La Cina cambia tono e ora parla di «invasione russa». Ecco perché

Di Alex Wu

Mentre Stati Uniti e Unione Europea continuano ad aumentare le sanzioni contro la Russia, i media statali del regime comunista cinese hanno cambiato tono sulla guerra russo-ucraina, iniziando a riferire positivamente sul presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy.

Gli analisti ritengono che con l’avvicinarsi del 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (Pcc), Pechino sia preoccupata che l’economia cinese possa crollare in caso di sanzioni.

Il portavoce ufficiale del Pcc, l’agenzia di stampa Xinhua, ha per la prima volta citato direttamente il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha ripetuto l’espressione «l’invasione russa dell’Ucraina» per ben tre volte in un’intervista in esclusiva il 30 aprile.

In precedenza, il regime cinese si era rifiutato di usare il termine «invasione». Dall’inizio della guerra russa in Ucraina, il Pcc ha infatti sostenuto Putin, in sintonia con la sua propaganda di guerra.

Tuttavia, il 5 maggio, molti media statali del Pcc, tra cui Cctv, Global Network e China Business News, hanno riferito positivamente su un discorso di Zelenskyy. Questo differisce ancora una volta notevolmente dal loro precedente ritratto di Zelensky, descritto come un clown.

Ciò è avvenuto in seguito alla proposta della Commissione europea, in una bozza, di un sesto round di sanzioni contro la Russia, inclusa la graduale eliminazione delle importazioni di petrolio russe entro sei mesi e la rimozione della più grande banca russa Sberbank dal sistema Swift il 4 maggio. Nel frattempo, anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha indicato di essere è aperto a ulteriori sanzioni contro la Russia.

Feng Chongyi, professore associato presso l’Università della Tecnologia di Sydney, ha detto a Epoch Times che le discussioni all’interno del Pcc sono state piuttosto intense di recente, in vista del 20° Congresso Nazionale, soprattutto dato il deterioramento della situazione economica della Cina.

Se Pechino continua a sostenere la Russia in questa situazione, secondo Feng il Pcc sarà soggetto allo stesso livello di sanzioni della Russia e l’economia cinese crollerà, il che sarà sfavorevole per una rielezione di Xi Jinping al 20° Congresso Nazionale. Quindi Xi deve fare alcuni aggiustamenti e prendere misure di emergenza, come fare le  concessioni richieste da Europa e Stati Uniti e dichiarare «l’invasione» russa dell’Ucraina.

Ma allo stesso tempo, il regime non abbandonerà la Russia. «Potrebbe apportare alcune modifiche minori alla sua posizione, ma non modifiche sostanziali», sostiene Feng. «Sta solo giocando con entrambe le parti, sostenendo segretamente la Russia e non osando schierarsi con essa in pubblico».

Il commentatore politico Chen Pokong, che segue gli affari Usa-Cina, ha dichiarato sul suo canale YouTube che il recente cambio di tono dei media ufficiali cinesi mostra che la politica filo-russa di Xi Jinping ha subito una grave battuta d’arresto all’interno del Pcc e che il regime sta affrontando una scelta tra Russia e Ucraina: «Da un lato, il Pcc sa già che la guerra della Russia contro l’Ucraina non sta andando come previsto. D’altra parte, le imprese statali cinesi e le banche cinesi non supportano la Russia perché non vogliono essere sanzionate, quindi la politica filo-russa del regime non può essere attuata».

Sun Guo-xiang, professore associato presso il Dipartimento per gli affari internazionali e gli affari dell’Università di Nanhua a Taiwan, ha dichiarato a Epoch Times che il Pcc non rinuncerà al suo sostegno alla Russia, soprattutto nel contesto dell’intensificarsi della concorrenza strategica Usa-Cina.

Tuttavia, la Russia ha recentemente iniziato a chiedersi se il Pcc possa davvero fornirle l’assistenza di cui ha bisogno e ha persino espresso insoddisfazione.

Di recente, Boris Titov, consigliere economico del presidente russo Vladimir Putin, ha dichiarato in un’intervista esclusiva allo Sputnik che la cooperazione economica tra Cina e Russia non è stata così buona come ci si aspettava. Nelle circostanze attuali, la Russia, secondo Titov, non dovrebbe fare affidamento esclusivamente sulla Cina come Paese che compensi le mancate importazioni da altri Paesi.

 

Articolo in inglese: Chinese Regime Changes Tune on Ukraine War Under Pressure of Sanctions: Experts

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