La consapevolezza come chiave per accettare il proprio corpo

Essere positivi circa il proprio corpo è ormai una tendenza culturale utile per contrastare il modello imposto del ‘supermagro’. Tuttavia nella vita reale, il messaggio di amare il fisico indipendentemente dalla taglia o celebrare le proprie curve può essere vago, semplicistico e inutile.

È infatti impensabile passare da anni di autocritica e disgusto a un amore incondizionato per il proprio corpo, senza alcun supporto pratico e una guida; il pezzo mancante secondo alcuni esperti è una parola, che è sempre più in voga: consapevolezza.

La consapevolezza è uno stato di presenza attiva nel momento presente: quando si è consapevoli, si osservano i propri pensieri e i sentimenti in modo piuttosto distaccato, senza giudicarli buoni o cattivi. Consapevolezza significa vivere nel momento, sviluppando una maggiore connessione con l’esperienza umana.

AFFRONTARE IL CRITICO INTERNO 

Le abitudini mentali formate durante la vita, buone o cattive che siano, creano schemi mentali e percorsi neurali nel cervello. Se per molti anni ci si comporta in modo critico, questi modelli possono essere rigidi e duri a morire, ma è possibile cambiarli con la pratica e l’impegno.

Essere consapevoli, secondo Alena Gerst, psicoterapeuta e studiosa del corpo umano di New York, può aiutare a diventare più consapevoli riguardo al distruttivo dialogo interno e a cambiare la percezione, mentre si modificano queste cattive abitudini. Secondo la dottoressa Gerst «un modo efficace di utilizzare la consapevolezza per migliorare la mentalità positiva sul corpo, è di ascoltare il proprio dialogo interno».

«Quando ci si guarda allo specchio, è importante notare quello che si sta pensando: sorge subito un pensiero critico? Si stanno rimproverando le imperfezioni del proprio corpo? Se questo è il caso – un comportamento molto comune nella società – allora si può iniziare a usare la consapevolezza per cambiare il dialogo interno». Scoprire queste abitudini controproducenti e il primo passo verso il miglioramento: non si può eliminare qualcosa che non si conosce.

Il passo successivo è iniziare a tenere traccia di quante volte al giorno si dicono cose negative a sé stessi o ad altre persone, in merito al fisico: si potrebbe restare stupiti dal numero di volte che si formulano giudizi e attacchi. Quando si è fuori casa, prestando attenzione a certi segnali, ci si può domandare se esistano alcune stanze, persone o attività che fanno sentire peggio.

Esistono momenti, secondo Cynthia Bulik, autrice di The Woman in the Mirror: How to Stop Confusing What You Look Like with Who You Are [La donna allo specchio: come smettere di confondere quello che sembri con chi sei, ndt], in cui essere più consapevoli dei propri pensieri e sradicarli. Ad esempio, quando in un supermercato si osservano i modelli dei costumi da bagno e le foto ritoccate delle celebrità: se questo tipo di situazione è difficile da vivere, è importante incoraggiare il proprio dialogo interno dicendosi ‘posso sicuramente andare alla cassa senza sentirmi male’. O forse è un buon momento per riflettere più attentamente sui messaggi mediatici e capire quale sia la rivista che cerca di invogliare gli acquisti con quelle immagini.

La Bulik mette anche in guardia dal danno che deriva dal parlare dell’essere grasse con altre donne, un’abitudine per esprimere lamentale e odio per il proprio corpo e anche per quello degli altri. «Parlare del grasso è come una piaga: è insidioso e sempre presente – scrive Bulik – a malapena sappiamo che quella parola sta uscendo dalle nostre bocche, ma è tutto intorno a noi. Parlare del grasso distrugge donne e ragazze».

Per concludere, la dottoressa Bulik raccomanda una doppia strategia: eliminare questi discorsi dalla propria testa e dal proprio ambiente, si possono scoraggiare questi discorsi evitando di esserne coinvolti, cambiando argomento e avendo un dialogo interno libero da questi pensieri. Al loro posto si può intraprendere una conversazione sincera con gli altri, in cui parlare della nuova decisione di amare sé stessi e di eliminare il dialogo interno riguardante il grasso. Questo aiuta a infondere motivazione.

DALLA CRITICA INTERNA AL COACH INTERNO

KJ Landis, autrice ed ex modella, conosce bene i danni dell’autocritica quotidiana. La Landis ha subito ustioni di secondo e terzo grado, quando le è esploso un thermos difettoso mentre stava guidando, e questo incidente le ha lasciato grosse cicatrici su gambe e addome. Dopo tre decenni passati nell’ambiente delle modelle, non poteva accettare questa nuova realtà: «Mi sentivo brutta per le cicatrici e la mia autostima cominciava a diminuire, ho cominciato a sentire il blues e sono andata in depressione. Ero spaventata».

Grazie all’incoraggiamento di sua nipote, la Landis si è iscritta a una classe di Bikram yoga, dove ha imparato a essere consapevole, ad adattarsi al suo corpo e ai pensieri, a meditare e praticare la gratitudine. Questo processo l’ha trasformata: «La mia pratica regolare di consapevolezza, e di essere presente con me e i miei difetti, è stata molto utile per la mia autostima e per l’immagine del corpo: la consapevolezza mi permette di lasciar andare. Le reazioni alla negatività altrui e il mio critico interiore sono sottomessi, e dico a me stessa: “Sono perfettamente bella con tutte le mie cicatrici. Dio mi ha creata, sono un lavoro in corso come tutti gli altri». 

‘NEUTRALITÀ DEL CORPO’ 

Secondo il dottor Fran Walfish, psicoterapeuta di Los Angeles e autore di The Self-Aware Parent [Il genitore autocosciente, ndt], invece di mirare subito al cento percento di positività sul corpo, è meglio impegnarsi a praticare il più possibile la «neutralità corporea».

«È quasi impossibile passare dalla dura autocritica al super positivo – ha spiegato Walfish – il primo obiettivo è diventare un auto-osservatore benevolo. Questo si ottiene diventando più consapevoli e dicendo ogni volta che si pensa o si prova un fallimento personale: è il primo grande passo verso il pensiero positivo».

Quando il proprio dialogo interno inizia ad attaccare, Walfish consiglia di osservarlo con distacco e di pensare che nella mente si affacciano nuovamente pensieri critici: questo consente di osservarli senza paura, o reazione emotiva o giudizi e di separarli da sé stessi.

«Quando si è nello stato di consapevolezza, i giudizi di vergogna sul proprio corpo perdono potere. Si accetta la situazione qui e ora – ha spiegato il dottor Nancy Mramor, psicologo e autore di Fitness Spiritual – si può investire del tempo e osservare più profondamente e con distacco pensieri e sentimenti riguardanti il proprio fisico: in questo modo si diventa meno attaccati all’immagine del corpo, scegliendo l’apprezzamento rispetto al giudizio».

La consapevolezza può anche aiutare a superare una visione personale distorta. Un modo per spostare l’attenzione dal proprio aspetto fisico, secondo Kimberly Hershenson, terapista di New York specializzata in disturbi alimentari e immagine corporea, è concentrarsi su come invece si sente il corpo, metodo che adotta con i suoi clienti. «Ad esempio, quando si fa esercizio, ci si può concentrare sull’allungamento dei muscoli, sulla calma della propria mente e sulla sensazione dei piedi a terra, invece che sugli addominali o sulla vita sottile».

Riflettere anche sulle proprie mancanze senza giudicare è molto importante; per esempio, invece di pensare, ‘non mi piacciono le cosce’ è meglio dirsi ‘sono grato per avere gambe forti per camminare’: si concede così spazio ad una maggiore compassione.
Hershenson spiega che questo non significa che non si possa lavorare per cambiare il proprio corpo o migliorare la salute, la compassione supporta l’impegno necessario per il cambiamento positivo: «Piuttosto che combattere i pensieri, si accettano così come sono».

Per accettare meglio il fisico, il terapista clinico Lynn Zakeri ritiene che la gratitudine sia la chiave – imparando a riconoscere in cosa il proprio corpo ha aiutato a raggiungere degli obiettivi ora, e cosa potrà fare in futuro. «Concentrandosi su quello che è buono per il corpo in questo momento e sapendo che è un riflesso di sé stessi, dell’amore, dei sentimenti, dell’autenticità: questo può portare ad amare il proprio corpo». 

POTERE DI SINTONIZZAZIONE

Una volta appresa l’arte dell’autocontrollo positivo attraverso la consapevolezza, secondo Christine Forner, esperta di consapevolezza e autrice di Dissociation, Mindfulness, and Creative Meditations [Dissociazione, consapevolezza e meditazioni creative, ndt], è possibile sperimentare un nuovo rapporto con sé stessi.

«La consapevolezza è il luogo dove impariamo a entrare in noi stessi – nel corpo – come un guanto. Possiamo imparare a valorizzare ogni sensazione e tutte le emozioni che provengono dal corpo. Possiamo usare la consapevolezza per avere compassione, esattamente per lo stesso motivo per cui si può avere negatività verso il nostro corpo, e l’accettazione arriva come risultato».

Un nuovo stato che, secondo Nosh Marzbani, autore e proprietario di una nota farmacia a Los Angeles, può anche giovare alla vita in modi inaspettati: «Una volta acquisita questa consapevolezza del corpo, si è in grado di utilizzarla in modo adattativo, si conosce il modo in cui rispondere alle sollecitazioni e alle pressioni delle attività quotidiane. E si è anche capaci di affrontare con maggiore stabilità, situazioni che causano squilibrio emotivo».

Articolo in inglese: ‘How to (Finally) Accept Your Body

Traduzione di Massimiliano Russano

 
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