Ioapro, protesta genuina o l’ennesimo movimento popolare schierato?

Di Gigi Morello

L’autore dell’articolo, Gigi Morello, è nato a a Torino e ha vissuto diversi anni negli Usa. Musicista, didatta e regista televisivo musicale, ha scritto per diverse testate specializzate nel settore musicale. Ha fondato e diretto progetti umanitari no profit e riceve dalla Croce Rossa Italiana encomi per tre diverse iniziative. Ha pubblicato nel 2020 due libri dal titolo ‘Alleanza Anti Casta’ e ‘Illuminismo Illuminato per Tempi Oscuri’, editi da Amazon. Il 4 luglio 2020 ha Fondato ‘Sogno Americano’ il primo Movimento Americanista Italiano.

 

In questo momento in cui l’Italia sembra andare alla deriva – una barca controllata da un timone che i cittadini non possono controllare – una manifestazione popolare ben riuscita e numerosa sembra una boccata di aria fresca.

Un grido di libertà che sembra per la prima volta rompere il muro di gomma riuscendo a farsi udire da qualcosa di più che un gruppetto di cittadini capitati lì per caso.

Questo piace alla grande massa, coloro che si aspettano un cambiamento.

Martedì 6 aprile, davanti a piazza Montecitorio a Roma, migliaia di manifestanti si sono ritrovati a protestare all’insegna di ‘ioapro’ un piccolo team di ristoratori con un seguito di migliaia di persone che combatte contro le chiusure forzate delle attività. Un gruppo che ha rapidamente raggiunto un seguito di diverse decine di migliaia di persone sui social media.

Qualcosa che non succedeva da un po’, più precisamente dal tempo del fenomeno dubbio delle Sardine.

Ma è proprio perché questa è l’unica manifestazione che abbiamo visto riuscire in questo anno dall’inizio della pandemia che guardiamo dentro il fenomeno con attenzione.

Proprio per questa similarità con il fenomeno ittico, che ormai sembra morto e sepolto, ci troviamo qui ad analizzarlo a fondo, perché in questo periodo dove gli ideali politici sembrano essere morti, o almeno questo è quello che vogliono dire i media, è molto di moda proporre ancora una volta una protesta popolare che sembra non veicolare nessun ideale politico.

Una protesta che sembra svincolata dalla politica, ma che per la stessa dichiarazione degli organizzatori non esclude assolutamente un contenuto politico che si potrebbe concretizzare nel futuro.

Ma che lo fa già da subito attaccando il centrodestra alla prima occasione di visibilità nazionale.

Forse gli italiani non sono più memori dell’esperienza avuta con il Movimento 5 Stelle, un movimento che si è proposto inizialmente come apolitico e senza una completa direzione ideologica, e che si è appropriato di battaglie facilmente condivisibili, come la guerra aperta alla casta parlamentare.
Un movimento che però, quando ha potuto scendere dal suo Cavallo di Troia, si è dimostrato più rosso del Partito Democratico e del Partito Comunista Cinese messi insieme.

Ed è proprio questo che fa puzzare la cosa. La proposta ‘laicità politica’ che suona come l’ennesimo cavallo di troia, che per sua concezione strutturale deve sembrare assolutamente amico, tanto da entrare ed essere esposto in bella mostra all’interno della città. Nella sua parvenza di ‘amico del Popolo’.

E questo gruppo ha tutte le carte in regola per dichiararsi ‘genuino’: dalle denunce ricevute, alle multe collezionate con la dichiarazione di un ‘non pagamento futuro’, agli account limitati sui social media, cose senza le quali non saresti credibile. Medaglie per chi combatte politicamente il sistema.

A differenza di molti altri gruppi però esiste un elemento particolare: il finanziamento ‘spontaneo’ che però non si riflette in una contabilità quale potrebbe essere una legale e legittima quota associativa, tanto cara a chi nella legalità cerca di viverci nonostante la protesta che porta avanti.

Ma non sembra una attività spontanea quella che ha visto riversarsi migliaia di persone in piazza Montecitorio.

Le manovre mediatiche che questi novelli paladini degli italiani hanno saputo realizzare hanno avuto un insolito risalto sui media nazionali.

Pochi giorni prima della manifestazione hanno avuto spazio su trasmissioni occluse a coloro che invece fanno politica controcorrente costantemente da ormai molto tempo.

Ma loro ce l’hanno fatta. Sono entrati nel grande circuito TV nazionale nel quale pochi riescono ad entrare.

Già aveva fatto notizia la rivolta del ristoratore pesarese che tenne aperto il suo locale nonostante i suoi divieti, ristoratore presente nel team dell’organizzazione che già non esclude la sua partecipazione nella futura vita politica del paese.

Insieme a lui nessun altro aveva avuto un attimo di notorietà facendo la stessa cosa.  Un po’ troppa copertura mediatica per una semplice azione di disobbedienza civile.

E poi arriviamo al dunque: le dichiarazioni ai media nazionale che piacciono a chi di dovere ma che potrebbero essere un messaggio dell’ennesima operazione occulta: «Salvini ci ha traditi». Salvini quindi non rappresenterebbe gli italiani che si stanno ribellando. E questa è una manovra politica netta.

E si usa la fatidica foto di qualche mese fa con Salvini insieme ai vertici di ‘ioapro’, un Salvini che indossa la maglietta del movimento.

E questa dice che il movimento che prima si fidava di lui ora lo rinnega. Ed è qui un rinnegare a senso unico, del tipo ‘noi ti disconosciamo a nome del popolo’.

Anche la versione mainstream che ha inquadrato durante la manifestazione solo un gruppetto che faceva il saluto romano è servita allo scopo.

«Una nuova destra» è il responso che si vuole veicolare. Semplice dirlo osservando le cose superficialmente. E dire che una nuova destra «esclude Salvini» è una manovra che ha del magistrale per gli interessi di alcuni.

Per gli assi del camuffamento ideologico.

Anche il partecipante cornuto vestito come Jack Angeli, l’attore divenuto noto durante l’attacco al campidoglio del 6 gennaio, è parte del costume che viene usato per inscenare questa commedia.

Questo potrebbe essere l’esatto scopo.

Mostrare come una «nuova destra», un movimento che non si è espresso con un solo principio politico ma che rimane arroccato in un pensiero che essendo svincolato da qualsiasi dichiarazione ideologica, rimane ancora da essere vagliato prima di potersi pronunciare correttamente a riguardo.

E questa nuova destra «non avrebbe fiducia in Salvini», manovra che può fare comodo in chi vede in lui l’unico baluardo per bilanciare un 5 Stelle ed un Pd che ora abbiamo capito essere sempre stati la stessa cosa con maschere differenti.

Ma anche qui ci sono numerosi conti che non tornano.

Abbiamo tra le bandiere visibili alla manifestazione Italexit di Paragone, scheggia distaccatasi dal Movimento 5 Stelle. E sul podio a fare un comizio abbiamo il professor Sgarbi, forse il meglio che si possa avere per manifestare la protesta ed un contro, che però è ed è sempre stato un contro utilizzato nei decenni da molti di diverse ideologie politiche.

E la strategia assurda di chiedere alle forze dell’Ordine di ‘togliersi i caschi’ sembra più un ‘mettete dei fiori nei vostri cannoni’ che una dichiarazione di un conservatore.

E conosciamo bene chi sono i gruppi politici che da un lato fronteggiavano la polizia con i fiori, e dall’altra organizzavano scontri con i militari usando chiavi inglesi da 32.

«I veri conservatori sono per la legalità e per il rispetto » commenta infatti Simone Carabella, politico conservatore emergente molto noto dell’Urbe che pur essendo stato presente alla manifestazione si è subito dissociato dalla stessa sentendo quella che lui ha definito «puzza di bruciato ».

«Ero in lista per parlare ma quando è arrivato il mio turno è sparito il microfono», ci dice invece Nonna Maura che era presente alla manifestazione.  Maura Granelli che qualche mese fa si è incatenata davanti al parlamento e che inarrestabile porta avanti le sue battaglie contro il sistema è anche lei diversa dagli altri.

Differentemente dai ‘gruppi apolitici’ non ha mai fatto mistero delle sue idee politiche conservatrici, e per questo molto più scomoda di loro per il mainstream pilotato o pilotabile.

Che il centrodestra sia la scelta spontanea che gli italiani vedono alle ingerenze delle sinistre che cambiano nome ma non le abitudini è un fatto.

Quale migliore risposta che la strumentalizzazione di un finto centro destra creando un ennesimo gruppo pilotato e camuffato da una destra che però non si è espressa politicamente a riguardo propagando i valori cari ai conservatori?

Per creare l’ennesimo gruppo ‘apolitico’ che quando si rivelerà per quello che è forse ancora una volta si rivelerà figlio dello stesso sistema del camuffamento del nuovo secolo?

Perché l’attuale sistema imposto mente, dicendo che le ideologie non contino più al giorno d’oggi.

Perché in questo modo a risposta di un sano desiderio di cambiamento ci ritroveremo ancora una volta un nuovo cavallo di troia in mano alle sinistre.

Un nuovo concerto applaudito dalle masse che vedono suonatori che cambiano, quando la musica è sempre la stessa, ma non viene più riconosciuta da coloro che non hanno più orecchie per sentire.

Orecchie che sentono dire da anni che le ideologie non esistono più.

Ovvio. Vengono accuratamente camuffate in modo da essere ciclicamente riproposte alla faccia degli italiani ignari.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.



 
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