Kamala Harris è comunista, altro che moderata

Durante la trasmissione Fox Business Network Mornings with Maria dell’8 ottobre, il presidente Donald Trump ha descritto Kamala Harris, candidata vice presidente del Partito Democratico, come una «comunista; alla pari di Bernie [Sanders, ndr]!»

Il presidente ha citato a sostegno le opinioni della senatrice Harris, che sono in effetti anche più estreme di quelle dei senatori Bernie Sanders ed Elizabeth Warren. Ma ci sono prove molto più convincenti per indicare che, sì, Kamala Harris potrebbe davvero essere comunista.

Genitori estremisti

I genitori di Harris, sua madre Shyamala Gopalan, una ricercatrice indiana sul cancro, e Donald Harris, un economista giamaicano, erano entrambi estremisti di sinistra. All’inizio degli anni sessanta, la coppia era attiva nell’Associazione Afroamericana con sede a Berkeley.

Secondo un ex membro, Aubrey LaBrie, «Fidel Castro e Che Guevara erano gli eroi di alcuni di loro […] Parlavamo dei musulmani neri, dei movimenti di liberazione in corso in Africa, di tutto».

Il leader del gruppo, Donald Warden, fece da mentore a due giovani membri dell’Associazione Afroamericana, Huey Newton e Bobby Seale, che fondarono il Partito delle Pantere Nere nel 1966. Le Pantere seguirono una filosofia maoista e sostenevano la Cina comunista, divenendo il modello per il movimento Black Lives Matter di oggi. Anni dopo, Warden (all’epoca noto come Khalid al-Mansour) aiutò Barack Obama ad entrare alla facoltà di Legge di Harvard. Nel 1975, Donald Harris venne poi reclutato dal Dipartimento di Economia della Stanford University come marxista.

Fidanzato comunista

Dopo aver fatto la studentessa radicale ad Howard, Kamala Harris è tornata nella Bay Area per avviare la sua carriera legale. Ormai trentenne, si è unita in una relazione romantica molto controversa con l’allora sessantenne Willie Brown, uno dei principali democratici della California, che presto sarebbe diventato sindaco di San Francisco. Brown ha aiutato la carriera della Harris e l’ha guidata in un paio di posizioni dirigenziali che le sono fruttate circa 360 mila euro in 5 anni, secondo il San Francisco Weekly.

Brown era un simpatizzante comunista di lunga data. È stato eletto per la prima volta a una carica pubblica con l’aiuto dell’ala giovanile del Partito Comunista degli Usa ed è stato finanziato dal dott. Carlton Goodlett, proprietario di un giornale comunista, una volta insignito del Premio Lenin dal governo dell’ex Unione Sovietica. Diversi anni dopo la sua relazione con la Harris, mentre prestava servizio come sindaco di San Francisco Brown, stava ancora sponsorizzando apertamente le raccolte fondi del Partito Comunista nella Bay Area. Oggi, Brown è ampiamente considerato come uno dei migliori amici del Partito Comunista Cinese nella Bay Area.

Allieva affiliata ai comunisti

Mentre era in servizio come procuratore distrettuale di San Francisco, la Harris è stata la mentore di una giovane attivista di San Francisco di nome Lateefah Simon. Dopo averla assunta e aiutata a superare il college, ha presentato la giovane amica a molti personaggi influenti di San Francisco. Oggi, la Simon è presidente dell’organizzazione di sinistra Fondazione Akonadi e presiede il consiglio della Bay Area Rapid Transit (Bart).

Quando la Harris ha incontrato la Simon per la prima volta, quest’ultima lavorava nel consiglio di amministrazione dell’Oakland Youth Empowerment Center. Ogni singolo altro membro del consiglio – Harmony Goldberg, Adam Gold, Cindy Wiesner e Van Jones, futuro capo di Obama Green Jobs – erano membri del gruppo comunista maoista Standing Together to Organize a Revolutionary Movement (Storm).

Gold è oggi un membro di LeftRoots , un gruppo affiliato al principale partito comunista americano pro-Cina Liberation Road. La Simon è la migliore amica di un altro membro di LeftRoots, la fondatrice di Black Lives Matter Alicia Garza. Kamala Harris sostiene apertamente Black Lives Matter ed è ancora vicina a Simon e Garza. A sua volta, Garza è un’amica di lunga data e socia del compagno di LeftRoots Alex Tom, un uomo con stretti legami con l’Associazione radicale progressista cinese e con il consolato cinese a San Francisco.

Benefattore finanziario affiliato al partito comunista

La sorella di Kamala Harris, Maya Harris, era una studentessa attivista alla Stanford University, oltre che amica di Steve Phillips, uno dei principali marxisti-leninisti del campus e affiliato di lunga data di un gruppo pro-Cina, la League of Revolutionary Struggle.

Sul blog di Phillips Political Intelligence, si legge: «Innanzitutto, lasciatemi chiarire che vengo dalla sinistra. Ho studiato Marx, Mao e Lenin. Al college ho organizzato sforzi di solidarietà per le lotte per la libertà in Sud Africa e Nicaragua, e ho lavorato con persone che si consideravano comunisti e rivoluzionari […], e ho scritto la mia ricerca sul Partito delle Pantere Nere».

Dopo aver lasciato Stanford nei primi anni novanta, Phillips ha guidato molti dei suoi compagni nel Partito Democratico. Grazie al suo matrimonio è entrato nella famiglia multimilionaria Sandler, legata ai risparmi e prestiti della Golden West, il che ha permesso al giovane rivoluzionario di acquisire una considerevole influenza politica. Il denaro dei Sandler ha finanziato il Center for American Progress, ProPublica e numerosi candidati e iniziative di voto in tutto il Paese. Nel 2008, Phillips ha speso 10 milioni di dollari (circa 9 milioni di euro) attraverso il suo PowerPAC-plus per delle campagne di registrazione degli elettori negli Stati del sud e sud-ovest, che hanno portato il suo amico Barack Obama a superare Hillary Clinton nelle primarie democratiche.

Nel 2013, Phillips ha aiutato a eleggere il suo vecchio amico di Stanford, Cory Booker, al Senato degli Stati Uniti del New Jersey. Nel 2018, è quasi riuscito a far nominare i suoi protetti Stacey Abrams e Andrew Gillum rispettivamente governatrice della Georgia e governatore della Florida. Phillips è un amico della famiglia Harris e ha aiutato il marito di Maya Harris, Tony West, a diventare procuratore generale associato, nell’amministrazione Obama. È stato anche uno dei principali sponsor della carriera politica di Kamala Harris.

Nel 2003, Phillips aveva contribuito a far diventare la Harris procuratrice distrettuale di San Francisco. Ironia della sorte, questo è avvenuto battendo Terence Hallinan, che da giovane comunista ha aiutato Willie Brown a vincere la sua prima elezione. Il PowerPAC-plus di Phillips ha aiutato a eleggere la Harris come procuratrice generale della California nel 2010 e poi al Senato degli Stati Uniti nel 2016.

Capo di stato maggiore filo-comunista

All’inizio degli anni 2000, l’attuale capo del personale di Harris, Karine Jean-Pierre, era attiva nella sede di New York dell’Haiti Support Network. L’organizzazione ha lavorato a stretto contatto con il Partito mondiale dei lavoratori, favorevole a Cina e Corea del Nord e ha sostenuto Jean-Bertrand Aristide, l’ex presidente di estrema sinistra di Haiti e il suo movimento radicale di Lavalas. Nell’aprile 2004, al Whitman Theatre del Brooklyn College, 2.000 persone si sono riunite per ascoltare un programma intitolato «Una serata con gli amici di Haiti: la verità dietro il colpo di stato di Haiti». La manifestazione è stata presieduta da Jean-Pierre e Kim Ives dell’Haiti Support Network, insieme a Pat Chin e Sara Flounders del Workers World Party.

Nel maggio 2004, Jean-Pierre si è unito a una delegazione di Haiti con due noti compagni del Partito Mondiale dei Lavoratori, Steve Gillis e LeiLani Dowell. Più o meno nello stesso periodo, Jean-Pierre ha lavorato per James Sanders, membro del Consiglio di New York e amico della Cina. I suoi compiti come parte della sua campagna di rielezione includevano il lavoro con il ramo locale del tanto screditato gruppo di «organizzazione della comunità» Acorn.

Marito comunista

Il marito di Harris, Doug Emhoff, lavora per lo studio legale Dla Piper, che «vanta quasi 30 anni di esperienza in Cina e oltre 140 avvocati dedicati alla sua filiale ‘China Investment Services’», secondo National Pulse.

Scrive ancora il National Pulse:

«Per facilitare la pratica cinese di Dla Piper, che ha ricevuto innumerevoli prestigiosi premi dal China Business Law Journal e dalla China Law and Practice, l’azienda impiega una serie di ex funzionari del Partito Comunista Cinese. Ernest Yang, che ricopre il ruolo di Capo del dipartimento Contenzioso e regolamentazione e Co-Responsabile dell’arbitrato internazionale, è stato nominato alla Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Cppcc) nel 2013. Il Cppcc funge da comitato consultivo superiore per il Partito comunista, e Yang è stato promosso al Comitato permanente del corpo nel 2019. Jessica Zhao, Senior Advisor, è stata vice segretario generale della China International Economic and Trade Arbitration Commission (Cietac), un ente di proprietà del governo istituito dal Partito Comunista Cinese nel 1956. È stato sviluppato sotto gli auspici del Consiglio cinese per la promozione del commercio internazionale, un ente governativo per il sostegno della promozione del commercio cinese».

Diversi altri dipendenti di alto livello di Dla Piper, sia cinesi che americani, hanno servito il regime cinese in un modo o nell’altro. Emhoff ha preso un congedo dallo studio in agosto, secondo The American Lawyer.

Qualcuno che controlli i precedenti?

Se Biden venisse eletto presidente, la Harris sarebbe a pochi battiti di cuore o ad alcune cellule cerebrali di distanza dal sostituirlo. Se la Harris si candidasse per un lavoro di medio livello al Dipartimento dell’Agricoltura, quasi certamente non supererebbe i controlli preliminari di sicurezza, a causa del suo passato in organizzazioni rivoluzionarie. Deve infatti la sua intera carriera ai simpatizzanti o ai sostenitori attivi del Partito Comunista Cinese. Fortunatamente per lei (e cosa potenzialmente disastrosa per il Paese), i titolari di cariche elettive non sono soggetti al processo di nulla osta di sicurezza.

Biden ha scelto il compagno di corsa ideale per dargli una mano.

Il presidente Trump ha infatti affermato che «se Joe Biden fosse mai stato eletto, la Cina possiederebbe l’America».

 

L’autore Trevor Loudon è un regista e oratore pubblico della Nuova Zelanda. Per più di 30 anni ha svolto ricerche sui movimenti di sinistra radicale, marxisti e terroristi e sulla loro influenza segreta sulla politica. È meglio conosciuto per il suo libro «Enemies Within: Communists, Socialists and Progressives in the US Congress» e per il suo film documentario «Enemies Within». Il suo libro più recente è «White House Reds: Communists, Socialists & Security Risks Running for US President, 2020».

Le opinioni espresse in questo articolo sono le opinioni dellautore e non riflettono necessariamente le opinioni di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: Why Is No One (Except the President) Calling Out Kamala Harris’s Communist Ties?

 
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