La Cina reagisce all’entrata in vigore dei dazi americani

Pechino risponde all’entrata in vigore dei dazi statunitensi imponendo dazi su 34 miliardi di dollari di prodotti Usa.

Poche ore prima che i dazi di Washington diventassero operativi, Donald Trump aveva rialzato la posta in gioco con il principale partner commerciale americano, annunciando che gli Stati Uniti puntano a tassare oltre 500 miliardi di merci cinesi: grossomodo il totale delle importazioni dalla Cina nel 2017.

Il ministro del commercio cinese, risponde dichiarando di essere stato costretto a «contrattaccare» imponendo dazi del 25 per cento su prodotti importati dagli Usa, tra cui auto, salsa di soia, e aragoste. La Cina ha anche denunciato gli Stati Uniti presso l’Organizzazione mondiale del commercio, ed è stato proprio il ministro del commercio ad annunciarlo tramite un comunicato online. Ci si aspettava che i dazi cinesi avrebbero influenzato negativamente la borsa americana, ma lo U.S. jobs report ha fatto svanire le paure delle dispute commerciali. Il valore dei future della farina di soia destinata al mercato cinese era inizialmente calato di oltre il 2 percento, per poi ristabilirsi quasi del tutto.

Il premier cinese Li Keqiang durante una conferenza stampa tenutasi a Sofia insieme al primo ministro della Bulgaria, Boyko Borissov, ha dichiarato: «La guerra commerciale non è mai la soluzione. La Cina non sarà mai la prima a iniziare una guerra commerciale, ma se altri paesi impongono dei dazi nei nostri confronti, allora la Cina prenderà delle contromisure per proteggere gli interessi dello sviluppo».

Gli economisti di Washington e di Pechino sostengono entrambi che nel periodo precedente all’effettiva attuazione dei dazi non ci siano stati nuovi negoziati tra i funzionari americani e quelli cinesi. Merril Lynch-Bank of America ha dichiarato: «Secondo le nostre previsioni ci sarà una piccola escalation della ‘guerra’ commerciale quest’estate»

Trump ha imposto i dazi per sanzionare anni di pratiche commerciali scorrette e i furti di proprietà intellettuale operati dal regime comunista.

Riguardo alla possibilità di ulteriori sanzioni Usa sulle merci cinesi, Trump ha dichiarato ai giornalisti a bordo dell’Air Force One: «Altri 16 miliardi di dollari di merci saranno tassate entro due settimane, poi, come ben sapete, ci sono altri 200 miliardi di dollari [di merci, ndr] in sospeso, e infine altri 300 miliardi. Ok? Quindi ne abbiamo 50 più 200, più quasi 300».

I dazi imposti dalla Cina colpiscono duramente i prodotti agricoli come semi di soia, il sorgo, e il cotone, e alcuni osservatori hanno addirittura suggerito che si tratterebbe di un’azione nei confronti degli agricoltori americani degli Stati che hanno sostenuto Trump alle elezioni del 2016.

L’agenzia di stampa cinese Xinhua sostiene che, secondo un consulente della Banca Centrale cinese, i dazi Usa su 50 miliardi di merci cinesi faranno calare dello 0,2 percento il tasso di crescita dell’economia cinese.

ATTENZIONE AI PREZZI

Sembra che gli importatori cinesi di merci americane destinate alla vendita al dettaglio, attualmente siano riluttanti a far ricadere sui propri clienti i costi extra derivanti dai dazi.

Un analisi su circa 50 prodotti americani colpiti dalle imposte ha rivelato che venerdì pomeriggio i prezzi erano cambiati di pochissimo rispetto ai giorni precedenti. I prodotti, tutti venduti tramite piattaforme online cinesi di e-commerce, includono cibo per animali, noccioline e whiskey.
La Ford ha dichiarato che per il momento non aumenterà i prezzi delle auto esportate in Cina, né quelli delle vetture di lusso del marchio Lincoln.

 

Articoli in inglese: China Levies Counter-Duties as American Tariffs Kick In

 
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