Alice Pasti, parola di modella ‘curvy’

Riuscire ad affermarsi come modella o fotomodella non è un’impresa facile. Infatti, sia che si possieda una taglia 38 o una 46 ? come è il caso delle modelle ‘curvy’ ? la cosa più difficile rimane il riuscire a essere assunti da un’agenzia e cominciare a lavorare. Il rifiuto può essere frustrante, ma per la fotomodella curvy Alice Pasti è stato un incentivo a trovare quella forza di volontà che le ha permesso di (ri)credere in se stessa e di crearsi di conseguenza da sé il proprio futuro. Passo dopo passo e scontrandosi ogni giorno con un sistema della moda che continua ancora a privilegiare e a dare spazio a modelle magre spesso all’inverosimile.

«Ogni donna ha il diritto e il dovere di accettarsi, amarsi e migliorarsi sempre». Questo è il messaggio che Alice Pasti vuole lanciare a tutte le donne.

Qual è stato il percorso che ti ha portato a diventare fotomodella curvy?

«Ho lavorato come fotomodella curvy per qualche anno, e intanto ero una ragioniera, quindi dal lunedì al venerdì andavo in ufficio e sabato e domenica facevo le foto. Non ho mai lavorato nella moda perché le agenzie di modelle curvy italiane non mi hanno mai presa. Ma io comunque volevo fare la fotomodella perché mi piaceva molto, e ho trovato delle buone opportunità tra i fotografi italiani. Così ho cominciato a farmi conoscere come fotomodella e scattavo tutti i weekend in tutta Italia. Mi sono creata un nome nella fotografia e la vita mi ha portato a fare sempre più foto, finché un giorno ho lasciato completamente il lavoro da ragioniera, ho lasciato tutto esattamente un anno fa, perché volevo riscattarmi e volevo farmi conoscere anche dalla gente comune, quindi diventare un’icona»

«Allora ho aperto un profilo Instagram e ho cominciato a farmi conoscere: a scrivere quello che pensavo e a metterci proprio la faccia, a condividere le mie foto e la mia sicurezza. In un anno già ho avuto un ottimo riscontro: al momento ho 45 mila persone che mi seguono e sono diventata un’icona per molte ragazze, perché i vari media, televisioni, pubblicità e tutto il resto, ci propongono stereotipi di donne irraggiungibili, dai canoni perfetti. Questo porta le ragazze a voler diventare per forza come queste e quindi, non raggiungendo mai questo obiettivo, loro non si sentono giuste».

In cosa consiste il tuo progetto lavorativo?

«Col mio aspetto, taglia 46, dimostro alla gente e alle donne che si può essere bellissime, si può essere sicure di se stesse anche se non si rispecchiano i canoni che ci propone la televisione. E già da subito molte amiche mi contattavano ogni giorno dicendomi che grazie a me loro cominciavano ad amarsi e a piacersi: cominciavano già a essere un po’ meno in lotta col loro corpo, e mi chiedevano come avessi fatto io a raggiungere questa consapevolezza; e ogni volta che me lo chiedevano io nella mia mente pensavo di esserci arrivata grazie alla fotografia, perché attraverso un obiettivo fotografico, con un trucco e un parrucco e delle foto decenti, diciamo che tutti siamo un po’ carini».

«Però io non potevo regalare a queste donne quattro anni di fotografie e così ho deciso di creare questo tour ‘Iomiamo’, dove posso dedicare un giorno a tutte loro tramite un task che le acconcia e le trucca, e dei professionisti che le fotografano come delle vere modelle. Come risultato si fanno quattro foto professionali che vengono consegnate a tutte, e da quel giorno in poi si vedono più belle e si accettano di più. Questo tour è stato fatto proprio per le donne comuni che non hanno magari la possibilità di sentirsi così belle e così speciali, o comunque per tutte quelle persone che magari si lasciano andare o che non coltivano la loro bellezza e che non si sanno valorizzare. Tramite queste giornate dove ci siamo io e il mio staff che, cambia in ogni città, le facciamo truccare, pettinare e fotografare. Perché ogni donna ha il diritto di accettarsi, di amarsi e di migliorarsi sempre. Abbiamo già girato tutta Italia: il tour è ogni week-end in diverse città e in ogni tappa partecipano 20 donne».

Secondo te perché oggi la bellezza è associata alla magrezza?

«Non c’è un perché. Diciamo che va di moda ormai da molti anni la donna alta e magra. Se tu non sei così, per la società non sei bella. Questo vale anche nel lavoro comune di tutti i giorni, non solo in televisione eccetera. Sembra che le cose stanno cambiando ma non è per nulla vero: ad esempio anche Miss Italia ha proposto la fascia Miss Curvy, ma la miss Curvy stessa è magrissima: è una 42. Quindi finché ci sono queste iniziative, le cose non cambieranno mai in Italia. Ma io spero che prima o poi si migliori, perché siamo l’unico Paese in cui le curvy non sono menzionate. All’estero, in Europa almeno, le plus-size lavorano tantissimo, quindi non è giusto».

«Sto aprendo un’agenzia di modelle curvy, è il mio sogno ed è ciò che voglio fare nel mio futuro, sto assumendo modelle giovani intorno ai 20 anni, così che possano iniziare presto perché sono persone da formare, e spero che così facendo le modelle curvy tornino di moda anche in Italia».

 

 
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