James Dean, 60 anni fa moriva il più grande mito del Cinema moderno

Il 30 settembre 1955 moriva in un incidente stradale James Byron Dean. Aveva solo 24 anni.

E la sua fama di pilota dilettante pazzo spericolato – una specie di Steve McQueen ante litteram – che si sarebbe ‘meritato’ l’incidente, lo accompagna ancora oggi ingiustamente: mentre, alla guida della sua Porsche 550 Spyder da competizione andava, insieme a un amico (rimasto illeso) a partecipare a una gara automobilistica, si era trovato improvvisamente davanti un’auto che sorpassava in direzione opposta. Scontro frontale e morte sul colpo per Dean, illeso il suo compagno di viaggio sul sedile a fianco. Emblematico epilogo ‘inevitabile’ di un destino dannato.

James Dean rimane tuttora il simbolo di una generazione in cui milioni di persone, giovani e meno giovani, si identificano.

James Dean, nei suoi 18 mesi a Hollywood, ha girato solo tre film. Più che sufficienti a crearne il mito. D’altronde Dean è sempre stato considerato un uomo le cui qualità andavano oltre le semplici grandi doti da attore: «era ipersensibile. Si vedeva dallo sguardo, dal modo in cui si muoveva e parlava, che aveva sofferto molto. Era afflitto dalle proprie insicurezze», ricordava il grande Marlon Brando nella sua autobiografia. Questo giovane e tormentato attore, racchiudeva in sé l’essenza di quella che era la gioventù benestante e calvinista del boom economico americano degli anni ’50.

L’icona rappresentata da James Dean, vede il suo preludio nel suo film più famoso: ‘Gioventù Bruciata’ (1955), film il cui titolo originale rende ancora più chiaro il suo ruolo di giovane problematico, ‘Rebel Without a Cause’ (letteralmente ‘Ribelle senza causa’).

Oltre a quest’ultimo, altri due film lo hanno visto come protagonista. Il primo è ‘La valle dell’Eden’, film diretto da Elia Kazan e uscito nel 1955; il terzo è ‘Il Gigante’ (del 1956). In quest’ultimo, un capolavoro diretto da George Stevens, lavora – tra gli altri – con altri due divi assoluti del Cinema: Elizabeth Taylor e Rock Hudson.

James Dean nel 1956 ha ricevuto il Golden Globe per il miglior attore e ottenuto una candidatura all’Oscar come migliore attore per il film ‘Il Gigante’ (entrambi riconoscimenti postumi). Ha ottenuto anche un’altra nomination postuma all’Oscar, per il suo ruolo ne ‘La valle dell’Eden’, ed è tuttora al 18esimo posto nella classifica delle più grandi star del Cinema di tutti i tempi stilata dall’American Film Institute.

LA VITA

James Byron Dean nasce l’8 febbraio 1931 a Marion – nella fattoria della sua famiglia nello Stato dell’Indiana – da Winton e Mildred Marie Dean, una famiglia di quaccheri (un movimento cristiano conosciuto anche come ‘Società degli Amici’). Lasciata la fattoria per diventare odontotecnico, il padre Winton si trasferisce a Santa Monica in California, e il piccolo James con lui.

Dopo la morte per cancro della madre, nel 1940, Dean il padre lo manda a vivere con i parenti in una fattoria vicino a Fairmount, in Indiana, dove la sua educazione riceve una forte impronta quacchera.

Dopo il diploma nel 1949, torna in California per vivere col padre e la matrigna. Passa dal college di Santa Monica alla Università della California a Los Angeles (Ucla), dove inizia gli studi di teatro. Questa scelta gli crea delle difficoltà con i genitori, e Dean lascia presto la casa paterna.

Dopo uno spot televisivo per la Pepsi Cola, segue il consiglio dei suoi amici e si trasferisce a New York per lavorare in teatro. A New York, passa nel 1952 l’audizione all’Actors Studio, considerata la migliore scuola di recitazione al mondo, e impara il mestiere alla corte del grande Lee Strasberg.

Dopo aver partecipato a molti programmi televisivi, la recensione per ‘The Immoralist’ lo porta alla notorietà e a Hollywood, dove trascorre il periodo più intenso della sua vita.

LA MORTE

Il 30 settembre 1955 Dean e il suo meccanico Rolf Wütherich, partono dal Competition Motors, dove hanno preparato in mattinata la Porsche 550 Spyder (che Dean, autoironicamente, aveva chiamato col suo stesso soprannome: ‘Little Bastard’) per una gara automobilistica a Salinas in California.

Mentre guida sulla Strada Statale 466, a est di Cholame in California, si scontra con la Ford Custom Tudor del ventitreenne Donald Gene Turnupseed, che sorpassa un’auto in direzione opposta. La sua Porsche 550 Spyder, sarà successivamente utilizzata dal comune di Los Angeles per una campagna sugli effetti causati dagli incidenti stradali, venendo definita in modo macabro ‘L’ultima auto sportiva di James Dean’.

IL MITO

Oltre alle doti professionali di attore, sono diverse le ragioni del mito di James Dean: il difficile rapporto col padre, l’ipersensibilità, la straordinaria e potente irruenza giovanile che, proprio in quegli anni, anche Elvis Presley e i padri del Rock and Roll iniziavano a incarnare. Ma non solo: James Dean, morendo ‘incompiuto’ – a soli 24 anni e con una sfolgorante carriera appena iniziata – è uscito dalla vita per entrare nel mito del Cinema e nella cultura popolare della Storia contemporanea. Ed è rimasto per sempre giovane.

 
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