Interpretare il curriculum di Conte

«Lavoriamo nella meccanica di precisione: tecnologie avanzate al servizio di progettazioni particolari e specifiche». Così descrivevano il proprio mestiere di commessi in un negozio di ferramenta Aldo, Giovanni e Giacomo in Tre uomini e una gamba.

E questo è più o meno quello di cui viene accusato il candidato premier Giuseppe Conte, giurista dal curriculum lungo e prestigioso, del quale alcune parti vengono messe in dubbio.

Infatti, quando vari giornali, a partire dal New York Times, hanno spulciato il suo curriculum alla ricerca di fatti compromettenti, li hanno trovati presto: Conte afferma di aver «perfezionato studi giuridici» presso la Yale University, la Sorbona, la New York University e altri istituti esteri. Ma sia alla New York University che alla Sorbona, il nome del giurista non risulta nei registri.

A questo risponde non Conte ma un post del blog di Grillo: «Nel suo curriculum Giuseppe Conte ha scritto con chiarezza che alla New York University ha perfezionato e aggiornato i suoi studi. Non ha mai citato corsi o master frequentati in quell’Università. Come spiega il prof. Mads Andenas, ha fatto quello che fanno gli studiosi che vogliono arricchire le loro ricerche: ha passato le estati a studiare e a incontrare altri colleghi esperti del settore che stava approfondendo, presso l’università in questione. La stampa internazionale e quella italiana invece si stanno scatenando su presunti titoli che Conte non ha mai vantato per farlo apparire come un imbroglione».

Come al solito, la colpa è tutta dei giornalisti questa volta ‘coalizzati’ a livello internazionale.

PRO-STAMINA E NO VAX?

Inoltre a Conte viene fatto pesare l’aver difeso, come avvocato, i genitori di Sofia (bambina affetta da leucodistrofia metacromatica) per il diritto all’utilizzo del metodo Stamina, considerato una truffa dalla comunità scientifica.

A riguardo, il deputato del Pd Michele Anzaldi, incalza il professore su Facebook: «Non ritiene, dunque, Giuseppe Conte, di dover chiarire la sua posizione in merito ai temi della scienza e della ricerca, anche alla luce del suo sostegno alla fondazione ‘per la libertà di cura’, come scrive Il Manifesto? Cosa pensa il futuro premier, ad esempio, dei no vax e del decreto sull’obbligatorietà dei vaccini? Crediamo che una spiegazione e un chiarimento siano doverosi e necessari e siamo certi che lo ritenga doveroso anche lui: perché tutto ciò che fino a ieri è stato confinato nella sua legittima attività privata oggi diventa tema, e interesse, pubblico».

Sulle pagine del Giornale, rispondono i genitori di Sofia: «Si trattò di una prestazione professionale – spiega Guido De Barros, il padre – Non era in discussione il metodo Stamina, ma difendere il diritto acquisito di una bambina a ottenere le cure. La tesi secondo cui questo basti a etichettare Conte come pro-Stamina è ridicola; altrimenti dovremmo dire che anche il giudice di Livorno che ha accettato il nostro ricorso era pro-Stamina».

 
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