La Cina compra in Sud America, a spese degli Usa

La crescente influenza economica della Cina in America Latina – dovuta all’acquisto sfrenato di infrastrutture – potrebbe tornare utile come arma contro gli Stati Uniti, in caso di un conflitto militare. Così almeno sostiene il dottor Evan Ellis, ricercatore di Studi sull’America Latina presso l’Istituto di Studi Strategici dell’US Army War College.

Il professor Ellis sostiene che il Sud America sia sempre più nei pensieri del Partito Comunista Cinese, dato che il Dragone intende creare una ‘base operativa’ nell’emisfero occidentale. Nel corso di un convegno all’Hudson Institute, Ellis ha infatti affermato che per quanto la Cina sostenga di essere interessata solo al lato economico di queste operazioni, l’enorme portata delle stesse fa pensare che alla base possano esserci motivazioni militari.

Proprio come osservato nell’Asia Mediorientale e in Africa, la Cina ha iniziato ad acquistare infrastrutture e altri asset strategici a un ritmo sfrenato, spesso mediante imprese statali cinesi, finanziate coi soldi del regime.
In Brasile, per esempio, la Cina ha acquistato 87 grandi progetti del valore di 46 miliardi e 800 milioni di dollari, legati a tutte le maggiori aree dei settori pubblici e privati, tra cui: centrali di energia idroelettrica, porti, aeroporti, imprese agricole, aziende di telecomunicazione, ospedali e banche.

Secondo Ellis, l’espansione cinese in America Latina dovrebbe mettere fortemente in guardia chi prende decisioni in ambito di sicurezza nazionale negli Usa. I Paesi dell’America Latina, un tempo considerati ‘il cortile di casa dell’America’ stanno trangugiando denaro cinese e abbandonando la proprietà e il controllo di infrastrutture e asset di cruciale importanza.

Tutto quello che la Cina ha acquistato o tentato di acquistare in America Latina potrebbe venire utilizzato contro gli Stati Uniti «nell’eventualità di un conflitto»; afferma Ellis: «Se io fossi al comando dell’Esercito di Liberazione del Popolo cinese, mi metterei a esaminare una mappa [dell’America Latina, ndr] e inizierei a pormi domande su cosa si possa fare».

Ellis fa notare che la Cina ha definito le sue relazioni con molti Stati che intende corteggiare – e in America Latina sono sette (Argentina, Messico, Brasile, Venezuela, Ecuador, Cile e Uruguay) – come «partnership strategiche». Il termine sembra oscuro alla maggior parte degli osservatori occidentali, ma in realtà è molto significativo.
Nel 2016, mentre gli Stati Uniti erano distratti dalle proprie elezioni, la Cina, in silenzio, ha ‘promosso’ sei di quei sette Paesi (escludendo il Brasile) alla categoria ancora più prestigiosa di «partnership strategiche complete», che sta a significare che la Cina ora considera di importanza strategica ancora maggiore le sue relazioni con questi Paesi.

Ellis afferma che acquisti tanto oculati da parte della Cina in America Latina, potrebbero permetterle di accedere a «porti per le importazioni, e a punti di sostentamento degli Stati Uniti, che sono notevolmente vicini alle strutture commerciali gestite dai cinesi». I decision maker statunitensi – sostiene Ellis – dovrebbero riflettere sulle potenziali implicazioni di questo.

Per esempio, a un centinaio di chilometri dalla costa degli Stati Uniti, le aziende cinesi possiedono depositi, strutture logistiche e aeroporti del valore di 10 miliardi di dollari, e persino un hotel nelle Bahamas, valutato 4 miliardi e 200 milioni di dollari.

Secondo Ellis, l’espansione cinese in Africa ha fatto emergere numerosi indizi di come la Cina intenda sfruttare queste proprietà, una volta stabilita una presenza sufficientemente grande. Infatti, utilizzando il pretesto di operazioni anti pirateria, ha costruito un’enorme base navale a Djibouti nel Corno d’Africa, aperta formalmente ad agosto 2017: «Stando al ritmo con cui la Cina acquista e insedia questi siti commerciali [in America Latina ndr], in futuro potrebbe facilmente trasformare una normale base civile in una attrezzata a scopo militare».

 

Articolo in inglese: China’s Investments in Latin America Could Turn Into Military Assets Against US, Says Expert

Traduzione di Vincenzo Cassano

 
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