La disobbedienza civile dilaga in Italia, ma non fa notizia

Di Gigi Morello

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 

In questo momento critico per l’umanità molte sono le abitudini che stanno venendo stravolte.

Alcuni dei comportamenti che in contesti ‘normali’ avrebbero suscitato un sorriso, riportano ora indignazione.

Portare a passeggio il cane, non indossare la mascherina in bicicletta, o portare i propri figli a fare una partita di pallone in un parco ha da sempre contraddistinto un’azione di una persona che ha a cuore i propri cari. Ma oggi queste azioni positive cominciano a suscitare sdegno.

Tuttavia, abbiamo osservato ‘testimonianze’ riportate dai media, di cittadini che non sembrano voler seguire queste regole, che ad alcuni sembrano create a tavolino senza alcuno scopo razionale legittimo, e che invece di prendersela con le regole stesse che stravolgono quello che da sempre è considerato ‘normalità’, fanno lo stesso gioco di coloro che le hanno imposte.

Ma la verità è un’altra. Quasi in sordina, portando avanti quella che da sempre è stata considerata una normale e positiva routine, il popolo comincia ad insorgere, ma lo fa in modo totalmente differente dallo stereotipo delle solenni manifestazioni di piazza.

Esiste ancora un piccolo strumento, da sempre il piccolo grande strumento di coloro che non vogliono affrontare un problema facendone una battaglia violenta. Uno strumento delle persone comuni, quelle che vorrebbero semplicemente vivere in pace, coloro che ritenendo di subire ingiustizie non si esprimono politicamente in modo netto, ma allo stesso modo non desiderano assoggettarsi a regole che reputano ingiuste.

Questo strumento spontaneo è la disobbedienza civile.

E vediamo con i nostri occhi moltissime manifestazioni popolari che non fanno alcuna notizia sui giornali.

Notiamo persone che in zona rossa portano i propri figli a giocare nei parchi, persone che passeggiano in centro rimirando le bellezze della propria città. Persone che escono senza alcuna autodichiarazione. E sono ormai moltissime.

Naturalmente è facile condannare, vedendo solo il lato della violazione delle regole imposte.

Ma tanti piccoli commercianti sono costretti a stare chiusi mentre le grosse ditte continuano a lavorare in barba a tutto, e tutti se la prendono con chi lavora.

Si arriva al punto che ritrovarsi nei parchi per fare giocare i propri figli, che si sono quasi dimenticati che le gambe servono per correre e per giocare, è considerato un abominio.

E così nella mente e nei cuori dei cittadini moderati, coloro che non hanno voglia di intraprendere una battaglia politica diretta, nasce il desiderio spontaneo di disobbedire. Che sia giusto o meno.

Si tratta in ogni caso di un sentimento popolare diffuso che porta un cittadino non impegnato in politica a fregarsene delle restrizioni per fare muovere le gambe al proprio bimbo, gambe che ormai conoscono solo la sedia sulla quale fanno la didattica on line: è un sentimento ormai innegabilmente dilagante, che possa piacere o no.

È dilagante che mamma ed il papà portino fuori i figli insieme, perché che lo faccia un solo genitore non è corretto tradizionalmente, soprattutto la domenica pomeriggio. Momento di riunione tradizionale familiare.

Momenti che anche noi ricordiamo con gioia ripensando alla nostra infanzia.

E quando si va a fare shopping è tradizione che la famiglia scelga insieme alcuni prodotti, nonostante ci dicano che un solo genitore può entrare nel negozio insieme al bimbo.

Ma come fanno le persone? Usano la disobbedienza civile.

Si fingono estranei. Entra prima un genitore da solo e poi entra il secondo con il bimbo. Si fa shopping insieme. Si commentano i prodotti. Si decide insieme il gusto del gelato e della pizza surgelata. Questa è la vita semplice di tanti italiani.

La disobbedienza civile in Italia sta dilagando, anche se non fa notizia.

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.



 
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