ambulatoriale Corona dell’ospedale universitario di Dresda a Dresda, in Germania, il 26 marzo 2020. (Matthias Rietschel-Pool / Getty Images)

Sempre secondo il think tank, sia Cina che Russia stanno sfruttando le vulnerabilità nel decentramento politico tedesco, spesso eludendo Berlino per esercitare influenza direttamente sui governi regionali.
E «il coinvolgimento di Russia e Cina, nonché la loro potenziale infiltrazione nella società, nelle politiche e nell’economia tedesca, è una minaccia non solo alla più estesa economia europea, ma anche al continente stesso e alle più grandi istituzioni democratiche occidentali».

Cambiamento di percezione

Anche se molti imprenditori tedeschi continuano ad astenersi convintamente dal criticare il regime cinese, molte aziende e politici della Repubblica Federale stanno adesso rivalutando le relazioni economiche della Germania con la Cina.

In particolare, una serie di acquisizioni cinesi di medie imprese tedesche, come il principale produttore di robot Kuka, ha portato a una cambiamento di percezione nella precedente visione della Cina come competitor strategico.

Un robot serve birra allo stand di Kuka alla Fiera di Hannover ad Hannover, nella Germania settentrionale, il 24 aprile 2017
Un robot serve birra allo stand di Kuka alla Fiera di Hannover ad Hannover, nella Germania settentrionale, il 24 aprile 2017. (Tobias Schwarz / AFP via Getty Images)

Nel resoconto si legge che «mentre il mercato delle esportazioni è rimasto solido, la Cina viene ora vista sempre più come un rivale, piuttosto che come un’infinita opportunità».

E il comportamento del regime durante la crisi del virus del Pcc ha suscitato non poche perplessità.

Il regime cinese ha infatti cercato di influenzare l’opinione pubblica tedesca sulle origini del virus, provando a esercitare pressione sui funzionari tedeschi affinché lodassero pubblicamente Pechino per la sua gestione dell’epidemia.

Inoltre, l’incalzante atteggiamento ostile e belligerante della Cina, come evidenziato durante la pandemia, ha «fatto concentrare le menti dei tedeschi in modo più forte sugli svantaggi invece che sui vantaggi delle loro relazioni commerciali con la Cina».

La cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier cinese Li Keqiang a una presentazione di auto a guida autonoma presso il non più operativo e storico aeroporto di Tempelhof a Berlino il 10 luglio 2018
La cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier cinese Li Keqiang a una presentazione di auto a guida autonoma presso il non più operativo e storico aeroporto di Tempelhof a Berlino il 10 luglio 2018. (Fabrizio Bensch / AFP / Getty Images)

Divisioni europee

Il resoconto, compilato da John Kampfner, un senior associate fellow della Rusi, è parte di una serie di articoli sulle attività russe e cinesi in Europa.

Nella sua introduzione a tale serie, la direttrice generale della Rusi, la dott.ssa Karin von Hippel, analizza l’obiettivo strategico della Cina.
E scrive che il regime cinese vuole assicurarsi che l’Europa non faccia fronte comune con gli Stati Uniti nel limitare lo spazio di manovra globale della Cina; allo stesso modo il regime vuole anche evitare qualsiasi critica europea alla situazione dei diritti umani in Cina.

Il presidente del Parlamento europeo David-Maria Sassoli accanto a Jewher Ilham, figlia di Ilham Tohti, economista uiguro e attivista per i diritti umani, che tiene in mano un ritratto di suo padre durante la cerimonia di consegna del Premio Sacharov dell'Ue 2019 presso il Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, il 18 dicembre 2019
Il presidente del Parlamento europeo David-Maria Sassoli accanto a Jewher Ilham, figlia di Ilham Tohti, economista uiguro e attivista per i diritti umani, che tiene in mano un ritratto di suo padre durante la cerimonia di consegna del Premio Sacharov dell’Ue 2019 presso il Parlamento europeo a Strasburgo, in Francia, il 18 dicembre 2019. (Vincent Kessler/Reuters)

Per la Von Hippel, le divisioni all’interno dell’Europa hanno impedito all’Occidente di adottare una strategia e una risposta univoca. Ad esempio, gli amici europei più vicini alla Cina, in particolare Grecia, Ungheria e Portogallo, hanno ripetutamente bloccato la politica dell’Ue sulla Cina.

Ma la pandemia ha «accelerato la curva di apprendimento e rafforzato la crescenti preoccupazioni sulla Cina. Troppi Paesi si rendono ora conto di quanto siano stati eccessivamente dipendenti dalla Cina per i beni di prima necessità, e spesso a loro stesse spese».

 

Articolo in inglese: Germany on ‘Front Line’ Against Chinese and Russian Influence: Report

 
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