La Cina si prepara per la guerra «informatizzata»

Nel marzo 2012, l’allora premier cinese Wen Jiabao ha dichiarato che la missione più importante dell’esercito cinese era quella di «vincere guerre locali nelle condizioni dell’era dell’informatica».

L’espressione «guerre locali» ha suscitato una reazione immediata. Infatti, date le rivendicazioni territoriali della Cina in Asia, i Paesi come Taiwan, Vietnam, Filippine e Giappone si sono sentiti subito minacciati.

Per quanto riguarda l’espressione «nelle condizioni dell’era informatica», la stampa ha inteso si riferisse all’utilizzo della propaganda su internet e a mezzi simili, con lo scopo di coprire quella «zona grigia» che esiste tra la guerra e la pace.

Quella è stata un’interpretazione legittima ma limitata. I leader militari cinesi, infatti, hanno perseguito a lungo quelle che ora vengono chiamate strategie «incentrate sull’informazione». Sun Tzu (circa 500 a.C.), del resto, disse che l’acume del comando era vincere senza combattere: se si riesce a convincere un avversario che il proprio esercito surclassi il suo – un’operazione d’informazione – si otterrà infatti un vantaggio psicologico e diplomatico.

Tuttavia, gli analisti militari hanno sottolineato che Wen ha parlato nello specifico di un’azione violenta (cinetica) da qualche parte vicino alla Cina, che doveva essere vinta.

La guerra nell’era dell’informatizzazione richiede elettronica integrata e hardware per le armi, nonché personale altamente qualificato. I delegati del Congresso Nazionale del Popolo sapevano che l’Esercito Popolare di Liberazione non era più un esercito di fanteria. Il Ministero della Difesa cinese stava infatti spendendo miliardi per digitalizzare i sistemi di comunicazione, sorveglianza, comando e controllo. E stava anche integrando armi intelligenti avanzate nell’assortimento.

Infatti, per almeno due decenni, i leader militari cinesi hanno discusso dell’idea che le apparecchiature informatiche elettroniche potessero diventare la principale piattaforma di combattimento: non carri armati, missili o navi, quindi, ma l’apparecchiatura informatica che li collega e li dirige.

Le piattaforme elettroniche raccolgono e integrano informazioni e intelligence; collegano in tempo reale sistemi e sensori di armi intelligenti. I carri armati e le navi possono trasportare proiettili e missili, ma l’integrazione e le informatizzazioni migliorano la loro efficacia. L’apparecchiatura elettronica di un singolo carro armato o nave, si collega ad altre piattaforme elettroniche. La rete può includere anche satelliti.

L’idea si è evoluta in un concetto di guerra, solitamente tradotto come «Guerra informatizzata». Alla fine della Guerra Fredda, il Pentagono stava giocando con una guerra incentrata sulla rete che aumentava l’efficacia del raggiungimento degli obiettivi. La guerra informatizzata della Cina si basa certamente su una vasta rete. Il concetto ha anche ampi tratti della dottrina di guerra «multi-dominio» del Pentagono.

I comunicati stampa ufficiali esaltano il concetto. Il Libro bianco sulla difesa della Cina, del 2019, affermava: «La guerra si sta evolvendo in una forma informatizzata e la guerra intelligente è all’orizzonte».

La guerra intelligente sembra includere sistemi decisionali autonomi e armi autonome. Ciò suggerisce che gli strateghi cinesi pensano che la guerra informatizzata sia un concetto e un sistema che addestra i pianificatori militari a integrare sistemi autonomi e senza equipaggio in operazioni di combattimento ad ampio raggio, ad esempio una battaglia per il controllo del Pacifico occidentale che include sciami nascosti e pre-posizionati di navi e sommergibili robot (in grado di mettere fuori combattimento un sottomarino di attacco nucleare della Marina degli Stati Uniti), sistemi missilistici autonomi e risorse di guerra elettronica autonome.

Al momento, questo scenario di guerra sembra una guerra di fantascienza, ma la Cina sta cercando di passare dal concetto alla capacità. Breaking Defense ha recentemente pubblicato un articolo che esamina il programma di modernizzazione dell’Esercito Popolare di Liberazione (Epl), osservando che per due decenni «l’Epl è stato descritto come ‘metà meccanizzato, metà informatizzato’». Alcune unità dell’Epl «utilizzano collegamenti dati, sensori incentrati sulla rete basati su sistemi sparatutto e una varietà di […] piattaforme di guerra elettronica e capacità di combattimento avanzate». Tuttavia, «altre unità sono ancora nel bel mezzo del semplice passaggio dall’artiglieria trainata, ai cannoni semoventi».

L’obiettivo militare dell’ultimo piano quinquennale della Cina è preparare l’Epl a ottenere la piena meccanizzazione e informatizzazione entro il 2027. Breaking Defense sostiene che il piano 2020-2025 «ha un ampio consenso burocratico». Ciò significa che gli alti dirigenti cinesi prendono molto sul serio la guerra informatica.

Bisogna prestare attenzione. Dopotutto, Sun Tzu ha detto che devi conoscere il tuo nemico.

 

Austin Bay è un colonnello (in pensione) della US Army Reserve, autore, editorialista e insegnante di strategia e teoria strategica all’Università del Texas-Austin. Il suo ultimo libro è «Cocktails from Hell: Five Wars Shaping the 21st Century».

Le opinioni espresse in quest’articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di The Epoch Times.

Articolo in inglese: China Prepares for ‘Informationized’ War

 
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