La Cina e la guerra della droga contro gli Stati Uniti

Dal flusso di droga verso gli Stati Uniti alla guerra tra bande criminali in America Latina, per i narcotrafficanti e le gang, il regime cinese è diventato il fornitore principale di droghe sintetiche e di armi.

Molte di queste droghe sono causa di disordini psico-fisici per chi ne fa uso e per le loro comunità: causano in certi casi disturbi psicotici a lungo termine mentre altre volte provocano la morte per overdose. Secondo il New York Times, esistono più di 150 liste pubbliche di aziende chimiche cinesi che vendono l’alfa-Pvp, conosciuta anche come ‘flakka’, una droga che sta sostituendo l’uso della cocaina in Florida e che è stata causa di almeno 18 morti e di numerosi arresti di stranieri in questo Stato.

Quanto alla metanfetamina, secondo l’Istituto Nazionale sull’abuso di droghe, un’inchiesta del 2012 ha scoperto 1,2 milioni di persone che ne fanno uso negli Usa. Tra gli effetti secondari figurano atteggiamenti di «ansia significativa», comportamento violento e «sintomi psicotici che a volte possono durare mesi o anni».
Queste droghe e molte altre simili, o le sostanze chimiche che si usano per fabbricarle, hanno una caratteristica particolare in comune: vengono tutte prodotte in Cina. E negli anni le autorità cinesi hanno mostrato pochissimo interesse nell’arginare il problema.

«Il ruolo della Cina è quello di facilitare le attività del crimine organizzato in Messico e in America Latina», afferma senza mezzi termini in un’intervista il dott. Robert J. Bunker, professore associato presso l’U.S. Army War College.
Secondo Bunker, il Partito Comunista Cinese (Pcc), si è fatto strada tanto nel mercato legale quanto in quello criminale dell’America Latina, «aggiungete i legami con regimi simpatizzanti comunisti della regione come il Venezuela, e le sue interazioni con Hezbollah e gli agenti iraniani  ? continua Bunker— e viene fuori uno scenario tipo “bar di Star Wars”». Per inciso, nella famosa scena al bar, nel famoso film di George Lucas del 1977, Obi-Wa Kenobi dice: «non troverete mai un alveare più miserabile di feccia e malvagità».

Bunker aggiunge che è una situazione in cui il regime cinese «tramite il suo considerabile numero di autorità corrotte, molte delle quali legate al crimine organizzato, di fatto venderà qualsiasi cosa e offrirà qualsiasi tipo di servizio che gli porti profitti: armi, droghe, merci contraffatte, gioco d’azzardo e riciclaggio di denaro».

LA GUERRA DELLA DROGA

Nella guerra alla droga c’è più di quanto sembri. «Una recente dottrina cinese articola un tipo di guerra  ad ampio spettro contro gli avversari, tra cui gli Stati Uniti», indica un rapporto del 13 ottobre 2014 del Comando per le Operazioni Speciali dell’Esercito americano. La «guerra della droga» è una parte di questo «ampio spettro» di attività belliche, che si lega a una strategia militare cinee più ampia e destinata a «destabilizzare l’avversario»; e rientra nell’ambito della «guerra Culturale», una strategia di guerra non convenzionale mirata a degradare il tessuto morale di una nazione rivale debilitandolo.

Per i regimi comunisti, incluso il Pcc, la guerra delle droghe contro i suoi avversari non è nulla di nuovo: nel suo libro Red Cocaine, l’ex direttore associato della Cia, Joseph D. Douglass, descrive in modo dettagliato la strategia. Douglass scrive che i regimi comunisti «hanno usato i narcotici per vari decenni nella guerra continua di basso livello che stanno portando avanti contro la civiltà occidentale», e aggiunge: «per esempio, durante i cinque anni precedenti al 1990, alcuni dati e diverse fonti di testimoni, collegavano quasi tutti i Paesi comunisti al narcotraffico».

La strategia è poi stata esposta più volte dalle autorità di alto livello che disertavano dall’Unione Sovietica, tra cui il generale Ceco Jan Sejna. L’uso di questa strategia è stato spiegato dettagliatamente anche all’epoca di Stalin nel ‘Manuale di Istruzioni al Comunismo nella Guerra Psico-politica’, manuale che ora è di dominio pubblico.
In passato, nel 19esimo secolo, la guerra della droga è stata usata dai britannici durante la Guerra dell’Oppio, che ha poi costretto la Cina a cedere il controllo di Hong Kong al regime britannico nel 1841, e che poi ha favorito il collasso della Dinastia Qing nel 1912.

Per Mao Tse-tung – fondatore del Pcc – l’oppio era un’arma utile per assumere il controllo della Cina: Douglass scrive nel 1928 che Mao spiegò a Tan Chen-lin, uno dei suoi subordinati, l’utilità di «iniziare a coltivare l’oppio su vasta scala». Un’offensiva per sia per ottenere rifornimenti che per drogare gli Stati non comunisti.

Dopo che il Pcc ha stabilito il suo controllo, scrive poi Douglass «la produzione dell’oppio è stata nazionalizzata e il traffico di narcotici, concentrato sugli stati non comunisti, si è convertito in un’attività formale del nuovo Stato comunista».

Questa ‘attività formale’, non si è mai arrestata, nonostante sia stata denunciata da diverse indagini separate in Giappone e negli Usa già nel 1951. Allora la guerra della droga, si faceva allo stile di cappa e spada, ora si combatte apertamente.

ALIMENTARE L’EPIDEMIA

Per i cartelli della droga, la Cina è la fonte principale di sostanze chimiche base tra cui l’efedrina, usata per creare la metanfetamina. Ma è fonte anche di altre droghe sintetiche, molte delle quali possono essere ordinate direttamente online ai laboratori cinesi; e la maggior parte delle droghe sono difficili da catalogare e da regolare, perché i laboratori cinesi cambiano la loro formula chimica per schivare le leggi Usa.

L’utilizzo e la dipendenza da metanfetamina e dalle altre droghe sintetiche, sta crescendo negli Stati Uniti, dato che spesso sono economiche, facili da ottenere e possono replicare gli effetti di altre droghe sul mercato; esistono cloni sintetici di quasi ogni droga illegale.

Mentre il Pcc fa arrestare gli spacciatori, secondo Pbs (Public Broadcasting System, l’equivalente della Rai negli Stati Uniti), le droghe per l’esportazione ancora vengono «fabbricate apertamente». La politica del Pcc in merito a queste sostanze chimiche ha permesso alle droghe di prosperare all’estero. I cartelli messicani producono più del 90 per cento della metanfetamina usata dagli Stati Uniti, e l’80 per cento di cui si produce con sostanze base cinesi, secondo la Drug Enforcement Administration (Dea, sorta di polizia federale Usa specilizzata nella lotta al narcotraffico).

«La Cina è diventata il fornitore più importante per i trafficanti messicani, per via delle blande regolamentazioni sulla fabbricazione delle sostanze chimiche e sull’esportazione», ha commentato un’autorità della Dea a Stars and Stripes, Testata giornalistica indipendente specilaizzata sulle Forze armate Usa, inoltre i trafficanti fabbricano metanfetamina usano più di 30 ingredienti chimici, molti dei quali si producono sotto strette regolamentazioni negli Usa così come in altri Paes. Ma in Cina, solo una su 30 di queste sostanze chimiche viene regolamentata.

Il Messico ha provato a collaborare con il regime cinese per tentare di fermare il flusso di sostanze chimiche per la produzione di droga, ma la Cina ha risposto negativamente. Jorge Guajardo, l’ex ambasciatore del Messico in Cina, ha commentato al New York Times: «Durante tutta la mia permanenza lì, la Cina non ha mai mostrato il desiderio di cooperare nell’eliminare il flusso di precursori chimici in Messico».

Il dott. Heitor De Paola, scrittore e opinionista politico brasiliano, sostiene che le droghe siano usate con il proposito di alimentare una guerra di droga in America Latina, non solo dal Pcc, ma anche da altri non meglio precisati gruppi comunisti. Per quanto riguarda il governo, ha aggiunto che la pratica viene usata anche da alcuni leader nazionali che fanno parte delle conferenze politiche di estrema sinistra, Foro de Sao Paulo, e da gruppi di narcoterrorismo come Farc e «movimenti sociali» di estrema sinistra, che servono a loro volta come organizzazioni di guerriglia. Aggiunge poi che le droghe vengono usate «per creare dipendenza nei giovani, in quei Paesi ai quali sono interessati», per raggiungere gli obiettivi politici dei gruppi comunisti. Anche alcuni di questi gruppi, come le Farc, scambiano la droga per armi.

ORIGINE DELLE ARMI ILLECITE

Ma l’appoggio del Pcc ai trafficanti di droga dell’America Latina, non si limita alle forniture di droghe sintetiche e composti base. La Cina, infatti, è anche il fornitore principale di armi illegali in Messico «attraverso il mercato nero», secondo un rapporto del dott. R. Evan Ellis, professore associato sugli studi per la sicurezza nazionale al Center for Hemispheric Defense Studies.
Secondo Ellis, un problema nella provenienza delle armi è che spesso quelle cinesi entrano illecitamente in Messico attraverso gli Stati Uniti. La sua dichiarazione è supportata da Luis Villegas Meléndez, comandante dell’esercito, il quale ha affermato che nel 2008, armi cinesi e russe sono state fatte entrare attraverso il confine con gli Stati Uniti a Tamaulipas, in Messico.

Marines Messicani scortano cinque presunti trafficanti di droga di fronte ad armi sequestrate, Città del Messico, 9 giugno 2011 (YURI CORTEZ/AFP/Getty Images)

«Granate di fabbricazione cinese e altri oggetti di uso militare sono stati sequestrati a Puebla e in tutto il Messico», ha detto Ellis, aggiungendo che resta ancora poco chiaro se i cartelli della droga stanno comprando armi cinesi da delle organizzazioni criminali o direttamente dalle aziende cinesi.

I cartelli della droga in Messico non sono gli unici destinatari di armi illegali, secondo un rapporto del 5 novembre della Commissione per la Supervisione della Sicurezza economica sino-americana, che rende noto come il Pcc fornisca, direttamente o indirettamente armi, a gruppi che sono «ampiamente isolati per motivi politici». I beneficiari delle armi cinesi vanno dai governi di Cuba e Venezuela ai ribelli del Farc in Colombia.
La proliferazione delle armi cinesi nella regione è piuttosto enigmatica. Il rapporto spiega che «il grado in cui i fornitori di armi dello Stato cinese, come Norinco, adottino misure per garantire che le loro armi non vengano deviate verso il mercato nero, non è chiaro».

Il Pcc ha risposto alle accuse dicendo che la vendita di armi a organizzazioni narco-terroristiche è «illegale secondo la legge cinese». Ma questa affermazione ha poco senso: «attraverso dei mezzi descritti dal governo cinese come legittimi», come sottolinea un rapporto dello scorso marzo, armi fabbricate in Cina sono state inviate a gruppi ribelli in Colombia e in Sud Sudan.

Roger J. Chin, dottorando alla Claremont Graduate University, sostiene che le organizzazioni criminali stanno sfruttando la globalizzazione, e che per cui non è più solo un problema locale, ma appunto globale, «con un impatto diretto sulla sicurezza nazionale».

Robert Bunker ritiene che i problemi dimostrano la filosofia che ispira le imprese cinesi nella regione. «Se il narcoterrorismo in America Latina dove essere promosso a seguito di tali politiche cinesi», allora, la sua risposta è «così sia».

Articolo in inglese: ‘China Is Fueling a Drug War Against the U.S.

 
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